Speciale comuni. Quando i confini della nostra “patria” si allargano

Sono molti i motivi che dovrebbero spingere le comunità municipali a fondersi con le “sorelle” vicine per dar vita a un Comune unico.

La nuova realtà istituzionale avrebbe maggior peso specifico sia all’interno della Comunità di Valle sia più voce in capitolo sul panorama provinciale; si potrebbero finalmente realizzare quelle razionalizzazioni e ottimizzazioni nell’impiego di danaro pubblico per migliorare l’organizzazione burocratica a servizio del cittadino; i servizi sarebbero meglio curati perché si rivolgerebbero a bacini di potenziali utenti ben maggiori; si ridurrebbero indennità e gettoni di presenza per i rappresentanti eletti; infine, almeno in questa fase iniziale, i nuovi Comuni unici potrebbero godere di particolari incentivazioni e di contributi da parte di Regione e Provincia, a cui si aggiungono deroghe normative di non poco conto…

Sbaglierebbero, però, quei cittadini che imboccassero la strada della fusione avendo a cuore esclusivamente interessi e benefici concreti, senza la presenza diffusa di una solida con vinzione che travalica la ricompensa immediata e va diritta a toccare il motivo pro fondo della scelta: che è una scelta etica, frutto di una riflessione storica e di un trasparente “amore” per la propria comunità. Il concetto che abbiamo oggi di “paese” – quello che la cultura di lingua tedesca chiama un po’ solennemente “patria” (Heimat) per indicare il ristretto perimetro facilmente governabile perché sotto ai miei occhi e a portata delle mie mani (la famiglia, la casa, la strada, la frazione, al massimo il mio villaggio di riferimento) – è oggi profondamente mutato. Una società tecnologica mente avanzata qual è il Trentino anche rurale e valligiano, con infrastrutture viarie moderne ed efficienti che garanti scono trasporti pubblici e privati in piena sicurezza, favorisce una generale mobilità del tutto sconosciuta anche solo quaranta, cinquant’anni fa. La radio, la televisione e infine internet ci portano in casa il mondo nella sua interezza variegata e i nostri punti di riferimento inevitabilmente si allargano, la nostra “patria” comincia a inglobare il paese vicino, a riferirsi ad un’ampia porzione della nostra valle, per abbracciare infine la valle intera andando anche oltre. Se un tempo era il municipio a dettare le regole della buona convivenza, del lavoro in campagna, delle attività venatorie, di utilizzo dei suoli, delle acque e delle foreste, oggi sentiamo la necessità di allargare i confini della nostra esistenza: i Comprensori prima, le Comunità di Valle più recentemente ci hanno abituati a ragionare in termini sovra e policomunali e non ci disturbano più scuole che raccolgono bambini e ragazzi provenienti da più comuni, oppure Corpi dei Vigili del Fuoco Volontari che hanno un raggio di azione multi frazionale, mentre luoghi di consumo e di aggregazione come i centri commerciali, ma anche di cultura e intrattenimento come i teatri e i cinema attraggono clienti e appassionati che provengono da un’intera vallata.

Abbiamo digerito la scelta di servizi comunali gestiti unitariamente da più municipi che consorziano le anagrafi, gli uffici tributi, la funzione del segretario comunale, oppure la vigilanza urbana… La recente crisi economica, della quale cominciamo solo ora a intravvedere un lento e progressivo recupero verso segni positivi, ci ha insegnato che il danaro pubblico va utilizzato con parsimonia e massima oculatezza, proprio come in una famiglia madre, padre e figli gestiscono le loro entrate per non indebitarsi. Ogni euro, è questa la “lezione” che ci lascia in eredità la crisi, va speso secondo priorità che tengano conto innanzitutto del bene comune.

Ecco perché i 19 progetti di fusione attualmente in corso, che coinvolgono ben 55 municipalità in cui risiedono 52mila trentini e che raccontiamo in queste pagine, sono la prova evidente che una parte consistente di Trentino, che va ad aggiungersi ai 7 Comuni unici già esistenti, ha capito la lezione: abbiamo compreso che, pur senza perdere i contatti affettivi e identitari con la “patria” della tradizione, che continua a rassicurarci, a farci crescere e a proteggerci come deve fare una casa accogliente, e di cui continuiamo a essere orgogliosi, oggi l’orizzonte dei nostri interessi, ma anche della nostra crescita personale e sociale, di quella che io amo chiamare della nostra “corresponsabilità”, si sono allargati e dilatati. È pertanto giusto, prima ancora che conveniente, lavorare assieme per avere qualità, oltre che quantità, per creare coesione in comunità sempre più ampie e strutturate, per costruire quel Trentino agile, trasparente e produttivo che tutti ci aspettiamo.

E qui mi corre l’obbligo di ringraziare i Sindaci e gli amministratori di quei Comuni il cui progetto di fusione sta per diventare realtà. Ci hanno messo entusiasmo e convinzione per convincere i loro cittadini, che saranno chiamati alle urne per decidere del loro futuro.

Se andassero a buon fine tutti i referendum che si terranno entro il prossimo 31 luglio 2015, dal primo gennaio 2016 partirebbero 19 nuovi Comuni unici e in Trentino le municipalità passerebbero dalle attuali 208 a 172. Sarebbe una vittoria di civiltà e una prova di maturità che darebbe nuova linfa, rinnovate motivazioni e speranze alla realizzazione della terza fase della nostra Autonomia provinciale.



Commenti