Mercoledì, 24 Ottobre 2012 - 02:00 Comunicato 3298

Oggi la consegna a Dellai della cittadinanza onoraria: "C'è bisogno di una grande alleanza tra autonomie responsabili"
A ROCCHETTA DI VARA L'ABBRACCIO TRA DUE COMUNITÀ MONTANARE

"Per i paesi di montagna, poter contare sulla presenza di una scuola significa presidiare il territorio, evitare che si spopoli, significa in sostanza preservare la nostra identità". Ce ne sono molti, in Trentino come in altre regioni italiane, di paesi abbarbicati sulle montagne come Rocchetta di Vara, in Liguria, e dunque le parole pronunciate oggi dal presidente della Provincia autonoma Lorenzo Dellai davanti al cantiere della nuova scuola che, grazie anche all'aiuto del Trentino, sta sorgendo qui, in uno dei borghi più colpiti dall'alluvione di un anno fa in provincia de La Spezia, sono parole che valgono per un'"altra" Italia, quella della solidarietà tra comunità e territori diversi, un Paese che "se lo guardiamo dal basso, comprendiamo che è molto migliore di come lo si rappresenta".-

Sono montanari come i trentini gli abitanti di Rocchetta di Vara, montanari e orgogliosi. Durissimo è stato lo schiaffo inferto a questo territorio fragile e difficile da preservare nella sua integrità fisica dall'alluvione che un anno fa ne stravolse i connotati.
Il desolato edificio della vecchia scuola di Rocchetta di Vara resta oggi come un monito a ricordare la provvidenziale salvezza, quel drammatico 25 ottobre 2011, dei 48 piccoli alunni della scuola materna e delle prime quattro classi della scuola elementare, evacuati poco prima che un fiume d'acqua, fango e sassi invadesse le aule fino al primo piano. E un sasso del torrente Vara è quello che Sebastiano e Benedetta, due bambini di Rocchetta di Vara, consegnarono il 21 marzo di quest'anno a Vernazza al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che lo pose come prima pietra della nuova scuola che si sta costruendo grazie al sostegno della Provincia autonoma di Trento. Oggi Dellai è tornato a Rocchetta di Vara, per visitare il cantiere della nuova scuola e ringraziare le maestranze locali che si sono impegnate ad ultimare l'edificio per gennaio, dopo le vacanze di Natale.
Di pietre e legname, assieme ad un mare di fango, erano sommerse in quei terribili giorni dell'alluvione le strade, i giardini, gli orti e molte case di Rocchetta e di Brugnato, dove la Protezione civile trentina insediò allora il proprio campo base. E di pietra e legno è fatta la nuova scuola, progettata dall'architetto Fabio Andreatta della Provincia, quella stessa pietra che per secoli è stata utilizzata dalle genti del luogo per costruire muri di sostegno e caseggiati rurali, unita al legno lamellare di abete del Trentino assemblato in pannelli con la tecnologia X-LAM, già impiegata dai volontari trentini per realizzare edifici analoghi, case di civile abitazione e lo stesso nuovo Auditorium de L'Aquila durante la ricostruzione post terremoto in Abruzzo. Ancora una volta, dunque, la solidarietà del Trentino "innesca" l'incontro, un abbraccio si potrebbe dire, tra comunità e territori simili. Un piccolo nodo di un'Italia diversa, che cerca di unire e non dividere, di ricomporre e ricostruire anzichè abbandonare, di aprirsi invece che fare catenaccio.
Ad invitare Dellai è stata l'amministrazione comunale di Rocchetta, che ha voluto insignire il presidente della Provincia autonoma della cittadinanza onoraria, un modo per ringraziare tutti i trentini, furono quasi 200, che nell'autunno 2011 scesero in Liguria per dare una mano, "come sempre fanno i montanari quando c'è da aiutare qualcuno", a superare quell'emergenza ma anche a ricostruire quei presidi, come la scuola, senza i quali questi piccoli lembi d'Italia sarebbero altrimenti destinati a scomparire.
"La Provincia autonoma di Trento - ha affermato oggi il sindaco di Rocchetta di Vara, Riccardo Barotti - è il territorio che meglio sa rappresentare lo sforzo di coniugare rispetto, ambiente e sviluppo. Si sta discutendo molto sulla sua autonomia, ma Trento è l'esempio di cosa vuol dire difendere i diritti dei piccoli territori".
Dellai si è detto "onorato", a nome di tutta la comunità trentina, della cittadinanza onoraria che il consiglio comunale di Rocchetta di Vara ha scelto all'unanimità di conferire al Trentino. "Un riconoscimento - ha detto Dellai - che cementa una vera amicizia." Se Rocchetta è stata investita da una calamità naturale, è però il Paese intero che per Dellai è oggi investito da una calamità più forte e pericolosa: "Il rischio della dissoluzione della coscienza nazionale, del sentirsi parte di una casa comune, l'Italia, che va difesa, e di un "villaggio" più ampio che è l'Europa. Due ambiti nei quali va costruita una visione collaborativa orientata al futuro".
Perchè il Trentino si è ancora una volta mosso in soccorso di un altro territorio? "Perchè chi è più autonomo deve essere più responsabile" la risposta di Dellai, che a Rocchetta di Vara ha oggi voluto esprimere anche "grande riconoscenza allo Stato Italiano perchè ha ritenuto, riconoscendo la complessità del nostro territorio, di darci fiducia. Ed è per questo che ci sentiamo più responsabili di altri, non perchè ci consideriamo più bravi ma perchè abbiamo incorporato l'obbligo di dover restituire al nostro paese una parte di quel grande investimento di fiducia che l'Italia fece al tempo di Alcide Degasperi".
"Penso - così ha concluso Dellai prima di ricevere la cittadinanza onoraria - che noi territori di montagna diamo esempio di come si possa fare bene senza distruggere la rete delle piccole istituzioni. Noi incorporiamo un senso di serietà e sobrietà. Se questo Paese lo si guarda dal basso, dalla prospettiva delle piccole comunità, scopriamo che in fondo è molto meglio di come lo si rappresenta. Vorrei che questa nostra collaborazione fosse intesa come segnale che il Paese è pronto a ricostruire questo tessuto di civiltà senza dover distruggere l'impianto delle autonomie locali, perchè anche se sono piccoli i territori hanno diritto della loro dignità istituzionale". -