L'assessore Tonina ha ribadito che la nascita della nuova ASUIT rappresenta un passaggio strategico, volto a rafforzare l’integrazione tra sanità e università, migliorare la qualità dei servizi, attrarre nuovi professionisti e valorizzare le competenze già presenti. "Si tratta di un passaggio fondamentale per la sanità trentina, un progetto unico in Italia che nasce dal dialogo tra istituzioni, università e professionisti. È il frutto di un percorso avviato nei mesi scorsi e oggi pienamente operativo, che vuole rafforzare l’integrazione tra assistenza, formazione e ricerca, migliorare la qualità dei servizi e rendere il nostro sistema più attrattivo. Sicuramente è una sfida impegnativa, che richiede gradualità, collaborazione e un forte senso di squadra: i veri protagonisti di questo cambiamento siete voi, medici e operatori, che ogni giorno garantite qualità e umanità nelle cure. Vogliamo costruire una sanità capace di rispondere ai bisogni dei cittadini, di valorizzare le competenze dei professionisti e di guardare al futuro attraverso la prevenzione, le case di comunità e l’innovazione tecnologica. Solo lavorando insieme potremo cogliere fino in fondo questa opportunità e confermare la specificità e l’eccellenza del modello trentino. Con la nuova azienda, con le case di comunità, con una medicina territoriale più integrata e un’attenzione rinnovata alla prevenzione e all’invecchiamento attivo, il Trentino può ancora una volta essere un modello di eccellenza e di autonomia responsabile", ha sottolineato Tonina.
"Il primo gennaio 2026 partirà la nuova ASUIT. Questo incontro oggi ha una valenza particolare, in questo momento c'è un grande interesse e rinnovato slancio verso il progetto del nuovo polo ospedaliero: abbiamo l'ambizione di arrivare nei primi mesi del 2026 con la parte progettuale completata e la possibilità di avviare la procedura di gara", ha detto Antonio Ferro, che ha inoltre presentato ai primari le nuove componenti del Consiglio di direzione di Apss Rosa Magnoni e Denise Signorelli.
Deflorian ha sottolineato il valore del lavoro comune tra tutti i partner: "Noi siamo attori e partecipi del processo in atto, abbiamo avuto modo di interagire sia nella fase di riflessione sull'ospedale che sulla fase organizzativa e lo saremo in futuro. Il nuovo ospedale è fondamentale anche per l'università, per lo sviluppo del polo medico e della scuola di medicina, per la formazione e per la ricerca".
La vicecommissaria straordinaria per l'opera Debora Furlani ha presentato il progetto del nuovo polo ospedaliero che, ha ricordato, comporta un impegno finanziario di 820 milioni di euro. Come è noto, il nuovo POUT sorgerà su un’area di circa 15 ettari nella zona di via al Desert e rappresenterà un’infrastruttura strategica per l’assistenza, la didattica e la ricerca, in stretta sinergia con la Scuola di Medicina dell’Università di Trento. La superficie ospedaliera sarà di 195.000 metri quadrati, con una capacità virtuale fino a 1.145 posti letto (tra degenze, DH, terapia intensiva e letti tecnici), oltre a 30 sale operatorie, 7 sale interventistiche e 11 endoscopiche, 10 ambulatori chirurgici e 210 ambulatori vari e per riabilitazione. La progettazione tiene conto di un approccio orientato alla sostenibilità ambientale (“green hospital”) e alla flessibilità strutturale. Il complesso, al quale confluiranno le strutture dell'ospedale S. Chiara, altri presidi come il poliambulatorio Crosina Sartori, l'ospedale Villa Igea, la Banca del sangue, comprenderà inoltre: un polo didattico (10-15.000 m²) e un futuro polo della ricerca; una centrale tecnologica da 6.100 m²; un nido aziendale e spazi per funzioni sanitarie non ospedaliere; oltre 3.000 posti auto, di cui più della metà interrati (qui altri dettagli). La struttura dedicata di APSS sta svolgendo un'attività di collaborazione con il gruppo progettuale per fare in modo che il progetto sia il più rispondente possibile alle esigenze dei professionisti che operano nell'ambito dell'ospedale di Trento. I tempi assegnati alla progettazione sono molto stringenti ed è quindi in corso un meccanismo di affinamento progressivo dell'elaborazione progettuale.
Nel corso dell’incontro, come detto, è stato illustrato da Andrea Ziglio anche il recente disegno di legge per la costituzione dell’ASUIT, un passo fondamentale per integrare pienamente l’attività sanitaria e quella universitaria, con l’obiettivo di favorire una gestione unitaria della sanità e della formazione, promuovendo l’eccellenza clinica, la ricerca applicata e la crescita del capitale umano. Per quanto riguarda il disegno di legge disciplina la governance e l'organizzazione della nuova ASUIT, definisce i contenuti del protocollo d’intesa che verrà stipulato tra la Provincia e l’Università degli Studi di Trento, adegua la programmazione sanitaria e socio sanitaria provinciale, nonché semplifica l'organizzazione delle strutture ospedaliere provinciali (qui il comunicato stampa). Tra le novità, la nuova figura del responsabile scientifico dell'Azienda, il direttore generale nominato d'intesa tra Provincia e Università, i direttori di struttura complessa che saranno docenti universitari, nominati a seguito di concorso accademico, il Comitato di indirizzo composto da cinque membri, la maggior parte dei quali esterni a garanzia dell'indipendenza dell'organo stesso, il cui compito principale sarà verificare che le attività di ricerca e didattica siano coerenti con la programmazione sanitaria. "Le attività didattiche, di ricerca e di clinica sono inscindibili in un'azienda sanitaria universitaria. L'obiettivo finale è dare ai pazienti un'assistenza sempre più di qualità", ha chiarito Ziglio, annunciando che entro la fine dell'anno dovrà essere definito il protocollo d'intesa con l'Università, prima dell'istituzione dell'ASUIT.
Il piano attrezzature proposto dal Servizio ingegneria clinica di Apss per la valutazione multidimensionale con la componente sanitaria riguarda investimenti per 17,1 milioni di euro, di cui 9,1 milioni finanziati dalla Provincia autonoma di Trento e 2 milioni da fondi preesistenti. Dal gennaio 2024 a oggi sono state collaudate 2.571 apparecchiature per un valore complessivo di 28,9 milioni di euro. Rilevante anche l’apporto del PNRR, con oltre 9 milioni di euro per grandi apparecchiature - a cui si affiancano i fondi PAT per complessivi 10,4 milioni di euro - e 1,3 milioni per l’allestimento delle Case e Ospedali di comunità. È inoltre previsto l’avvio, dal 1° gennaio 2026, del contratto Global Service per la gestione delle tecnologie sanitarie a media e bassa complessità, per un valore complessivo di oltre 11 milioni di euro annui.
Fotoservizio e filmato a cura dell'Ufficio Stampa
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