Martedì, 07 Novembre 2017 - 12:08 Comunicato 2948

Il presidente Rossi con la ministra Fedeli e i vertici di Fbk all'evento della Fondazione Corriere della Sera
A Milano il Trentino dell'Intelligenza artificiale e dell'innovazione

"L'intelligenza artificiale e noi": questo il tema della conferenza organizzata nella sede della Fondazione Corriere della Sera, a Milano, in collaborazione con la Provincia autonoma di Trento, Trentino Sviluppo, Fbk, ospiti la ministra Valeria Fedeli, il governatore del Trentino Ugo Rossi, il presidente della Fondazione Bruno Kessler Francesco Profumo, e numerosi altri ospiti. Un evento, quello ospitato dalla Sala Buzzati, trasformata da tempo in una prestigiosa “casa della parola” , di alta divulgazione, con l'obiettivo di mettere a fuoco un tema di strettissima attualità, sul quale anche il Trentino ha qualcosa da dire, avendo deciso fin dagli anni 60, con la presidenza di Bruno Kessler. di investire nella ricerca e nell'alta formazione. "Se il Trentino ha sviluppato livelli di coesione sociale molto elevati - ha detto nel suo saluto di apertura il governatore Rossi - lo dobbiamo anche a quell'intuizione lungimirante. Oggi l'intelligenza artificiale si coniuga con i nostri investimenti sulla mobilità' sostenibile, sulla A22 e sull'intermodalità. Ha ricadute importanti sia sul versante produttivo che su quello dei servizi, anche se a volte il cittadino non ne è pienamente consapevole. Il Trentino, insomma, può dare, in quest'ambito, un contributo significativo anche al resto del Paese, oltre che all'intera comunità scientifica, sulla base delle competenze già accumulate in particolare dalla Fbk, sulla collina di Povo'". Il presidente Profumo ha ripercorso il cammino fatto dal Trentino fin dalla fondazione dell'Irst, nelle le diverse aree del sapere poi confluite nella definizione "intelligenza artificiale", dal linguaggio naturale alle scienze cognitive alla visione artificiale e così via. "L'Irst ebbe il merito su superare le settorialità della ricerca facendo confluire competenze diverse in un progetto integrato, il robot Maia. Oggi gli algoritmi dell'Intelligenza artificiale possono dare contributo fondamentale in campi che vanno dalla sanità all'automazione alla sicurezza. Le evidenze di un fortissimo interesse commerciale nel settore ci sono tutte".
Il futuro, è questo, dunque. Lo confermano le scelte fatte dal Governo nella stesura del bilancio 2018, come ricordato dalla ministra Fedeli, in direzione di un potenziamento della filiera della ricerca e della conoscenza. L'innovazione tecnologica, del resto, non può essere arrestata, ma neanche agita passivamente. Semmai va governata, con gli strumenti opportuni. Pensiamo allo smartphone nelle scuole, questione sulla quale il giornalista del Corriere Massimo Sideri ha interpellato la ministra. "Non l'ho ancora introdotto - ha detto Fedeli - ma ho posto questo tema. Nelle scuole e nei percorsi scolastici questi strumenti di fatto vengono già utilizzati. Ma esisteva una circolare del 2007 che proibiva l'uso dei cellulari a scuola. È una contraddizione. Se la legge è invecchiata, va cambiata, anche per regolare diversamente queste problematiche".

Introdotta da Gaetano Marchetti, presidente della Fondazione Corriere della Sera, la conferenza di ieri ha consentito di fare il punto su un tema che coinvolge molteplici aspetti: tecnologici, etici, scientifici, sociali. 

"L'innovazione, la rete, i social network hanno oggi ricadute determinanti sulla societa', sul lavoro, anche sul versante dell'educazione - ha detto Rossi - . Attenzione, però: spesso le reti creano circoli chiusi, comunità di simili, che la pensano nella stessa maniera, piuttosto che aprire gli utenti alle idee di chi la pensa diversamente. Dobbiamo continuare ad utilizzarle, mettendo pero' in discussione l'attuale modalità di comunicazione veicolata dai social e dgali algoritmi che li governano".
Profumo ha ricordato come l'Irst di Trento sia diventato uno dei maggiori punti di riferimento a livello europeo nel campo dell'Intelligenza artificiale. Città e comunità intelligenti, sicurezza, salute, alcuni degli ambiti di ricerca, in cui si sviluppano applicazioni industriali molto importanti. 
Nel corso della tavola rotonda moderata da Massimo Sideri - ospiti Patrizia Toia, parlamentare europea, Alfio Gliozzo, research staff member di IBM T.J., Bruno Sirletti, presidente e ad di Fujitsu Italia e di nuovo il presidente di Fbk Profumo - sono stati affrontati quei temi "di frontiera" che l'Intelligenza artificiale sottintende: vera o presunta invasività delle macchine, capacità di riprodurre sentimenti, emozioni o decisioni che appartengono per definizione alla sfera umana e così via. Temi che generano ansie in parte giustificate ma mal riposte, si è detto, perché se il computer può superare l'uomo in ambiti specialistici e molto ristretti, non è tuttavia autonomo nell'assunzione delle decisioni.
L'Intelligenza artificiale, in campi come il linguaggio naturale, la robotica, la visione, possono pero' dare un contributo importante al soddisfacimento di molteplici bisogni sociali: in Giappone ad esempio ci sono oggi robot in grado di intrattenere relazioni commerciali corrette con l'uomo, come la vendita di assicurazioni. Ed in Europa? Negli ultimi anni si è lavorato alla creazione di un mercato digitale europeo, con tutta una serie di atti legislativi rivolti agli attori del settore, compresi produttori e consumatori. Inoltre, si è lavorato alla creazione di reti e servizi di telecomunicazione comuni. Nel futuro l'attenzione si concentrerà in particolare sui temi della sicurezza, della privacy, della fiducia dell'utenza. 

La ricerca italiana, dal canto suo, è di buona qualità, ma ci sono fattori che frenano la sua capacità di generare crescita e progresso: cattiva gestione dei prodotti intellettuali e dei brevetti, scarso interesse del mondo accademico nei confronti dell'innovazione e delle ricadute sociali della conoscenza, poca verticalizzazione. Ci vuole una nuova generazione di innovatori, dotati di competenze specifiche, che consentano di tradurre il sapere in "valore": consulenti aziendali, analisti di mercato, persone capaci di trasformare le buone idee in progresso reale.
Sul piano del lavoro, i problemi sono di nuovo la mancanza di alcune figure professionali specifiche e il fatto che chi ha competenze spendibili sul mercato tende ad andare all'estero. In futuro alcune professioni spariranno mentre altre cresceranno. L 'importante è che l'Italia investa nelle professioni legate alla ricerca, altrimenti accuserà un deficit di intelligenze molto penalizzante soprattutto per i giovani. In futuro ci si sposterà inoltre sempre di più verso una informatica "umanistica": non solo ingegneri, dunque, ma anche filosofi, che dialoghino con le macchine e le addestrino. Sotto questo profilo l'Italia potrebbe avere una marcia in più dal momento che le materie umanistiche si insegnano bene. È importante quindi anche creare "ponti" fra gli studi umanistici e quelli scientifici, orientandosi verso nuove frontiere come quella del machine learning.

Nel prosieguo del pomeriggio si è parlato anche di Web valley, esperienza che coinvolge studenti impegnati, in Trentino, durante l'estate, nello sviluppo di progetti concreti, su input delle aziende, e sotto l'egida di Fbk. Ne hanno parlato, portando la loro esperienza, Alessia Marcolini e Marco Moschini. Esperienze del genere, hanno detto, possono davvero cambiare la vita. "Lavorare a stretto contatto con dei ricercatori, cioe' con persone che passano la vita a risolvere problemi, e lo fanno con passione, è entusiasmante".

Infine la ministra Fedeli: "In Italia abbiamo pochi laureati ma abbiamo anche un sistema economico che non ha mai puntato sul valore dei progetti. Due mesi fa quattro ministri hanno deciso di mettere al centro una scelta precisa per il sistema-Paese, investire nell'economia e nella società della conoscenza. E' ancora poco, meno del 3 per cento del pil, considerato dalla Ue la soglia minima, ma è stato un passaggio molto importante, che si traduce nell'assunzione di giovani ricercatori, nel potenziamento dei dottorati di ricerca e dei centri di ricerca anche non accademici. Ma anche l'economia reale deve investire in innovazione. Deve cambiare l'economia reale, perché l'Intelligenza artificiale è chiamata a portare progresso e benessere". 

Immagini e interviste a cura dell'ufficio stampa

(mp)


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