La Provincia da anni è impegnata a sostenere le attività economiche che operano in situazioni svantaggiate e periferiche (sono circa 200 i negozi multiservizi, per una spesa annuale di 2 milioni di euro) soprattutto nelle zone di montagna dove è sempre più forte il rischio di spopolamento, a causa dell’evoluzione del contesto economico-sociale e dell'invecchiamento della popolazione. Il sostegno assicurato ai negozi cosiddetti "multiservizi" risponde alla necessità di mantenere viva una comunità non soltanto assicurando la possibilità di fornirsi di generi di prima necessità, ma anche mantenendo vivo un punto di aggregazione e di erogazione di altri servizi, necessari agli abitanti della zona, servizi che nel tempo si sono modificati a seguito all’evoluzione delle esigenze della popolazione.
Nella nuova disciplina viene data particolare rilevanza alla possibilità di erogare servizi in convenzione con enti pubblici; a questo proposito, i Comuni sono i primi e naturali soggetti cui fare riferimento, soprattutto a seguito dei numerosi accorpamenti di Comuni che nelle valli hanno portato spesso gli uffici comunali lontani da buona parte della popolazione che ne deve usufruire. Così il Comune potrà ad esempio convenire con il “multiservizi” la gestione degli impianti sportivi esistenti in zona, oppure la gestione di un servizio di biblioteca.
Il provvedimento approvato venerdì scorso dalla Giunta modifica i criteri che disciplinano gli interventi per favorire la permanenza di attività economiche in zone montane, riorganizzando l’elenco delle attività che possono ricevere il contributo e prevedendo nello specifico per gli esercizi di dettaglio alimentare:
- una rimodulazione degli interventi erogati a titolo di sostegno ordinario all’attività “multiservizi”;
- un nuovo tipo di contribuzione a seguito dell’erogazione di servizi di interesse economico generale (SIEG), individuati nella stessa deliberazione.
Per quanto riguarda il sostegno ordinario, le modifiche di maggior rilievo puntano ad aumentare il contributo economico, valorizzando in modo particolare la stipula di una convenzione tra il punto vendita ed un ente pubblico, cha potrà arrivare fino ad 11.000 euro e riconoscendo un premio più elevato in particolari situazioni svantaggiate, pari a 14.000 euro annuali, per i dettagli di generi alimentari e di prima necessità collocati in località situate ad una altitudine di almeno 800 metri e con una popolazione residente non superiore ai 100 abitanti.
Per quanto riguarda invece l’individuazione dei servizi di interesse economico generale (SIEG), questi sono definiti dalla presenza nell’esercizio commerciale di almeno 4 attività di cui almeno 2 di particolare interesse collettivo (ad esempio l’attività di punto di recapito farmaci oppure la vendita di almeno dieci referenze di prodotti per celiaci).
A compensazione dei costi sostenuti per l’erogazione dei “SIEG” l’impresa riceverà, per ogni punto vendita erogante, un importo di 12.000 euro annuali, che saliranno a 14.000 nel caso in cui uno dei due SIEG obbligatori sia un servizio erogato in convenzione con gli enti pubblici.
La Provincia autonoma di Trento, con apposito avviso, solleciterà una manifestazione di interesse a tutte le imprese dotate dei requisiti previsti. L’impresa che intende fornire i “SIEG” nelle località individuate dai criteri, una volta specificati i servizi che intende fornire attraverso una manifestazione di interesse, riceverà dalla Provincia di Trento un formale atto di incarico, che costituisce un obbligo di servizio pubblico in capo al fornitore.
I contributi relativi alle località particolarmente svantaggiate potranno essere erogati a fronte delle domande di contributo già arrivate alla Provincia per l’attività svolta nel corso del 2017.
L'intervista al vicepresidente Olivi