Sabato, 18 Aprile 2015 - 02:00 Comunicato 878

Ad Educa pomeriggio di appuntamenti, il festival prosegue domani sempre a Rovereto
"CITTÀ VIVE: EDUCARE AL CAMBIAMENTO"

Educare alla disponibilità al cambiamento, ecco il concetto-chiave per una politica educativa. Le amministrazioni pubbliche oggi scarseggiano di risorse. Dove trovarne di nuove? Proprio in quelle filiere di cui è composto il sistema-città. E dall'esperienza di Matera la "provocazione": non lavoriamo per l'accoglienza ma per la condivisione e al visitatore chiediamo in che modo possa contribuire a cambiare la città. Queste alcune delle riflessioni emerse oggi nel seminario "Città vive e vivibili, tra cultura ed educazione, uno degli appuntamenti di EDUCA, il festival dell'educazione, che proseguirà fino a domenica sera.-

Le città possono diventare luoghi capaci di alimentare il desiderio e contenere i conflitti? Questo l'interrogativo a cui hanno cercato di dare risposta oggi pomeriggio Paolo Verri (collegato via Skype), l'assessore del Comune di Torino e Luciano Malfer, che si sono confrontati sul tema "Città vive e vivibili, tra cultura ed educazione" nell'Aula Magna del Palazzo dell'Istruzione.
Corresponsabilità e sussidiarietà – è stato detto nell'introduzione all'incontro – possono diventare la chiave del futuro, soprattutto in una fase storica di crisi come quella che stiamo attraversando.
E' toccato all'assessore alle Politiche educative del Comune di Torino, ripercorrere anzitutto la storia della rete delle "città educative" nel mondo, per poi porsi una domanda fondamentale: "Che cos'è la città, oggi?" Una domanda che ha cominciato a imporsi nell'era della globalizzazione, perché proprio la città è portatrice di diversità in una cornice generale che tende all'omologazione. "La città è una sorta di ecosistema educativo" ha risposto l'amministratore. "Si tratta di creare le condizioni ottimali perché lo sia davvero. Il rischio, esattamente come per gli ecosistemi, è quello dell'eutrofizzazione". Ha poi posto l'accento sul concetto di "reti", oggi molto diffuso ed entrato ormai nell'immaginario collettivo: "Noi preferiamo però parlare di filiera, perché la filiera è fatta di passaggi, di connessioni fra un segmento e l'altro: pensiamo ad esempio alla filiera educativa".
In questo quadro generale, desiderio è consapevolezza di sé, che a sua volta è creata dalla conoscenza. Un desiderio non narcisistico, ma che è ricerca rigenerativa. Ma anche il conflitto ha a che fare con la conoscenza, che infatti mobilita consapevolezza e riconoscimento dell'altro.
Certo, sempre più spesso le amministrazioni pubbliche oggi scarseggiano di risorse. Dove trovarne di nuove? Proprio in quelle filiere di cui è composto il sistema-città. Solo questo può aumentare l'accessibilità alla conoscenza. Educare alla disponibilità al cambiamento, ecco allora il concetto-chiave per una politica educativa.
"Qual è oggi il modello di welfare?" si è chiesto Luciano Malfer, dirigente provinciale dell'Agenzia per la Famiglia della Provincia autonoma di Trento. "E' un modello fortemente sbilanciato sugli anziani. Riprendo quello che si diceva prima: occorre educare al cambiamento, anche se cambiare incontra inevitabilmente forti resistenze".
Malfer ha parlato allora di nuovi modelli di welfare, in alternativa a quello tradizionale: familiare, aziendale, fino a arrivare al welfare di comunità, in cui ciascuno può fare una parte assieme agli altri. "In Trentino questo percorso ha portato alla definizione dei Distretti Sociali, che genera capitale relazionale e poi anche economico, e in particolare dei Distretti Famiglia". Ha chiuso l'incontro in collegamento video Paolo Verri, direttore del Comitato Matera, che sarà capitale europea della cultura nel 2019. "Più della metà della popolazione mondiale abita nelle città, ma le realtà urbane sono in profonda e rapida trasformazione. Ecco perch è il riconoscimento di capitale europea della cultura è assegnato non alle città "belle", ma a quelle città che hanno saputo mettere in atto quelle best practice che si inseriscono in un modello generale post-fordista. A Matera ad esempio – ha proseguito Verri – siamo partiti da un nuovo racconto della sua storia, considerata una delle prime tre città più antiche al mondo. Guardiamo al nostro passato remoto per guardare al futuro. Gli amministratori pubblici devono avere la responsabilità di lavorare non per l'eterno presente in cui crediamo di essere inseriti, ma per un orizzonte temporale di cinque, dieci, quindici anni. Dobbiamo darci tempo". Guardare dunque al tempo lungo. E qui Verri ha lanciato alcune provocazioni: "A Matera non lavoriamo tanto per l'accoglienza, quanto piuttosto per la condivisione. Al visitatore è chiesto: in che modo puoi contribuire con noi a cambiare questa città?".
I PROSSIMI APPUNTAMENTI
Per la serata sono previsti due appuntamenti: alle 20.30 a Palazzo Istruzione Andrea Segrè, agroeconomista, fondatore di Last Minute Market e ora presidente della Fondazione Mach, presenterà il suo ultimo libro "L'oro nel piatto"; alle 21.00 al Teatro Zandonai andrà in scena Marco Baliani con un'affabulazione che prende spunto dallo spettacolo Tracce.
EDUCA riprende domani 19 aprile con seminari e dialoghi dedicati alla scuola, a maternità e paternità, al lavoro, ai maestri di vita con altri ospiti e studiosi di fama nazionale. Alle 10.30 il medico e psichiatra Gustavo Pietropolli Charmet e l'esperto di politiche educative Marco Rossi Doria presenteranno strumenti e modalità per rendere la scuola di oggi capace di accompagnare ed accogliere fragilità e talenti. Ma non solo a scuola si impara; così il filosofo Marcello Farina e il pedagogista Piergiorgio Reggio parleranno di maestri di vita, quelli che instillano il desiderio dell'incontro con l'altro e la passione per l'umanità. E ancora la paternità: i luoghi comuni sulla crisi dei padri saranno messi discussione da Ivo Lizzola, docente di Pedagogia dell'Università degli Studi di Bergamo e autore de "La paternità oggi. Tra fragilità e testimonianza".
Per info: http://www.educaonline.it - Educa è su facebook e twitter
Service video a cura dell'ufficio Stampa della Provincia autonoma di Trento -