Venerdì, 31 Maggio 2013 - 02:00 Comunicato 1575

BOLDRINI: LA TUTELA DEI DIRITTI UMANI VIENE PRIMA DELLA SOVRANITA'

Laura Boldrini, per ventiquattro anni impegnata nelle Agenzie delle Nazioni Unite, di cui gli ultimi quindici come portavoce dell'Alto Commissariato per i Rifugiati, prima di essere eletta presidente della Camera dei Deputati italiana, ha portato all'ottava edizione del Festival dell'Economia di Trento un messaggio molto forte e diretto: è possibile ed è giusto limitare la sovranità degli Stati, ad esempio per tutelare i diritti dei rifugiati, oppure per impedire che i diritti umani vengano scandalosamente violati dalle dittature o nel corso dei conflitti, anche se intervenire non deve significare automaticamente usare le armi. Ed ancora, è giusto intervenire per tutelare diritti che scavalcano i confini, come quello dei lavoratori ad essere trattati in maniera dignitosa e a non morire a centinaia sotto le macerie della propria fabbrica, come è accaduto recentemente a Dacca. Riguardo all'Europa la presidente Boldrini è stata altrettanto chiara: "Ci vuole un'Europa politica, un'Europa dei diritti e del welfare, un'Europa unita solidale".-

La presidente è stata accolta, al suo arrivo in sala Depero, dal presidente della Provincia autonoma di Trento, Alberto Pacher. "Quando l'Europa potrà dire con sicurezza di essere un punto di riferimento fondamentale per quanto riguarda la tutela dei diritti umani - ha detto Pacher - potrà avere la certezza di essere davvero sulla strada giusta. La presidente Boldrini nel corso della sua lunga attività nelle Nazioni Unite e in particolare come Alto Commisario per i rifugiati si è confrontata con ogni genere di situazione drammatica e di violazione sistematica di questi diritti. Per questo la ringraziamo per essere venuta a Trento a portare la sua preziosa testimonianza".
Nel suo intervento la Boldrini ha parlato innanzitutto dei diritti dei migranti. "Quando chi fugge da violenze e persecuzioni non viene accolto in un Paese a cui chiede protezione -a detto la Boldrini - la sovranità di quello Stato deve essere chiamata in causa in nome del diritto internazionale. Diritto internazionale che sancisce il diritto all'asilo e il principio del non respingimento. Lo dice anche la nostra Costituzione, all'articolo 10. Ma negli ultimi anni, sono stati frapposti molti ostacoli al rispetto di questo principio e la stessa Italia è stata condannata per non aver rispettato il principio del non-respingimento, contenuto nella Convenzione di Ginevra del 1951".
La presidente Boldrini si è poi soffermato sui diritti economici e sulla Grecia in particolare. "Quando l'ho visitata - ha detto - ho visto un Paese sottoposto alle verifiche stringenti della cosiddetta Troika (Commissione Europea, Banca Centrale Europea, Fondo Monetario Internazionale), con decine di migliaia di persone precipitate nella povertà, nel disagio sociale, perfino nella mancanza di medicinali negli ospedali e nelle farmacie e con una tensione sociale incandescente. E' il caso estremo di cessione di sovranità sulle sole materie economiche e sulle politiche di bilancio". Quella che è mancata, invece, è un'Europa politica, capace non solo di imporre misure di austerity, un'Europa più forte, più unita, più solidale.
Ed ancora, dopo i diritti dei lavoratori, scandalosamente violati in quelle realtà dove si delocalizzano le produzioni che poi invadono i mercati dell'Occidente (il richiamo è stato alla tragedia di Dacca, nella quale hanno perso la vita oltre un migliaio di lavoratori fra le macerie della loro fabbrica), la questione più spinosa: l'ingerenza umanitaria.
"Ho visto che cosa possono produrre le sovranità nazionali ai danni dei loro concittadini - ha detto ancora la Boldrini - . Mi riferisco alle dittature, alle pulizie etniche, agli stermini di massa, alle guerre civili. Mi sono indignata come molti di fronte all'indifferenza del mondo. Penso che, di fronte alla mortificazione della dignità umana, esista un diritto-dovere all'ingerenza negli affari interni. Ma a due condizioni. Primo, che si decida applicando scrupolosamente il diritto internazionale e non in maniera unilaterale o con coalizioni estemporanee. Secondo, che ingerenza non significhi necessariamente intervento armato. E qui bisogna distinguere: i militari fanno i militari, gli operatori umanitari fanno un'altra cosa. Ci si può incontrare, ma le agende sono distinte".
Infine dalla Boldrini un appello ad essere più presenti nel Mediterraneo, sostenendo gli sforzi di democratizzazione dei nostri vicini, "di cui non sappiamo quasi nulla". Con una visione di medio-lungo termine, e senza cedere alla tentazione di fare affari con i dittatori.

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