Sabato, 01 Giugno 2013 - 02:00 Comunicato 1609

CALCIO, MA NON SOLO, E LA CORRUZIONE VA IN GOAL

In Italia, il fenomeno arriva da lontano e passa sotto il nome di calcio-scommesse: un modo elegante, quasi bizantino, per dire che i peggiori "bamboccioni" del pallone, oltre che viziati, sono pure corrotti. Quindi, doppiamente criminali: sportivamente ed economicamente. L'ultimo italico scandalo risale allo scorso anno ed ha confermato che le menti criminali non stanno a bordo campo ma in uffici superconnessi con le autostrade digitali, le uniche in grado di gestire e controllare in tempo reale un business - questo sì - globale. Secondo stime recenti, il fatturato delle scommesse illecite equivale a quello da centinaia di miliardi di euro della Coca Cola. Il rischio è praticamente nullo per chi lo compie. Perché si vende una partita? I giocatori in squadre dissestate, per fame di denaro e rancori e dirigenti senza scrupoli. Chi compra? Criminali spregiudicati, attirati dai guadagni altissimi e una casistica praticamente illimitata per chi scommette: si scommette, ad esempio, sul minuto in cui ci sarà il primo corner, il difensore lo sa e sbatte fuori il pallone. Nessuna gara alterata ma una vincita alle stelle.-

David Forrest, professore di economia alla Salford Business School e professore onorario del Macau Polytechnic Institute, ricorda: "Noi inglesi riteniamo di aver inventato lo sport e l'industria che gli va dietro". Ma lo stesso aggiunge che la tradizione delle scommesse ha pervaso già dal secolo scorso uno sport globale qual è il cricket, ritenuto lo sport più corrotto. Ma la lista è lunga e comprende sumo, tennis e pallamano, ma anche sport di nicchia quali le freccette. Il crimine non dorme mai. Nel calcio ogni settimana viene coinvolto un paese, l'ultima è stata la Romania con decine di giocatori arrestati. E nella vicina Ungheria non si sta meglio, considerato il crollo degli spettatori perché da quelle parti nessuno è più così sprovveduto da non sapere che le partite sono compromesse. "Le scommesse clandestine - conclude Forrest - sono crimine economico perché minano l'industria sportiva: in Cina il calcio ha perso interesse dopo lo scandalo scommesse".
Il volume d'affari ammonta a 300 miliardi di euro con guadagni per 30/40 miliardi: a farla da padrona sono, guarda a caso, i paesi asiatici. La centrale mondiale è Singapore e da lì si muovevano i fili dell'ultimo scandalo scommesse italiano.
"Chi paga - spiega Thomas Feltes, professore di criminologia e scienza delle Investigazioni all'Università della Ruhr - sono le famiglie ma anche lo Stato, responsabile di non stringere le maglie giuridiche e i controlli sui flussi finanziari. La Germania ha speso, per i suoi 300 mila giocatori patologici, circa 60 miliardi di euro". -