Domenica, 29 Luglio 2012 - 02:00 Comunicato 2320

Ieri l'Alba delle Dolomiti al Col Margherita in Val di Fassa
CON BIONDINI NON SONO SOLO CANZONETTE

Straordinaria performance del fisarmonicista di Spoleto, che ha incantato i molti spettatori con una esibizione fatta di improvvisazioni, ispirate a temi e melodie note della canzone italiana. La magia dell'Alba sulle Dolomiti si è ripetuta anche questa volta. Ad ospitare l'evento del Festival trentino di musica in quota il Col Margherita con i suoi 2560 metri di altitudine, in Val di Fassa. Uno spettacolo indimenticabile, perché ad accogliere i molti spettatori saliti di buon'ora c'erano i profili delle montagne nel chiarore dell'aurora, un cielo terso e un mare bianco di nubi a coprire il fondovalle.-

In quest'ambientazione "marina" con le vette trasformate in isole è stato facile lasciarsi conquistare dalla proposta sonora del fisarmonicista Luciano Biondini. Un abile traghettatore di suoni, potremmo dire, un grande jazzista che con i capelli mossi dal venticello dell'alba ha salutato il giorno con una manciata di pezzi notevoli. Tutto scaturito con grande naturalezza dalle sue mani abili e dalla sua capacità di attingere al già conosciuto per trasformarlo in qualcosa di nuovo. Un programma pensato, ha dichiarato lo stesso musicista, per questo magnifico luogo. "Giornate e posti come questi sono cose che si ricordano. Così ho pensato di proporvi brani adatti, cose improvvisate, miscugli, suite, che hanno preso spunto da questa spendida atmosfera".
E infatti eccolo a incantare i presenti con brani nei quali c'era sempre qualcosa di riconoscibile, una passaggio, una melodia, un deja vu che però poi cresceva e montava in una composizione dai forti tratti emotivi. Il primo brano, appassionante, è nato lento e lieve per poi crescere nel vento sviluppando l'aria di "Senza fine" di Gino Paoli. Così è stato dopo, con brani che si sono lanciati in una vera e propria cavalcata di suoni. Tra questi anche la romantica, delicata e sognante ripresa di "Balla balla ballerino". Un omaggio alla creatività di Lucio Dalla e più in generale della canzone italiana, che ha alimentato quasi un'ora e mezza di jazz così coinvolgente ed emozionante da strappare forti applausi a tutti i presenti.
Non è mancata nemmeno la citazione di quell'altra forma musicale popolare che sono le colonne sonore dei film, con evidenti accenni ai motivi di pellicole italiane degli anni Sessanta e Settanta, il tutto però trasferito nella forma del jazz, sviluppato con una facilità sbalorditiva e immerso in quella miscela particolarissima di malinconia, gioia, ricordo che solo la fisarmonica riesce a creare.
A chiudere l'esibizione un lungo e virtuoso gioco di tasti alti, nato su una musica popolare ucraina, poi arricchito dai bassi che hanno ancora una volta ribadito l'incontro di tecnica ed emozione che caratterizza l'arte di Luciano Biondini.

Info: www.isuonidelledolomiti.it -