Lunedì, 28 Giugno 2021

Flavio Faganello, Minosse, 1969?

(Archivio fotografico storico PAT, CCBY-NC)

La figura del Minosse, da sempre al centro di meditate interpretazioni fotografiche, culminate nella celebrata rilettura pittorialista di Enrico Unterveger, si ripresenta, isolata, anche nell’opera di Faganello, appassionato collezionista e profondo conoscitore della storia della fotografia trentina. In questa composizione, che conosciamo attraverso una stampa invertita specularmente (qui riportata all’assetto reale), il taglio stretto mette più che mai in risalto la spinta delle ginocchia e la natura non domesticata del demone, che Cesare Zocchi aveva eletto ad allegoria di tutta la selvaggia violenza dell’inferno dantesco. Al cielo corrusco di Unterveger, Faganello oppone il candore della neve, che esaspera il contrasto chiaroscurale. Il bianco e nero, del resto, per lui resterà sempre la forma d’elezione per organizzare la sua esperienza visiva e il suo pensiero sul mondo, anche in virtù della possibilità di controllo di tutte le fasi di sviluppo e stampa: un fare affinato, progetto dopo progetto, nella pratica di bottega, in continuità con il sapere artigianale e nei tempi (relativamente) distesi della fotografia argentica.
(KM)

(us)

Versione Stampabile


Immagini