Lunedì, 28 Giugno 2021

Flavio Faganello, Manifestazione del Primo Maggio, 1968

(Archivio fotografico storico PAT, CCBY-NC)

A partire dagli anni Sessanta del secolo scorso, il monumento a Dante conobbe nuova fortuna, seppure con modalità radicalmente mutate, nella fotografia d’autore di Flavio Faganello (1933-2005), straordinario testimone e interprete del secondo Novecento trentino, grazie anche alle infinite possibilità di storiografia e di racconto offerte dal suo poderoso archivio: centinaia di migliaia di immagini, raccolte spesso di propria iniziativa, in parallelo con i lavori su committenza e la lunga collaborazione con la stampa locale. 
Larga parte di questa sterminata produzione è confluita nelle collezioni provinciali, che attestano la sua regolare ‘frequentazione’ dell’opera di Zocchi, ripresa in più occasioni e con diverse finalità. Nelle sue pubblicazioni, tuttavia, Faganello utilizzò raramente le fotografie del gruppo, su cui ormai pesava la disaffezione del dopoguerra per la magniloquenza della scultura celebrativa, privilegiando, semmai, le immagini di reportage: come quelle realizzate in occasione dell’alluvione del 1966 e la fitta serie dedicata alla manifestazione che interessò il monumento il 1° maggio  del 1968. 

Allo sguardo del fotografo non sfugge la portata della novità: nelle cronache dei quotidiani locali del 1966 e del 1967, infatti, non c’è alcun accenno all’organizzazione di iniziative per celebrare la Festa dei Lavoratori. Invece, il 3 maggio 1968, su “L’Adige” e sull’“Alto Adige-cronaca di Trento” compaiono fotografie e articoli che raccontano l’evento, al quale avevano partecipato tra le seicento e le mille persone, tra operai, contadini e studenti, universitari e soprattutto medi, che nella mattina di quel mercoledì 1° maggio si erano radunati spontaneamente intorno al monumento.
(KM, MV)

(us)

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