Domenica, 16 Aprile 2023 - 15:40 Comunicato 1056

Gli esiti della ricerca dell’Università di Trento sulla valutazione
A EDUCA si parla della valutazione, oltre il voto

Cos'è ma soprattutto quanto è utile la valutazione scolastica?
Un tema che in questo periodo è molto sentito, ma che da tempo ormai è al centro del dibattito sulla scuola.
L'Università di Trento, con IPRASE, ha fatto una ricerca in merito, i cui esiti sono stati discussi in un panel molto partecipato al Festival Educa, moderato da Paola Venuti, con Alessia Bevilacqua docente del Dipartimento Scienze Umane dell’Università di Trento; Mario Castoldi, docente di Didattica generale all’Università degli Studi di Torino; Ettore Felisatti, professore di Pedagogia sperimentale dell’Università di Padova.
In sintesi, al voto numerico - al tempo stesso unico strumento di valutazione ma non sufficiente - vanno accompagnati dei feedback e dei confronti più globali.
Educa 2023 13 Festival dell educazione Rovereto Nuovi Alfabeti [ foto: Daniele Panato/Agenzia Panato - Ufficio Stampa Educa]

La valutazione è tornata al centro della cronaca, dopo la notizia del bonus di 100 euro assegnato da due istituti di Padova agli studenti più meritevoli, con la media del 9. Ma cos’è la valutazione e come viene percepita dagli insegnanti che la devono esprimere e dagli studenti che la ricevono? La domanda è stata al centro di focus group che hanno coinvolto più di 100 studenti di ogni ordine e grado, insegnanti e famiglie, condotti da ricercatori dell’Università di Trento, i cui esiti sono stati discussi al Festival EDUCA in un panel curato da Università di Trento e IPRASE, moderato da Paola Venuti, con Alessia Bevilacqua docente del Dipartimento Scienze Umane dell’Università di Trento; Mario Castoldi, docente di Didattica generale all’Università degli Studi di Torino; Ettore Felisatti, professore di Pedagogia sperimentale dell’Università di Padova.

Secondo la ricerca, il voto numerico viene vissuto come stigma e valuta unicamente la performance senza considerare la crescita globale, ma è considerato anche l’unico strumento valutativo. Per studenti, genitori e docenti è necessario andare oltre il voto numerico e fornire feedback, incrementando il confronto docente-studente.

«La questione è spinosa – conferma Ettore Felisatti -. La valutazione, di fronte alla complessità odierna, va intesa come un dispositivo di ricerca comune che deve aiutarci a comprendere meglio i fenomeni per poter intervenire su di essi e migliorarli. Nella scuola la valutazione si presenta soprattutto come un dispositivo di comprensione dello stato dell’apprendimento il cui compito principale è far emergere informazioni attendibili che permettano di rendere evidente lo stato dell’esistente e legarsi alle azioni di pianificazione per il cambiamento».

Per Mario Castoldi: «Il voto deve essere riconosciuto per quello che è: si tratta di un simbolo che indica livelli diversi al raggiungimento di determinati risultati, come possono farlo altri simboli o colori. La valutazione di una prova è focalizzata sulla prestazione, la valutazione di fine anno è invece un giudizio complessivo sul processo di apprendimento. È un errore considerare il voto come unico codice valutativo, bisogna uscire dalla logica misurativa e andare oltre il voto, distinguendo le modalità da cui si misura con quelle con cui si valuta».

Il feedback è importante. «Tutto lascia una traccia: ogni valutazione e ogni esperienza – precisa Alessia Bevilacqua -. Per questo bisogna andare oltre la valutazione come competizione, proponendo attività di autovalutazione e valutazione fra pari fin da subito, dalla scuola primaria. Il feedback è dimostrato che può migliorare l’apprendimento e le competenze personali e avere un impatto sul clima di classe».  

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(sdv)


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