Sabato, 02 Giugno 2018 - 18:09 Comunicato 1317

C'è spazio per grandi opportunità

L’incontro con Roberto Battiston, presidente dell’ASI - Agenzia Spaziale Italiana, Massimo Comparini, Dan Hart e Jeffrey Mander apre a tutti noi una finestra nuova sullo spazio e sul futuro.
La new space economy sta rivoluzionando il settore spaziale. Gli imprenditori provenienti dall’economia digitale e da settori diversi, hanno portato nuovi capitali, nuove idee e nuovi servizi. Grazie alle applicazioni derivanti dall’osservazione della Terra, dalla geolocalizzazione e dal turismo spaziale, lo spazio diventa un’opportunità formidabile di sviluppo economico e sociale. Ed è proprio questo aspetto economico sociale dello spazio che serve a trainare gli altri settori dell'economia globale.
Lo spazio non si limita ad un concetto legato all’informazione che ci perviene dalla scienza e dalla ricerca, fatto di meravigliose immagini e da una letteratura fantastica; esiste infatti un altro aspetto dello spazio che punta alle applicazioni, ai servizi, a ciò che serve all’uomo. Un aspetto meno noto, che parte sì, dal fascino dalla scienza ma arriva alle applicazioni dell'industria spaziale. L’economia spaziale è un'economia di punta, con un valore particolare, perché si trova sulla frontiera dello sviluppo: per ogni dollaro che viene speso, si ha un ritorno di sei volte tanto. Anche l’Italia investe in industria spaziale a livello mondiale e i ritorni sono pari a circa il 16%. Inoltre, è stato messo in campo un Piano Stralcio di space economy che prevede iniziative co-finanziate al 50% dal pubblico e al 50% da soggetti privati, che avranno un rendiconto futuro nel medio lungo periodo. Un esempio importante di come il pubblico possa trainare il privato verso grandi imprese.



Per il ciclo “Confronti”, Roberto Battiston, presidente dell’ASI - Agenzia Spaziale Italiana, interviene ad un incontro dal titolo: “Lift-off, parte il razzo della space economy” con Massimo Comparini, Dan Hart e Jeffrey Manber.

La new space economy sta rivoluzionando il settore spaziale. Gli imprenditori provenienti dall’economia digitale e da settori diversi, hanno portato nuovi capitali, nuove idee e nuovi servizi. Grazie alle applicazioni derivanti dall’osservazione della Terra, dalla geolocalizzazione e dal turismo spaziale, lo spazio diventa un’opportunità formidabile di sviluppo economico e sociale. Ed è proprio questo aspetto economico sociale dello spazio che serve a trainare gli altri settori dell'economia globale.

Il Prof Battiston spiega come lo spazio non si limiti ad un concetto legato all’informazione che ci perviene dalla scienza e dalla ricerca, fatto di meravigliose immagini e da una letteratura fantastica; esiste infatti un altro aspetto dello spazio che punta alle applicazioni, ai servizi, a ciò che serve all’uomo. Un aspetto meno noto, che parte sì, dal fascino dalla scienza ma arriva alle applicazioni dell'industria spaziale.

Il presidente dell’ASI presenta l’attività prodotta dall’industria dello spazio. Nello spazio si fanno tantissime cose, alcune al limite della fantascienza, altre molto concrete. L’incontro di oggi - afferma il professore - vuole aprire a tutti voi una finestra nuova sullo spazio e sul futuro. 

Si parte dai numeri dell’industria spaziale: si parla di 300 miliardi di dollari all’anno (dato 2016). Un’economia di punta, che ha un valore particolare perché si trova sulla frontiera dello sviluppo: per ogni dollaro che viene speso, si ha un ritorno di sei volte tanto. 

Oggi si parla di space economy come si parlava di new economy, l’economia delle start up, dei tentativi che sono in grado di sviluppare nuovi prodotti. Negli USA, si sono avute iniziative private di investitori privati che hanno investito quelle risorse accumulate in altri progetti per fare nuove cose in ambito spaziale. L'ingresso di questi investitori provati ha prodotto un cambiamento radicale nell'industria spaziale americana, un'azione pubblica-privata di sviluppo che ha portato a grandi risultati. 

Ma è importante sapere che non solo gli Stati Uniti portano avanti certi progetti, anche in Europa abbiamo delle realtà importanti, come ad esempio, la produzione di razzi. L’Italia ha una tradizione spaziale che nasce negli anni '60. Queste radici si sono sviluppate nel tempo con particolare continuità, con azioni governative a sostegno dell’industria spaziale. Negli ultimi anni, questa tradizione è cresciuta e si è ulteriormente raddoppiata. Ciò ha un valore abbastanza alto se si pensa che siamo di fronte ad una agenzia pubblica di ricerca che sostiene lo sviluppo dell’attività spaziale.

L’Italia investe in industria spaziale a livello mondiale e i ritorni sono pari a circa il 16%. Per quanto riguarda l’occupazione del settore, nel triennio 2014-16, si presenta un aumento del 2% nelle grandi imprese e del 21% nelle PMI. Il dato interessante è che sempre nel triennio 2014-16, sono stati assunti 675 nuovi addetti nel settore. Un turn over significativo.

Fra gli strumenti che attualmente il governo mette in campo, accanto all’Agenzia Spaziale Italiana, c’è un’iniziativa innovativa che rappresenta uno strumento di co-finanziamento all’attività spaziale. Per stimolare l’industria a portarsi in forma totalmente privata, è stato messo in campo un Piano Stralcio di space economy che prevede iniziative co-finanziate al 50% dal pubblico e al 50% da soggetti privati, che avranno un rendiconto futuro nel medio lungo periodo. Un esempio importante di come il pubblico possa trainare il privato verso grandi imprese.



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