Martedì, 23 Giugno 2015 - 02:00 Comunicato 1607

Così oggi l'assessora provinciale alla salute e solidarietà sociale, al convegno sul tema sanità di valore e risorse
BORGONOVO: "LA PAROLA D'ORDINE È ALLEANZA"

Società solidali sono società più sane - ha commentato nelle sue conclusioni l'assessora provinciale Donata Borgonovo Re, oggi al convegno dedicato a sanità e risorse -, per questo è fondamentale rafforzare sempre più l'alleanza fra cittadini e professionisti, uno dei temi cardine del costruendo Piano per la Salute del Trentino. Il Piano - ha infatti rimarcato l'assessora - è davvero lo strumento da cui partire, sta acquisendo una forza che nasce dal modo con cui il processo si sta realizzando nella nostra comunità. Dobbiamo cogliere questa occasione di trasformazione, anche perché il tema delle risorse a disposizione ci spinge a cambiare". E se è vero che il calo delle risorse è limitato, rispetto alla cifra a disposizione "circa 60 milioni di euro in meno tra il 2012 e il 2017 rispetto a 1,1 miliardi di euro destinati alla sanità", è anche vero che bisogna sempre più muoversi verso "una dimensione di appropriatezza nel garantire la salute delle persone". In questo senso la cornice è rappresentata proprio dal Piano per la Salute: "Uno dei temi affrontati nel Piano - ha spiegato l'assessora Borgonovo Re - è quello di rafforzare nei cittadini la competenza in salute, poiché ognuno di noi deve poter chiedere o rifiutare prestazioni che hanno a che fare con la propria salute, senza cedere alla cosiddetta bulimia prestazionale. Ma dobbiamo rafforzare anche la responsabilizzazione dei professionisti, perché sempre più i medici devono spiegare ai propri pazienti le buone abitudini di vita e non limitarsi a mere prescrizioni". Quella tracciata dalla assessora provinciale Donata Borgonovo Re, oggi al seminario promosso dall'Assessorato alla salute e solidarietà sociale presso l'auditorium del Centro servizi sanitari di viale Verona, è in sostanza un'alleanza virtuosa fra cittadini e professionisti, per crescere in salute e poter avere, anche in futuro, le risorse necessarie per garantire la qualità di vita e di salute della comunità.-

Al seminario "Buona sanità con meno risorse: una sfida possibile. Dalla politica dei tagli e degli esuberi alla costruzione di una sanità di valore", che si è tenuto stamani presso l'Auditorium Centro servizi sanitari di Trento, sono stati tanti i contributi che hanno approfondito gli aspetti della sanità trentina. In apertura è stato Pirous Fateh-Moghadam, dell'Osservatorio per la salute della Provincia, che ha introdotto la cornice del Piano per la Salute del Trentino, di cui da poco si è conclusa la fase di consultazione on line rivolta ai cittadini. Dal 1' aprile al 20 giugno sono state 140 le proposte inserite, 693 le valutazioni ed opinioni espresse, 2.984 i singoli utenti che sono entrati nella piattaforma e 5.213 gli accessi complessivi, che si vanno ad aggiungere agli oltre 200 contributi arrivati durante la prima fase del Piano, riservata ai soggetti rappresentativi di servizi, enti e istituzioni che si occupano di salute. Cinque gli obiettivi del Piano: più anni di vita in buona salute, sistema sociosanitario con la persona al centro, comunicazione e competenza in salute, contesto di vita e di lavoro favorevole alla salute, ridurre le disuguaglianze sociali nella salute e aumentare la solidarietà.
Quindi Antonio Bonaldi, presidente di Slow Medicine ha spiegato che è sempre più importante raggiungere il traguardo di cure più sobrie e rispettose, per dare valore alla salute e alle prestazioni, mentre Tiziano Vecchiato, della Fondazione Zancan, ha illustrato come orientare le risorse nell'assistenza sociale. Marco Clerici, della Scuola di formazione in medicina generale di Trento, ha portato l'esperienza dei medici di medicina generale, mentre Anna Brugnolli, del Polo universitario delle professioni sanitarie, ha presentato la formazione infermieristica in Trentino. Roberto Pallanch, del Servizio provinciale politiche sociali, ha parlato del tema strategico della compartecipazione alla spesa, sul quale la Giunta provinciale ha avviato una sperimentazione sull'assistenza domiciliare, pasti a domicilio e tele assistenza, ovvero su tre interventi di sostegno alla domiciliarietà: a partire dal 1' luglio 2015 per diciotto mesi sarà introdotto infatti l'indicatore Icef per calcolare la partecipazione ai costi dei servizi. Obiettivo, come ha spiegato Pallanch, è quello di raggiungere una maggiore equità, visto che l'indicatore Icef combina reddito e patrimonio. "Attualmente - ha concluso Pallanch - su 5.200 utenti interessati vi sono state oltre 4.000 dichiarazioni presentate, di queste il 23% rappresentano nuclei familiari con solo due persone e il 72% rappresentano nuclei monofamiliari, composti per l'86% da over 65enni e dal 13% da over 90enni".
Infine in conclusione le considerazioni di Giovanni Maria Guarrera, direttore dell'Unità di specialistica ambulatoriale dell'Azienda sanitaria, che ha affrontato il tema costi sotto il profilo della mobilità passiva e sotto quello della spesa farmaceutica che in Trentino, da dieci anni a questa parte è fra le più basse d'Italia. Guarrera ha infine portato l'esperienza di TreC, la cartella clinica del cittadino, che sta consentendo risparmi consistenti, assieme al percorso di dematerializzazione delle ricette.
Fotografie a cura dell'Ufficio Stampa -



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