Lunedì, 11 Febbraio 2013 - 02:00 Comunicato 345

In valle di Non l'incontro di aggiornamento con i tecnici della Fondazione Mach
16' GIORNATA TECNICA DI CLES, 500 FRUTTICOLTORI A "LEZIONE"

I frutticoltori delle valli del Noce sono accorsi anche quest'anno in massa alla giornata tecnica organizzata a Cles dalla Fondazione Edmund Mach di San Michele all'Adige. In circa 500 hanno gremito l'auditorium del polo scolastico per il più atteso momento di aggiornamento con i tecnici del Centro Trasferimento Tecnologico. In questa 16esima edizione, che ha visto intervenire in apertura il direttore generale, Mauro Fezzi, e Gastone Dallago responsabile dell'Ufficio frutticoltura, sono stati trattati argomenti di grande attualità ed interesse per il comparto: dalla filiera letame di qualità per agevolare gli allevatori nella gestione delle deiezioni e fornire alle aziende frutticole letame di elevata qualità agronomica a costi sostenibili, alla problematica degli scopazzi del melo, dalla stanchezza del terreno all'innovazione varietale, dal contenimento dei bostrici alla gestione del colpo di fuoco e al rinnovo frutticolo. Gli interventi sono stati moderati dal tecnico Fabrizio Dolzani.-

Il letame, una risorsa per il frutticoltore
Al centro dell'intervento di Andrea Cristoforetti la filiera del letame di qualità, la cui realizzazione potrebbe agevolare gli allevatori nella gestione delle deiezioni e al contempo fornire alle aziende frutticole letame di elevata qualità agronomica a costi sostenibili. I soggetti coinvolti sarebbero: la Fondazione Mach che redige dei protocolli dedicati per la gestione delle deiezioni in allevamento e per la conduzione dei processi di maturazione controllata; gli allevatori che gestiscono le deiezioni; i gestori che conducono i processi di maturazione, trasportano gli ammendanti e curano la rendicontazione economica; le associazioni dei frutticoltori che raccolgono gli ordini di ammendante, gestiscono la logistica delle consegne ed i pagamenti.
Scopazzi sotto controllo, ma non abbassare la guardia
L'indagine ha interessato 233 ettari in provincia di Trento, di cui 132 nelle valli del Noce. Fabrizio Branz e Andrea Dolzani hanno riferito di una situazione soddisfacente. Infatti sul portainnesto M9, che interessa ormai l'84% degli impianti, la percentuale di piante infette nel 2012 si è attestata tra lo 0,07 della bassa valle e lo 0,40 dell'alta valle. Negli impianti su portainnesto medio-debole (M26), medio (M106) e forte (Franco), che occupano il restante 16% della superficie delle Valli del Noce, è stata riscontrata una presenza più elevata della malattia. Ma questo è dovuto alla mancata estirpazione delle piante sintomatiche che unitamente alla lotta ai vettori è resa obbligatoria dal decreto provinciale del 2006, e ad un ritardato rinnovo di impianti obsoleti.
Stanchezza del terreno, un problema emergente
Davide Neri dell'Università Politecnica delle Marche ha spiegato che il problema del reimpianto e del declino produttivo dei suoli sta aumentando nelle aree frutticole e orticole specializzate. I sintomi di stanchezza da reimpianto nei frutteti sono evidenti nel periodo immediatamente successivo al trapianto o appaiono come alterazioni qualitative o quantitative durante il ciclo del frutteto, favoriti da stress abiotici (idrici, in particolare).
Contro la stanchezza pratiche agronomiche corrette
Tommaso Pantezzi, Massimo Prantil e Andrea Branz hanno spiegato che in questi ultimi anni nelle valli del Noce si è avuto un forte rinnovo degli impianti contestualmente ad una serie di bonifiche. In alcuni casi la scarsa attenzione durante le lavorazioni ha creato qualche problema di sviluppo alle piante accentuando anche fenomeni di stanchezza nel suolo. Per cercare di arginare il problema sono state condotte delle prove e messi a confronto differenti possibilità di gestione del terreno in occasione del rinnovo dell'impianto. Le soluzioni proposte ribadiscono l'importanza delle corrette pratiche agronomiche nella preparazione del terreno ed evidenziano come l'apporto di sostanza organica matura dia buoni risultati per lo sviluppo delle piante nella fase di allevamento.
Innovazione varietale e strategie di sviluppo
Secondo Alessandro Dalpiaz, direttore di APOT, nella crisi di oggi che condiziona l'economia e la società, le imprese che nel passato hanno saputo differenziare in termini di mercati e prodotti, investendo in ricerca ed innovazione, riescono a mitigare gli effetti delle difficoltà. Inoltre la frutticoltura regionale ha dato vita ad un percorso di progressiva cooperazione tra i consorzi del Trentino e dell'Alto Adige che ha portato a diversi concreti risultati, e che ha potuto contare su un "sistema" integrato con le istituzioni provinciali, i centri di ricerca e sperimentazione e la consulenza tecnica. La "differenza" in positivo rispetto ai competitori è oggi un obiettivo da perseguire. Per questo gli investimenti in ricerca e sviluppo di nuove varietà, in uno scenario internazionale che vede la collaborazione con Fondazione Mach e Centro di Laimburg, sono per i produttori una grande risorsa. Trovare nuove varietà vuole dire aprire nuove prospettive per nuovi mercati, offrire alternative ai consumatori, prevenire il probabile aumento di pressione competitiva di nuovi paesi produttori.
Bostrico, trappole per cattura massale e alcool alimentare
Roberto Torresani ha parlato della problematica dei "bostrici" che risulta strettamente collegata al fenomeno della moria delle piante. La Fondazione Mach ha messo in campo un'attività di prevenzione della moria e alcune esperienze di cattura massale dei coleotteri per ridurre i danni provocati. Sono stati testati una serie di prodotti attrattivi e diversi tipi di trappole facilmente costruibili ed è emersa la notevole efficacia attrattiva dell'alcol alimentare (alcol buongusto) diluito al 70%. Nel comune di Nanno la cattura massale ha interessato un'area di 18 ettari con risultati molto positivi. Anche per quest'anno nei frutteti che presentano piante sofferenti o morte, in presenza di bostrico, i tecnici consigliano di posizionare trappole che si possono costruire in azienda utilizzando bottiglie in plastica forate e ricoperte di colla. Il consiglio è di 10-15 trappole per ettaro: il numero può essere ridotto a 6-8 trappole se la zona interessata è di 3-4 ettari. La sostanza attrattiva da utilizzare è l'alcol alimentare da aggiungere a cadenza settimanale.
Colpo di fuoco, lotta obbligatoria e controlli frequenti
Per il colpo di fuoco, malattia causata dal batterio Erwinia Amylovora comparsa in Trentino nel 2003, non esistono mezzi di lotta efficaci diretti e specifiche normative prevedono la lotta obbligatoria per limitarne la diffusione. I primi casi nelle valli del Noce risalgono al 2005; altre annate problematiche sono state il 2007 e il 2010, mentre nel 2012 i casi accertati sono stati 34. I tecnici raccomandano di non creare condizioni favorevoli allo sviluppo di infezioni e di effettuare i controlli per individuare ed eliminare prima possibile eventuali piante sintomatiche.
Rinnovi frutticoli, meno Golden e più varietà nuove per incrementare il reddito
Per Massimiliano Gremes, responsabili qualità di Melinda se oggi possiamo essere soddisfatti di aver raggiunto i risultati che si riferiscono all'architettura-taglia degli impianti, alla riduzione dell'inoculo degli scopazzi, non possiamo ritenerci però appagati dal percorso iniziato ma non concluso dell'adeguamento varietale che prevedeva la riduzione della varietà più coltivata, la Golden Delicious, a favore di altre varietà già affermate sul mercato. In fase di aggiornamento assieme alla Fondazione Mach la lista delle selezioni clonali migliorative. Inoltre il Consorzio Melinda per avere una parte attiva, sia nella ricerca di nuove varietà, sia per riservarsi la possibilità di piantare varietà a club (polpa rossa) oggi presenti nel panorama internazionale e ritenute interessanti, è partner di due nuovissime e strategiche società: il Consorzio Innovazione Frutta e Novamela. (sc)

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