Mercoledì, 30 Settembre 2015 - 12:51 Comunicato 1161

Il consiglio degli esperti FEM: “Gli alberi si riprenderanno naturalmente”
AFIDE DEL CIPRESSO, NON TAGLIARE LE PIANTE

I cipressi attaccati dall’afide non vanno tagliati. È questo il consiglio degli esperti della Fondazione Mach che, oltre a seguire l’evolversi dell’attacco, stanno lavorando alla stesura di un protocollo fitoterapico per il monitoraggio e il controllo del parassita. Gli ultimi mesi, infatti, hanno fatto registrare una massiccia infestazione di Cinara cupressi che si manifesta con diffusi arrossamenti e disseccamenti delle chiome. L’estate calda appena trascorsa, però, ha indebolito la proliferazione dell’afide; è quindi probabile che le piante colpite si riprendano naturalmente.

Quest’estate i cipressi trentini sono stati messi a dura prova da una massiccia infestazione dell’afide Cinara cupressi. Sia nelle zone dove la pianta vegeta naturalmente, come l’Alto Garda, sia laddove è utilizzata a scopo ornamentale, in primavera si è assistito a improvvisi e diffusi disseccamenti delle chiome. Il proliferare del parassita è stato favorito dal clima dell’ultimo anno: l’estate fresca e umida del 2014 e l’inverno mite hanno contribuito a far sopravvivere un maggior numero di insetti.
Il Gruppo Foreste della Fondazione Mach, in collaborazione con le giardinerie comunali, il Servizio fitosanitario della Regione Veneto e l’Università di Padova, sta seguendo l’evolversi dell’attacco, approfondendo gli aspetti bioecologici e valutando le capacità di recupero delle piante colpite. In particolare, in questo periodo l’ente di San Michele all’Adige sta lavorando alla stesura di un protocollo operativo per il monitoraggio e il controllo delle infestazioni.
Il consiglio è quello di non tagliare le piante colpite lasciandole alla loro ripresa naturale. La calda estate del 2015 è stata utile a inibire la proliferazione dell’afide e quindi è probabile che i cipressi si riprendano naturalmente; in diversi casi si assiste già alla rigenerazione di nuovi rametti verdi sui tessuti colpiti da necrosi. Possono invece risultare utili misure preventive indirette, come la concimazione organica del terreno e l’irrigazione di supporto in caso di siccità. Inoltre si può ricorrere a lavaggi delle chiome ad alta pressione. (lg)



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