
Romana, classe 2002, nei suoi brani Ariete racconta, come pochi altri artisti italiani sanno fare, la dimensione dei giovani d’oggi attraverso un pop d’autore che lei stessa definisce “contemporaneo”. La sua storia è quella di una ragazza che con la forza delle idee è passata dalla sua cameretta ai palchi: “Io ho sempre fatto questo nella vita - ha raccontato Ariete - quando tornavo da scuola, restavo chiusa in camera a scrivere e suonare. Un anno e mezzo prima del Covid ho contattato disperatamente tutte le etichette discografiche soprattutto su Instagram, senza successo. Poi si sono allineati un po’ di pianeti e Marco degli Psicologi ha ascoltato per caso un pezzo che avevo pubblicato da sola, con due amici di Anzio, e l’ha fatto ascoltare ad Alberto, il mio attuale manager. Dovevo aprire “Rock in Roma” degli Psicologi nel 2020, ma a causa del Covid non è più stato possibile farlo. Siamo però rimasti in contatto, ho firmato un album con loro ed è andata bene così”. Sulla sua capacità di raccontare il mondo dei giovani d’oggi invece ha spiegato: “Il mio obiettivo non è quello di rappresentare qualcosa, ma scrivo come una ragazza di vent’anni e i miei coetanei si rivedono nelle mie canzoni. Mi fa piacere che si sia sbloccato qualcosa in Italia, ora puoi riuscire a esprimerti anche se non hai una certa età o certi testi. È bello che molti ragazzi della mia età siano in questo flusso con me, come Psicologi, Madame o Blanco”. Sulla sua giornata-tipo Ariete ha detto: “La mia vita e il mio lavoro sono un tutt’uno. Se non vivi determinate esperienze, è impossibile avere lo stimolo per scrivere cose nuove. Ho una vita molto frenetica, vivo a Roma dove ho tanti amici e la mia etichetta. Io non scrivo tantissimo, sono stata anche due mesi di fila senza scrivere e non mi piace entrare nell’ottica di doverlo fare per forza. Per fortuna sono molto ispirata e pubblico qualcosa ogni sei mesi, ogni anno”. Il 2023 di Ariete si è aperto nel segno di Sanremo: “Ci sono andata volentieri. Amadeus e la sua spalla Massimo Martelli hanno portato una svolta al festival, ora puoi essere meno convenzionale anche nella cosa più grande a livello televisivo. Avevo già apprezzato il festival da spettatrice seguendo Madame e penso che valga la pena fare Sanremo più dei talent perché credo prenda proprio un bello spicchio di persone, anche tra i più giovani”.