Sabato, 02 Giugno 2012 - 02:00 Comunicato 1604

L'appello del procuratore Prestipino contro la successione generazionale nella 'ndrangheta
"CHI NASCE IN UNA FAMIGLIA MAFIOSA PUO' AVERE UN FUTURO DIVERSO"

La successione generazionale, il "vincolo di sangue" nella 'ndrangheta, rappresenta uno degli aspetti più significativi. "Chi nasce in una famiglia di mafia è convinto di avere un destino segnato, uguale al proprio padre ed al proprio nonno. Una mistificazione falsa e devastante, contro la quale c'è un grande impegno, soprattutto nelle scuole, per far capire che anche chi nasce in una famiglia 'ndranghtista può costruirsi un futuro diverso, lontano dalla criminalità e nella legalità". E' questo il messaggio lanciato da Michele Prestipino, procuratore aggiunto antimafia a Reggio Calabria, durante l'incontro "Dinastie di mafia" al Festival dell'Economia.-

Ad aprire l'evento al Teatro Sociale è stato Giuseppe Pignatone, attualmente procuratore della Repubblica di Roma, già sostituto procuratore a Palermo. Col suo lavoro è riuscito a dimostrare "l'unitarietà della 'ndrangheta", che comunque non è ancora "riconosciuta" tale dalla giustizia italiana. "La 'ndrangheta - ha sottolineato Pignatone - è un'organizzazione unica. Si pensava fosse costituita da famiglie divise e si è sottovalutato il pericolo. In realtà è unita non solo nei paesi della Calabria o nelle regioni del Nord Italia, ma è un'unica organizzazione diffusa capillarmente a livello globale dalla Germania, all'Australia al Canada con la sua "base operativa" in Calabria. Michele Prestipino, procuratore aggiunto a Reggio Calabria, che durante il suo operato a Palermo ha condotto le indagini sul sistema-Provenzano che hanno portato all'arresto del capo di Cosa Nostra nel 2006, ha focalizzato l'attenzione sulla tradizione 'ndranghetista. "Ci sono vere e proprie dinastie che affondano le radici all'inizio dell'Ottocento, ed ognuna ha regole precise. Questo tramandare di generazione in generazione ha creato la convinzione che chi nasce in una famiglia mafiosa non possa uscirne. Una mistificazione che, grazie all'impegno quotidiano di molte persone, si sta cercando di smontare". Infine, Michele Polo, professore di Economia politica all'Università Bocconi di Milano, ha ribadito la potenza economica della 'ndrangheta e la capacità di creare reti ed avere un monopolio sui cittadini-sudditi. "La mafia controlla il territorio attraverso un monopolio, non solo nella capacità di esercitare violenza, ma anche concedendo favori e creando una "rete" all'interno della società civile. Attraverso i favori si controlla, ad esempio, il mercato del lavoro e in questo modo si conquista un consenso sociale che permette alle mafie di mantenere questo monopolio". Per sconfiggerlo, è stato il messaggio, serve l'impegno quotidiano da parte di tutti per far prevalere il senso di legalità sulla criminalità organizzata. -