Martedì, 31 Luglio 2012 - 02:00 Comunicato 2341

Gli appuntamenti dall'8 al 19 agosto a Villa Lagarina, Isera, Ala, Mori
AL VIA IL "LAGARINA JAZZ FESTIVAL"

Saranno sei gli eventi proposti quest'anno nell'ambito di LAGARINA JAZZ FESTIVAL, in calendario da mercoledì 8 a domenica 19 agosto. Si partirà con il concerto della Villa Lagarina Big Band, affidata alla direzione di Alberto Canevali e si proseguirà, sempre a Palazzo Libera di Villa Lagarina, con il trio di Joseph Bowie, Mauro Ottolini e Zeno De Rossi. Il duo formato da Giovanni Falzone e Paolino Dalla Porta sarà a Castel Corno di Isera mentre ad Ala, a Palazzo Malfatti, terrà concerto il quartetto del sassofonista Mattia Cigalini. A Mori, nella piazza dell'ex Municipio di esibiranno invece il chitarrista Bebo Ferra e il trio del musicista di casa Matteo Turella.-

Nell'edizione 2012 di Lagarina Jazz si vanno magicamente allacciando alcune interessanti linee di contatto con le passate edizioni: un concerto del 2008 di Slide Family, organico di dodici tromboni e due batterie diretto da Mauro Ottolini, diventa quest'anno un trio con due tromboni e batteria. Stessi strumenti, ma il numero è ridotto all'osso. Certo, anche noi sentiamo il peso della crisi e dobbiamo fare economia... A parte l'inciso scherzoso, l'incontro al vertice del trombonista Joe Bowie, portento del jazz, dell'improvvisazione e del funk statunitense, con Ottolini e con la batteria di Zeno De Rossi, dimostrerà che il potenziale di energia non è necessariamente legato al numero dei musicisti coinvolti. Da un altro punto di osservazione, gli stessi Ottolini e De Rossi erano protagonisti lo scorso anno di uno strepitoso concerto del sestetto di Franco D'Andrea a Villa Lagarina. Così è il jazz: fatto di fili che si intrecciano, di musicisti che vedono incrociarsi le loro strade, di grande elasticità e disponibilità all'avventura, al gioco d'azzardo ben consapevole. Ne sanno qualcosa Giovanni Falzone e Paolino Dalla Porta, la cui esperienza immensa va a convergere nel duo che ad ogni passo prende direzioni inusitate, si butta a scandagliare strade impervie, eppure sempre ben controllate dall'esperienza, dalla composizione, dalla consapevolezza.
Il trio, poi il duo, ed ecco spuntare un solo di chitarra: il lirismo e il gusto di Bebo Ferra. Il jazz è fatto anche di organici strumentali diversi, di esplorazioni solitarie da parte di musicisti che conoscono il proprio strumento e lo vogliono esplorare. E poi siamo di nuovo al trio, con un'altra chitarra di classe, quella di Matteo Turella, e al quartetto, dove spunta una giovane promessa che è ormai una conferma. E' il sassofonista Mattia Cigalini, alla scoperta di modalità originali per portare nel jazz la musica della sua generazione: Shakira, Jennifer Lopez, Rihanna e Lady Gaga.
Last but not least, anzi in testa nel nostro cartellone, la Villa Lagarina Big Band condotta da Carlo Alberto Canevali, che ci ha accompagnato fino ad oggi nel nostro percorso, e ora giunge al traguardo ambito del suo primo disco.
Ancora una volta, ascoltando le proposte del Lagarina festival, si scoprirà che il jazz è un gioco le cui regole alcuni credono di avere scoperto, ma che di continuo vengono smentite e ridisegnate da parte di artisti intrepidi e intelligenti.

Riprese a cura dell'Ufficio Stampa

Villa Lagarina Big Band diretta da Carlo Alberto Canevali
Mercoledì 8 agosto – Villa Lagarina
L'esperienza della Big Band di Villa Lagarina, iniziata nove anni fa all'interno della Scuola Musicale Jan Novák, è giunta oggi a livelli di eccellenza, sotto la direzione di Carlo Alberto Canevali. Il musicista trentino ha trasformato questa orchestra, nata con scopi didattici, in un organico ottimamente lubrificato nelle sue parti, fortemente motivato, in grado di affrontare con agilità e precisione un repertorio articolato, che tocca Duke Ellington, Count Basie e Thad Jones, fino alle composizioni e agli arrangiamenti originali dello stesso Canevali, di Roberto Gorgazzini, di Ettore Martin.
Il lavoro più impegnativo, focalizzato sugli aspetti ritmici e metrici, sulla cura dell'articolazione delle frasi, è arrivato a scandagliare negli ultimi due anni uno dei repertori più difficili per big band, quello dell'orchestra di Don Ellis. Tale lavoro giunge oggi alla pubblicazione di un disco che presenta brani complessi e tuttora innovativi del trombettista statunitense.
La VL Big Band ha esplorato anche territori di improvvisazione pura, seguendo gli insegnamenti della Conduction di Butch Morris e il sistema a carte del game-piece "Cobra" di John Zorn che si alternano e si inseriscono nei brani di Ellis.
Canevali, musicista e didatta attivissimo, è titolare dal 1992 della cattedra di Batteria e percussioni presso la Scuola Cdm di Rovereto. Ha collaborato con molti musicisti di valore della scena contemporanea, tra cui Kenny Wheeler, Stefano Battaglia, Franco D'Andrea, Henry Threadgill, Mathias Rüegg.

Joseph Bowie - Mauro Ottolini – Zeno De Rossi
Venerdì 10 agosto – Villa Lagarina
La carriera artistica di Joseph Bowie, fratello minore del mitico e compianto trombettista dell'Art Ensemble of Chicago, è legata in particolare al gruppo Defunkt, di cui il trombonista è fondatore e instancabile trascinatore. Ma il membro più giovane della famiglia Bowie compare in modo ricorrente nella storia del jazz contemporaneo, in primo luogo come componente del collettivo BAG, Black Artists Group, un'associazione di musicisti che a cavallo degli anni Sessanta e Settanta rappresentò il contraltare a Saint Louis della AACM di Chicago. In quel contesto Joe collaborò con artisti che hanno scritto pagine importanti nella storia del jazz contemporaneo, come Julius Hemphill, Oliver Lake, Baikida Carroll e Charles "Bobo" Shaw.
Trasferitosi nel 1973 a New York, Joe ebbe modo di suonare con alcuni colossi dell'avanguardia, come Cecil Taylor, Ornette Coleman, Sam Rivers, Leroy Jenkins, guadagnandosi una solida reputazione per il suono robusto e il fraseggio acrobatico, irruente, disinibito. Ben presto si avvicinò al mondo del funk, lavorando con l'artista punk/funk James Chance e dando vita a Defunkt, un gruppo esplosivo che ha suonato nei palcoscenici di tutto il mondo condividendo la scena con James Brown, David Byrne, Isaac Hayes, Prince.
All'origine del trio inedito con il trombone di Mauro Ottolini e la batteria di Zeno De Rossi c'è un primo contatto in Sardegna nel 2009 tra Bowie e Ottolini, in un concerto che celebrava il decennale della scomparsa scomparsa di Lester. Poi un concerto dei due trombonisti, lo scorso aprile a Pavia, giocato su brani di Ellington, di jazz tradizionale e contemporaneo, con l'arrangiamento da parte di Ottolini di un pezzo di Lester, "Funky AEOC". Ora Joe, in occasione di un tour europeo di Defunkt, ha voluto rinnovare il contatto con Ottolini, allargandone le qualità espressive con l'inserimento della batteria di Zeno De Rossi.

Giovanni Falzone - Paolino Dalla Porta Duo
Sabato 11 agosto – Isera
Questo duo riunisce in un formidabile connubio musicisti di generazioni diverse, molto significativi sulla scena italiana ed europea. Il trombettista Giovanni Falzone, già ben conosciuto dal pubblico di Lagarina Jazz, è un solista di caratura eccellente, che nel proprio stile fonde con intelligenza e convinzione il jazz e la musica colta. La sua scrittura è senza dubbio tra le più interessanti di oggi, e i suoi lavori dedicati a Jimi Hendrix e a Ornette Coleman ne rivelano la personalità aperta e curiosa. Musicista vulcanico sia nel temperamento solistico che nella produzione di idee e progetti, Falzone si è diplomato al Conservatorio di Palermo. E' stato a lungo impegnato nella musica colta: prima tromba dell'orchestra Verdi di Milano, ha lavorato sotto la direzione di illustri bacchette, come Abbado, Sinopoli, Giulini, Chailly, e con grandi compositori come Luciano Berio.
Il contrabbassista Paolino Dalla Porta fa parte della generazione che ha visto crescere e affermarsi una via europea e italiana al jazz. Il suo contributo in tale senso è notevole, vista la mole di collaborazioni che può vantare, da Enrico Rava a Daniel Humair, da Han Bennink a Tony Oxley e Misha Mengelberg. Senza dimenticare il suo lavoro accanto colossi della scena statunitense come Don Cherry, Lee Konitz, Paul Bley, Roswell Rudd.
Il duo utilizza i linguaggi della tradizione e dell'innovazione con padronanza e spregiudicata leggerezza, attraversando un'ampia gamma stilistica ed espressiva. Dalla Porta disegna tessiture ritmiche robuste, scure e articolate, ma si apre anche ad episodi melodici di intenso lirismo. Falzone si esprime con la consueta energia ricca di sfumature e digressioni, di sorprese narrative. L'apporto compositivo, equamente distribuito tra i due musicisti, è particolarmente prezioso e stimolante.

Mattia Cigalini Quartetto
Venerdì 17 agosto – Ala
Il sassofonista contralto ventitreenne Mattia Cigalini è un talento davvero precoce, salutato sulla scena italiana come una nuova stella del firmamento jazz. A dodici anni, dopo essere stato folgorato da "Kind of Blue" di Miles Davis, si è esibito per la prima volta in concerto e a quindici anni già insegnava musica. Cinque anni fa ha registrato il suo primo disco come leader, "Arriving Soon", che ospita musicisti del calibro di Tullio De Piscopo, Fabrizio Bosso, Andrea Pozza. Il lavoro, pubblicato dall'etichetta giapponese Pony Canion, si è aggiudicato nel 2010 il premio di migliore album dell'anno in Giappone.
L'album successivo, "Res Nova", presentato lo scorso anno a Umbria Jazz, offre già un volto maturo e ben definito del musicista, che si cimenta con brani propri e accanto alle solide radici del jazz colloca l'influenza imponente di Bach e Bartók. Ma il suo lavoro sulla musica procede con la veemenza e l'entusiasmo tipici dei ventenni e nel nuovo progetto che Cigalini presenta ad Ala c'è il connubio intelligente e stimolante tra il jazz e la musica che affascina la sua generazione: quella dei Metallica, di Shakira, Jennifer Lopez, Rihanna e Lady Gaga.
Nel lavoro sono coinvolti musicisti di pregio della scena italiana. Il chitarrista Bebo Ferra, la cui originalità riceve in questo momento una giusta esposizione, favorita dalla collaborazione con Paolo Fresu e il suo Devil Quartet. Il batterista Stefano Bagnoli, anch'egli membro dello stesso quartetto di Fresu e collaboratore di tantissimi artisti, tra cui Enrico Rava, Fabrizio Bosso, Mauro Negri, Furio Di Castri. Il contrabbassista e bassista elettrico Michele Tacchi, attivo sia in campo jazz che nel blues e rock.

Bebo Ferra
Sabato 14 agosto – Mori
Abbiamo apprezzato spesso la preparazione e la splendida gamma di ispirazione di Bebo Ferra: Lagarina Jazz lo ha presentato in una passata edizione nell'organico Sonata Islands di Emilio Galante, e in quel contesto hanno colpito la musicalità elegante, la precisione dei suoi disegni sonori, la sensibilità luminosa del suo fraseggio.
Ora il chitarrista si presenta in solo: una dimensione alla quale lavora in modo assiduo negli ultimi anni, con l'intenzione di arrivare alla realizzazione di un disco. La genesi di quest'idea viene così descritta dallo stesso musicista: "Il solo ha preso forma nei brevi soliloqui all'interno dei concerti con diversi gruppi, e sempre più si è andata allargando, con l'esigenza di raccontare la mia storia, in sintonia con me stesso. Negli ultimi due-tre anni non ho più paura del vuoto che può scaturire dall'esibizione in solo".
L'avventura solitaria di Ferra è condotta in particolare con la chitarra acustica, ma nel concerto di Mori il musicista vi inserirà per la prima volta anche lo strumento elettrico, per allargare la gamma di colori a propria disposizione. Il corpus di brani sui quali Ferra lavorerà spazia da quelli originali, da lui scritti, alle rivisitazioni di standard, in particolare il repertorio di Bill Evans, che il chitarrista ha sempre sentito vicino alla propria sensibilità musicale.
Bebo Ferra ha iniziato la sua attività professionale nel 1979. Dopo aver fatto parte del gruppo di Gianni Coscia e della seconda edizione degli Area, negli anni '90 diventa uno dei chitarristi più attivi nell'ambito nazionale: collabora con Paolo Fresu, Pietro Tonolo, Enrico Pieranunzi, Mauro Negri, Gianni Cazzola. Dirige poi un quartetto a suo nome con Javier Girotto, Paolino Dalla Porta e Roberto Dani, ed entra nel Devil Quartet di Paolo Fresu.

Matteo Turella
Domenica 19 agosto – Mori
"Lo spazio si crea attraverso l'attenzione che dedichiamo a ciascuna parola". Questo luminoso concetto di Charles Simic si può applicare alle parole "Free Blues", che Matteo Turella, chitarrista moriano di grande pregio sulla scena regionale e non solo, ha voluto accostare nel titolo del suo ultimo disco. In effetti, fissando l'attenzione sui termini "free" e "blues", si apre tra questi uno spazio ampio, che a sua volta si riempie di senso, di significati. Due parole fondamentali, forse cardinali per il jazz e la musica afroamericana in generale.
Spazio in musica equivale a pausa, a respiro, a quel silenzio che si può insinuare tra un suono e l'altro, che nella musica di Turella e del suo trio con gli ottimi Stefano Senni al contrabbasso e Carlo Alberto Canevali alla batteria diventa un elemento essenziale nella creazione di un'atmosfera intensa, concentrata, rilassata, che pervade tutto il disco. Un uso del respiro che Matteo sa amministrare con lucidità sia nei suoi assoli, sempre basati su una struttura architettonica ben congegnata, che nelle composizioni, studiate proprio per aprire spazi alla creazione e all'improvvisazione.
Nell'ultimo disco di Matteo Turella tante altre parole contribuiscono insieme ai suoni a creare lo spazio entro il quale nascono significati: "John, England" evoca un'esperienza che coinvolge il mito anglosassone della musica moderna e la grande lezione di McLaughlin; per "Slower Than Miles" lasciamo a chi legge la libertà di spaziare tra un senso e l'altro. Alla fine, viene voglia di dire che lo spazio si crea attraverso l'attenzione che dedichiamo a ciascun suono. -