Tali principi - considerati dai giudici "ragionevoli e proporzionati" - prevedono sostanzialmente che con la riforma introdotta nel 2010 la programmazione commerciale non sia più basata su contingenti ricavati dal rapporto domanda/offerta, bensì facendo riferimento a regole e parametri di natura ambientale e urbanistica, nonchè di rispetto del contesto paesaggistico territoriale: quindi limiti prestazionali qualitativi e non più meramente quantitativi.
La sentenza riconosce dunque la potestà della Provincia di disciplinare, attraverso proprie regole, la qualità e le modalità insediative di nuove superfici commerciali, così da impedire una liberalizzazione immediata e disordinata ispirata unicamente ai principi della libera concorrenza.
La controversia, come si ricorderà, riguardava la pretesa da parte della società ricorrente di non dover sottostare ad alcuna regola di natura commerciale, invocando l'applicazione immediata, anche in Trentino, della direttiva sulla libera concorrenza, che non avrebbe imposto il rispetto di nessuna soglia di natura urbanistica e ambientale. Dall'altra parte la posizione, sempre sostenuta dalla Provincia, in base alla quale i centri commerciali, sia precedenti alla riforma che soprattutto quelli di futura programmazione, non possano appunto svilupparsi a prescindere da soglie di sostenibilità e compatibilità con il paesaggio e con il sistema infrastrutturale del territorio.
Il pronunciamento del Consiglio di Stato viene accolto con soddisfazione dall'assessore al commercio Alessandro Olivi, che rivendica sul piano politico la conferma della validità di uno degli elementi cardine della riforma del commercio: "Il nostro intento era e rimane quello di evitare una deriva speculativa e di consumo fuori controllo del territorio, che spesso limita fortemente la possibilità di valorizzare adeguatamente un modello commerciale che vuole fare dei centri storici, del patrimonio edilizio esistente e della riqualificazione dei format distributivi un elemento di qualità capace di contraddistinguere il modello trentino". -