Domenica, 03 Giugno 2012 - 02:00 Comunicato 1612

"Posteri", l'analisi e le indicazioni di Nicola Sartor
A CHI VIENE DOPO DI NOI LASCIAMO TANTO DEBITO PUBBLICO

Ci vorrebbe la sfera di cristallo per capire come sarà il futuro delle generazioni che verranno. Ha esordito così l'economista Nicola Sartor riflettendo sulla parola chiave "posteri" alla Facoltà di Economia. Ma ha poi subito dimostrato come dati e ricerche disponibili aiutino a capire stato dell'arte, andamento e possibili correttivi per garantire migliori o almeno uguali condizioni di vita ai neonati di oggi e a chi non è ancora nato.-

Sartor - introdotto da Matteo Ploner, ricercatore dell'Università di Trento - si è soffermato sullo scenario demografico. Quindi ha confrontato le condizioni di vita di varie coorti di giovani (20-35 anni) guardando a istruzione, lavoro, reddito, corsi di vita e mobilità sociale. Si è soffermato su debito pubblico ed equità intergenerazionale. Su trasformazione dei sistemi di protezione economica e loro (in)adeguatezza rispetto ai mutamenti strutturali (si pensi agli ammortizzatori sociali di fronte all'attuale mercato del lavoro). Zoom sull'Italia, ma non sono mancati confronti con il resto d'Europa e anche con altri Paesi del mondo. Dalle slides e dalle parole di Sartor è emerso un quadro con luci e ombre. Tante cose sono migliorate. I giovani di oggi hanno un accesso universale ai servizi pubblici di base, sono più scolarizzati, hanno un minore rischio di lavoro nero. Ma altre sono peggiorate: si registra un ritardato ingresso nella vita adulta e di coppia, spesso come conseguenza di ostacoli e difficoltà. E ancora: la mobilità sociale si è ridotta e ci sono rinnovate spinte all'emigrazione. "Stiamo esportando cervelli e stiamo importando braccia in termini economici" ha commentato Sartor. E allora: come staranno i nostri posteri? Meglio o peggio di noi? Qual è la responsabilità e l'impatto delle politiche e delle scelte attuali?
"Continuiamo a scaricare oneri di finanza pubblica sui posteri" ha ribadito più volte Sartor, professore ordinario di Scienza delle finanze presso la Facoltà di Economia dell'Università di Verona e membro del comitato scientifico della Fondazione Ermanno Gorrieri per gli studi sociali di Modena. Molto significativa la tabella sugli indicatori di squilibrio tra generazioni e di sostenibilità del debito pubblico. La differenza tra le imposte pagate in più rispetto agli altri dalle generazioni future (non ancora nate) e dalle generazioni correnti (neonati) nell'arco della loro vita era di 52 mila euro nel 1998 e di 120 mila euro nel 2006. Per riequilibrare la situazione garantendo la sostenibilità del debito pubblico – ha spiegato Sartor - avremmo dovuto tagliare le spese o aumentare le imposte del 5% nel 1998 e dell'8,4% nel 2006. Ora, con la riforma delle pensioni, in Italia qualcosa è stato fatto. Ma continuiamo a scaricare troppi oneri di finanza pubblica sui posteri.

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