Venerdì, 05 Maggio 2017 - 19:20 Comunicato 1062

Oggi la presentazione della pubblicazione curata dall’Ufficio pari opportunità e una tavola rotonda con l’assessora Ferrari
"All'inizio andava tutto bene": i racconti di 11 donne uscite dalla violenza

Si chiamano Alcesti, Andromaca, Deianira, Ecuba, Gorgofone, Atalanta, Amimone, Polissena, Ifigenia, Asteria, Creusa; i nomi sono tratti da figure femminili della mitologia greca e sono le 11 protagoniste delle storie raccolte nella breve pubblicazione edita dall'Ufficio pari opportunità - Osservatorio sulla violenza di genere. Oggi in sala Falconetto a Trento, la presentazione.
“Abbiamo una grossa responsabilità rispetto a un tema quanto mai all’ordine del giorno al punto da diventare abituale. La violenza alle donne è un tema centrale che va affrontato dalla politica, che io rappresento, ma anche dall’intera comunità. Siamo tutti coinvolti e stiamo lavorando proprio come sistema, una serie di soggetti impegnati ciascuno a fare la propria parte per raggiungere un obiettivo comune e il più coordinati possibile: dopo l’approvazione della legge 6/2010 lavorare in rete è diventata la realtà”. Con queste parole l’assessora alle pari opportunità, Sara Ferrari, ha aperto l’incontro. Sul tavolo la dirigente del Servizio Politiche sociali Ileana Olivo, che ha portato il saluto dell’assessore alla salute e politiche sociali Luca Zeni e le due giornaliste dell’Ufficio Stampa della Provincia che hanno curato la pubblicazione, Arianna Tamburini e Gianna Zortea. A moderare Lucia Trettel, responsabile dell'Ufficio per le politiche di pari opportunità e conciliazione vita-lavoro dell'Agenzia per la Famiglia, mentre Marzia Todero ha proposto la lettura e l'interpretazione di alcuni brani del testo. Presente anche il dirigente dell’Agenzia per la Famiglia, Luciano Malfer.

“All’inizio andava tutto bene… Uscire dalla violenza si può. Storie di madri, di mogli, di figlie”, questo il titolo, vuole dare “corpo e realtà ai numeri che vengono pubblicati ogni anno”, è stata quindi l’introduzione di Lucia Trettel. E se l’assessora Ferrari ha anche ricordato anche l’urgenza che il mondo maschile metta in atto una “forte assunzione di responsabilità”, perché la violenza sulle donne “è un problema degli uomini ed è proprio su questo tema che dobbiamo maggiormente lavorare, la la dirigente Ileana Olivi ha sottolineato la collaborazione in atto fra i diversi servizi della Provincia evidenziando la necessità che le “donne diventino protagoniste e responsabili del proprio destino, responsabili ma non colpevoli”.
Come infine spiegato della giornaliste, la pubblicazione “All’inizio andava tutto bene…”, deve il suo titolo alla frase che gli addetti ai lavori sentono più di frequente nel raccogliere le testimonianze di donne maltrattate. Si tratta di storie esemplari, private dei dettagli personali, ma non stereotipate: l’obiettivo è quello che altre donne si riconoscano in queste testimonianze e abbiano la forza di dire basta.
Dopo la presentazione una tavola rotonda che ha visto interloquire alcuni dei soggetti che, in Trentino, si occupano di accogliere e sostenere le donne che hanno subito violenza con Alessandra Pauncz, psicologa e presidente di Relive - Rete nazionale dei centri per autori di violenza, Loredana lazzeri della Casa Rifugio, Franca Gamberoni di ALFID, Barbara Bastarelli del Centro Antiviolenza e Maria Luisa Bonura della Fondazione Famiglia Materna. Una tavola rotonda che ha affrontato il tema della paura delle donne, della difficoltà nel riconoscere la violenza e poi nel raccontarsi e degli strumenti a disposizione delle donne, fra cui la app “TeStalking”.

Info: la pubblicazione è disponibile presso l'Ufficio per le politiche di pari opportunità e conciliazione vita-lavoro, in via Grazioli 1 a Trento, http://www.pariopportunita.provincia.tn.it/filesroot/Documents/pubblicazioni/2017_04_04_libro%20storie%20donne_def.pdf 

I numeri della violenza di genere in Trentino (2015)
Nel report curato dall'Osservatorio provinciale per la violenza di genere si evince che nel 2015 sono state 597 le denunce in provincia di Trento, sporte da donne per reati ascrivibili ad episodi potenzialmente connessi a violenza di genere, fra denunce presentate a Polizia di Stato e Carabinieri (524) e Polizia Locale e Procura; nel 2014 erano state 608; nel quinquennio 2011-2015 sono state in tutto 2.898, in termini statistici 18 denunce ogni 1.000 donne. La metà delle denunce raccolte vede come presunto autore un uomo che proviene dall'ambito familiare. Partner e ex-partner sono infatti i più frequentemente indicati nelle denunce come presunti autori delle violenze (rispettivamente 20% e 21%), seguiti dagli altri famigliari (9,2%). Non è questa una novità: la relazione affettiva è anche l'ambito in cui si sperimenta il potere e la violenza ne è spesso l'espressione. L'approvazione di nuove norme ha fatto aumentare la sensibilità e la non tolleranza verso alcuni comportamenti: è aumentato infatti il numero degli ammonimenti d'ufficio, il cui obiettivo è essenzialmente quello di "richiamare" l'autore della violenza e bloccare in questo modo una eventuale recidiva: dai 12 nel 2011 ai 149 nel 2015. I dati relativi alle denunce offrono anche uno spaccato sulla provenienza di vittime e presunti autori che sono principalmente di nazionalità italiana (73% delle vittime e 76% dei presunti autori).
Infine in Trentino sono nove gli enti che offrono servizi specializzati alle donne vittime di violenza. Nel 2015 le donne costrette ad abbandonare la propria casa a causa della violenza subita e che sono state accolte in un servizio residenziale sono state 66; altre 37 donne erano già in carico ai servizi, per un totale di 103 donne presenti nelle strutture provinciali, nel 2014 erano 74; è confermato come nella  maggioranza dei casi il soggetto maltrattante è l’uomo con cui la vittima ha una relazione stabile, una donna su sei dichiara di aver già vissuto un’esperienza violenta, quasi sempre all'interno della famiglia di origine. Anche il numero dei minori presenti in struttura con la madre è aumentato: nel 2014 erano 75, nel 2015 93. Sempre nel 2015 le donne che si sono rivolte ai due servizi non residenziali con richieste di sostegno, orientamento e consulenza psicosociale e legale sono complessivamente 329; di queste 265 si sono rivolte per la prima volta mentre 64 erano già in carico, rispetto agli anni precedenti il numero di donne si mantiene di fatto stabile; i figli delle donne che si sono rivolte ai servizi non residenziali sono complessivamente 457. Rispetto ai servizi residenziali, si evidenzia un numero maggiore di violenze per stalking.

(at)


Immagini