Lunedì, 28 Giugno 2021

Enrico Unterveger, Veduta notturna del monumento e della piazza, stampa su carta alla gelatina sali d’argento, 1925-30

(Archivio fotografico storico PAT, CCBY-NC)

Nel 1896, l’inaugurazione del monumento a Dante aveva messo per la prima volta alla prova, in un agone pubblico di eccezionale portata, il giovane Enrico Unterveger (1876-1959), allora collaboratore del padre Giovanni Battista, che conservava la titolarità dello studio. Il passaggio di consegne sopravvenne nel 1906, quando Enrico rilevò definitivamente la gestione dello studio. Ereditò, insieme all’atelier, la propensione per la veduta documentaria, innestata però di nuove e raffinate inclinazioni pittorialiste. In questo contesto si acuisce l’attrazione per le ambientazioni notturne, ricercate dal vedutismo europeo ancora prima della nascita della fotografia. Agli inizi del nuovo secolo, grandi professionisti d’oltralpe avevano confezionato per la città di Trento, e per il monumento a Dante che ne era ormai l’emblema, seducenti immagini ad “effetto notte”, correggendo con ingegnosi espedienti le insufficienze tecniche della fotografia contemporanea. Realizzata da Enrico a fine anni Venti, è invece pura opera fotografica l’immagine notturna della piazza, nella quale al fascino della totale oscurità, rotta dall’illuminazione artificiale, si assomma l’esotismo della vegetazione del parco.
(LC)

(us)

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