Luca De Biase, editor di innovazione al Sole 24 Ore e moderatore dell’evento, ha sottolineato il ruolo delle città come nuova dimensione della relazione civica, e come incubatori di innovazione, in un momento di grande fragilità dello Stato.
“Ai cittadini, e non ai governi alle banche e alle multinazionali, va data la possibilità di capire quali dati condividere e con chi, grazie a regole trasparenti ed etiche e soprattutto grazie a un’alfabetizzazione digitale”, ha evidenziato Francesca Bria, portando l’esempio del database pubblico Blockchain. “Bisogna iniziare prestissimo a insegnare le materie Steam. A Barcellona abbiamo quattro FabLab per collaborare con i curricula di tutte le scuole in questi ambiti”, ha detto Bria.
L’assessora Cocco, dopo aver sottolineato come Milano sia una città sulla rampa di lancio, anche grazie alla spinta di Expo, ha svelato i tre pilastri sui quali è basata la “rivoluzione” tecnologica all’ombra della Madonnina. “Puntiamo su una forte collaborazione tra pubblico e privato, su un grande network tra città al di là delle singole posizioni politiche e sulla partnership informali con le eccellenze internazionali”.
Entrambe le innovatrici hanno concordato sulla necessità di creare processi di reale partecipazione cittadina attraverso le IT, senza temere impatti negativi sul lavoro. “La tecnologia sostituisce la persona nelle attività a minore valore aggiunto, mentre l’individuo va stimolato in mansioni che lo valorizzano” .
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