Martedì, 08 Marzo 2016 - 13:38 Comunicato 385

Il 13 settembre il presidente della Bce riceverà l'atteso riconoscimento istituito in Trentino nel 2004
A Mario Draghi il premio “Alcide Degasperi – Costruttori d’Europa 2016”

Andrà a Mario Draghi, presidente della Banca Centrale Europea, già governatore della Banca d'Italia, l’edizione 2016 del Premio internazionale “Alcide Degasperi – Costruttori d’Europa”, istituito nel 2004 nell’ambito della Giornata dell’Autonomia. La Giuria del Premio che, con cadenza biennale, conferisce un riconoscimento a chi ha raccolto il testimone dei primi europeisti nel secondo Dopoguerra, ha inteso premiare l’impegno di Draghi sia all’interno del Governo italiano, sia alla guida della Banca d’Italia, sia infine come presidente della Bce. In questa veste, in particolare, Draghi si è distinto, come sottolineato nelle motivazioni, per la sua decisione di intervenire nella gestione della crisi economica “senza fermarsi di fronte ad alcuna ortodossia di scuola, agendo invece, come avrà a dichiarare, con tutti i mezzi che si trovano a disposizione della creatività responsabile di un uomo delle istituzioni”.
Il premio sarà consegnato a Draghi il 13 settembre a Trento nel corso di una solenne cerimonia. "Sono molto contento di questa scelta - sottolinea il governatore del Trentino Ugo Rossi - che premia ancora una volta una persona distintasi per il suo sincero impegno europeista, seguendo l'esempio di Degasperi, nel quale il Trentino si riconosce pienamente".

Queste le motivazioni della Giuria, composta da: Ugo Rossi, presidente della Provincia autonoma di Trento con funzione di Presidente della Giuria; Maria Romana De Gasperi, membro della famiglia De Gasperi; Giuseppe Tognon, presidente della Fondazione Trentina Alcide De Gasperi; Paolo Pombeni, con funzioni anche di segretario della Giuria; ed inoltre i direttori o i loro delegati delle principali testate cartacee e televisive nazionali e del Trentino.

"Presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi è stato nelle difficili contingenze economiche e politiche di questi ultimi anni una delle personalità che hanno maggiormente e più decisamente contribuito alla tenuta del sistema dell’Unione Europea. Arriva in questa delicata posizione nel giugno 2011 quando sono già visibili i colpi che le crisi della finanza internazionale hanno assestato al delicato impianto della moneta comune europea, cioè a quella istituzione che ha rappresentato il raggiungimento di un traguardo sognato dai padri fondatori e sulla cui fattibilità e tenuta si era tanto discusso anche con molto scetticismo.

Mario Draghi non giunge certo disarmato sul piano intellettuale a questo delicato appuntamento. Allievo di Federico Caffè, di Franco Modigliani e di Robert Solow, dopo una brillante carriera universitaria che lo aveva portato a conseguire la cattedra nel 1981, aveva da tempo acquisito conoscenza del delicato meccanismo che governa i rapporti economici all’interno dell’Unione essendo stato dal 1984 al 1990 Presidente del Comitato Economico Finanziario della Unione Europea. La sua lunga carriera di public servant nell’ambito del governo italiano lo aveva preparato alla conoscenza delle complessità che affrontavano le economie in una fase di profonda transizione epocale come quella affrontata dai paesi europei negli ultimi 25 anni. Il suo impegno come direttore generale del Ministero del Tesoro va ricordato per comprendere a fondo le radici di quella che sarà la sua risoluta azione a fronte della crisi del sistema europeo.

Tanto la sua esperienza alla guida della Banca d’Italia dal dicembre 2005, quanto la sua presidenza del Financial Stability Forum dal 2006 al 2011 sono momenti in cui Draghi deve confrontarsi con passaggi difficili, come, per citare l’esempio più noto, la crisi americana dei mutui subprime. E’ in questo quadro che presenterà nel 2011 alla riunione del G7 a Washington l’importante rapporto per la tutela della trasparenza sui mercati finanziari internazionali.

Con questa esperienza alle spalle, il 26 luglio 2012 annuncerà l’avvio di una decisa campagna per la salvaguardia dei traguardi raggiunti con la moneta comune europea. La forza di questa azione, che non è solo un atto di politica economica, ma un intervento a tutela di una acquisizione storica raggiunta dall’Europa in più di 60 anni storia, gli verrà riconosciuta tanto che i quotidiani britannici Financial Times e The Times lo eleggeranno nel dicembre 2012 uomo dell’anno per la lungimiranza e l’efficacia della sua gestione della crisi del debito sovrano europeo.

Il suo coraggio avrà una ulteriore conferma nella decisione di intervenire ancora nella crisi dell’economia europea senza fermarsi di fronte ad alcuna ortodossia di scuola, agendo invece, come avrà a dichiarare, con tutti i mezzi che si trovano a disposizione della creatività responsabile di un uomo delle istituzioni. Sarà la politica del Quantitative Easing, certo discussa, ma riconosciuta come un contributo decisivo per affrontare l’ennesima crisi di transizione storica con cui si deve misurare l’Europa.

Per il complesso di quest’opera, Mario Draghi merita pienamente il titolo di 'costruttore dell’Europa' nel solco della memoria di Alcide De Gasperi e perciò la giuria gli conferisce unanime il premio per l’edizione 2016".

(mp)


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