Lunedì, 28 Giugno 2021

Monumento a Dante Alighieri a Trento. Circolare del Comitato promotore, 2 marzo 1890

(Trento, Fondazione Museo Storico, Archivio Guglielmo Ranzi)

Il patriota liberale Guglielmo Ranzi aveva annunciato l’idea di dedicare un monumento a Dante Alighieri già nel 1886, nell’ambito della società Pro Patria. Fu solo tre anni dopo, però, che celebrare la cultura italiana dei trentini governati dall’Austria diventò un imperativo, come necessaria risposta all’inaugurazione del monumento al poeta tedesco Walter von der Vogelweide a Bolzano. 
Il primo gennaio del 1890 il comitato esecutivo aprì ufficialmente una sottoscrizione, per rendere possibile l’impresa. Promuovendo l’iniziativa, ci si appellava all’amor di Patria, Lingua e Civiltà, valori identitari da sempre riconosciuti, ma pericolosamente in bilico tra la libertà di espressione consentita dalla legge austriaca e il reato di irredentismo, sospesi quindi su un crinale sottile che accompagnò la storia dell’opera ben oltre la sua inaugurazione. 
Grazie ai molti sostenitori, all’inizio del 1891 si poté bandire il concorso, che prevedeva l’invio dei bozzetti entro il 31 agosto e la loro esposizione pubblica durante il mese di settembre. Ranzi fu l’anima dell’intero progetto, membro di una commissione giudicatrice di alto profilo, con il podestà Paolo Oss Mazzurana, i liberali Carlo Dordi e Vincenzo Lutti, l’ingegnere Annibale Apollonio, progettista dei giardini destinati ad accogliere il monumento, al fianco dell’architetto milanese Luca Beltrami e degli artisti Bartolomeo Bezzi, Ettore Ferrari, Eleuterio Pagliano ed Ercole Rosa.
(ER)

(us)

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