Giovedì, 11 Maggio 2017 - 15:11 Comunicato 1119

Cerimonia di chiusura del percorso di dottorato per studenti provenienti da diverse aree del mondo
Agricoltura, nutrizione e ambiente: gli approcci innovativi di studio di 19 nuovi dottori della Scuola internazionale di ricerca

Diciannove nuovi dottori hanno completato oggi il proprio percorso formativo durato quattro anni presso la Scuola di ricerca “FEM International Research School of Trentino” della Fondazione Edmund Mach.
Si tratta di giovani laureati selezionati attraverso bandi internazionali, provenienti da Italia, Africa, Libano, Grecia, Sudamerica. Per alcuni di loro si è già aperta la strada ad opportunità professionali presso enti quali Unesco IHE Institute for Water Education, University of Reading, il Centro di Sperimentazione Laimburg, il Muse, l'Agenzia provinciale per la tutela dell'ambiente della Provincia autonoma di Trento.
Alla cerimonia presso il Palazzo Ricerca e Conoscenza sono intervenuti il presidente Andrea Segré e la dirigente del Centro Ricerca e Innovazione, Annapaola Rizzoli.

“La scuola di dottorato FIRST porta una ventata di internazionalizzazione nella Fondazione -ha spiegato il presidente Segrè -. Un gruppo di studenti di 18 nazionalità che indagano materie molto diverse tra loro, ma tutte ricollocabili sotto il cappello dell’approccio One Health – incentrato su una salute unica e globale - che FEM come istituzione ha abbracciato tra i primi in Italia. Molte delle tesi presentate oggi hanno ripercussioni sul nostro territorio a dimostrazione che le dimensioni locale e globale possono coesistere e che, anzi, nella ricerca si arricchiscono reciprocamente. Questa doppia visione – territoriale e internazionale – sarà mantenuta nel Centro universitario congiunto C3A che partirà ufficialmente in autunno con i primi studenti e che sarà anche la nuova sede del percorso di dottorato”.
Nelle tesi discusse oggi Daniele Buonassisi, Selena Tomada e Haile Zeraye Mehari hanno affrontato il tema della resistenza della vite e delle sue interazioni con i patogeni, Rachele Nieri si è occupata di comunicazione vibrazionale, Valentina Cappelletti ha studiato il metabolismo cellulare nei lieviti; Andrea Mancini, Francesco Strati e Athanasios Koutsos hanno analizzato il ruolo svolto dal microbiota intestinale sulla salute e sul benessere umano, mentre Camilla Capelli, Alexis Marchesini e Sajid Pareeth si sono occupati di salute degli ecosistemi lacustri. Michele Poli e Irene Criscuoli hanno individuato risorse innovative per la produzione di energia dalla natura; Alessandro Franzoi ha affrontato il tema dell’ecologia animale, Giovanni Marini le dinamiche di diffusione dei vettori di importanti malattie come il virus West Nile, Matteo Marcantonio le zanzare invasive e Giulia Molinatto la patologia vegetale e la microbiologia applicata. Di vite e interazioni con patogeni si è occupato Uan Sebastian Lopez Fernandez e di allocazione di carbonio nel melo Francesco Reyes.
La Scuola internazionale di ricerca della Fondazione (FIRS>T) è nata nel 2012 dalla fusione tra la rete di collaborazione Genomics and Molecular Physiology of Fruit (GMPF) e le attività di formazione di altri settori strategici della Fondazione. Si tratta di una delle iniziative più ambiziose e innovative lanciate dal CRI negli ultimi anni, attivando circa 140 borse di studio e creando una solida rete di collaborazione internazionale sia con il mondo accademico, con gli enti di ricerca ed il settore privato. Dal 2011 ad oggi si sono formati più di 70 dottori di ricerca; 18 nazionalità e 35 affiliazioni a università ed enti di ricerca di tutto il mondo; ad un anno dall'ottenimento del titolo, circa l'80% dei diplomati ha trovato un lavoro altamente qualificato.

Fotoservizio FEM



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