Martedì, 04 Aprile 2023 - 13:44 Comunicato 940

Presentato oggi il Programma di sviluppo strategico Apss. Sei linee di sviluppo accomunate da uno stesso obiettivo: centralità e benessere della persona, perseguiti attraverso l’integrazione di servizi e territorio
Una sanità provinciale a misura di cittadino

Semplicità, partecipazione, vicinanza alla persona. Sono questi i tratti salienti della sanità trentina che emergono dal nuovo Programma di sviluppo strategico Apss per il quinquennio 2023-2027 presentato oggi, alla presenza dell’assessore alla salute Stefania Segnana, dal direttore generale Antonio Ferro insieme ai membri del consiglio di direzione. Il documento, adottato dal Direttore generale ai sensi della legge provinciale n.16 del 2010 “Tutela della salute in provincia di Trento”, espone ed esplicita gli orientamenti generali e le linee strategiche per il governo locale dei servizi sanitari e socio sanitari per i prossimi cinque anni, in linea con gli obiettivi espressi a livello politico istituzionale dalla Giunta provinciale.
Presentato oggi il Programma di sviluppo strategico Apss [ Archivio Apss]

«Il Programma di sviluppo strategico per gli anni 2023-2027 è un documento di importanza fondamentale – ha dichiarato l’assessore alla salute Stefania Segnana – perché costituisce lo strumento che ci permetterà di affrontare con più consapevolezza e con maggiore sicurezza le difficili sfide che ci aspettano nel futuro: come ad esempio coniugare gli elevati standard di qualità con una maggiore tempestività nell’erogazione dei servizi, o aumentare la capacità nell’attrarre le figure professionali di cui il Trentino ha bisogno. Siamo comunque fiduciosi perché, nonostante i problemi da affrontare siano molti e complessi, abbiamo imparato, soprattutto attraverso la drammatica esperienza della pandemia dovuta al Covid-19, che possiamo contare sulle grandi risorse e sulle doti professionali ma soprattutto umane delle persone che a tutti livelli operano all’interno dell’Azienda per i servizi sanitari. Persone che grazie al loro lavoro e alla loro dedizione hanno saputo conquistarsi la stima e la fiducia della popolazione trentina».

«Quello che abbiamo elaborato è un Programma di sviluppo strategico snello, di poche pagine, redatto in un linguaggio chiaro e immediato, scevro di tecnicismi, che si propone di offrire una rappresentazione semplice di un mondo complesso come quello del sistema sanitario provinciale – ha spiegato il direttore generale dell’Apss Antonio Ferro. Il Programma inoltre si presenta come uno strumento utile per quanti, siano essi pazienti, dipendenti, collaboratori o volontariato, entrano in relazione con il sistema sanitario provinciale e desiderano averne una conoscenza più completa e approfondita. Di qui anche la scelta di condensare il Programma in pochi sintetici obiettivi strategici, facilmente condivisibili, di modo che la visione dell’Apss possa facilmente coincidere e diventare anche la visione di chi nell’Azienda vi opera».

Il Programma di sviluppo strategico (Pss), che si colloca nel solco della riorganizzazione avviata già negli anni scorsi, prevede sei fondamentali linee di sviluppo distinte per temi, ma accomunate dallo stesso obiettivo: la centralità e il benessere della persona, perseguiti attraverso l’integrazione di servizi e territorio. Sei concetti guida, sei parole chiave che disegnano il quadro di un sistema sanitario trentino al passo con i tempi, capace di trasformare gli intenti programmatici in azioni e piani concreti, e soprattutto capace di erogare servizi secondo criteri di qualità, efficienza ed equità.

Il primo dei concetti guida è quello di una sanità semplice. Una semplicità che passa necessariamente attraverso l’implementazione dei processi di digitalizzazione a favore sia di cittadini, con il completamento del fascicolo sanitario elettronico accessibile attraverso TreC+ , sia degli operatori, che avranno a disposizione un nuovo sistema informativo in grado di supportarli nell’assistenza al paziente e di facilitare la collaborazione fra professionisti della sanità. Un importante ausilio alla cittadinanza in vista della semplificazione verrà inoltre dallo sviluppo delle Centrali operative territoriali che svolgono una funzione di coordinamento della presa in carico della persona.

Il secondo concetto guida è quello della sanità partecipata. Sotto questo aspetto l’integrazione socio sanitaria, con il coinvolgimento di una pluralità di attori, rappresenta uno strumento indispensabile per prevenire forme di fragilità e di esclusione sociale. Ma per sanità partecipata si intende anche il miglioramento e la crescita delle prestazioni sanitarie che avvengono attraverso il coinvolgimento del personale nelle scelte aziendali e l’attenzione verso le istanze delle organizzazioni sindacali.

Terzo e centrale obiettivo del Pss è quello di una sanità vicina alla persona. Vicinanza e prossimità significano innanzitutto l’attenzione che i professionisti dell’Apss dedicano nel mettersi in relazione con i pazienti e nel riconoscere quelle condizioni individuali di fragilità che necessitano di approcci maggiormente personalizzati. Fondamentale a questo riguardo è la funzione svolta dai Distretti sanitari introdotti di recente con la macro riorganizzazione dell’Apss e che rispondono al preciso compito di ridurre la distanza tra pazienti e territorio. Gli strumenti specifici in vista della realizzazione di questo fine sono i servizi di medicina di famiglia, di continuità assistenziale e di teleconsulto. Una funzione fondamentale spetta poi ai nuovi modelli organizzativi previsti nel riassetto della sanità trentina, a partire dall’ospedale policentrico, che rappresenta l’equilibrio tra prossimità delle cure e specializzazione e i presidi intermedi come le case di comunità e gli ospedali di comunità.

Quarto punto programmatico è quello di un’azienda sanitaria sempre più presente, attraverso un piano di comunicazione condiviso: rivolto sia all’esterno, verso media e cittadini, per migliorare i rapporti fra organizzazione sanitaria e territorio, sia all’interno, verso portatori di interessi e in vista di una migliore all’interno dell’Apss.

Il quinto concetto chiave, le cure migliori, fa leva sulla combinazione di due fondamentali istanze: da parte dei cittadini, che nei servizi di cura non richiedono solo elevati standard qualitativi ma mettono nel giusto rilievo anche una valutazione in termini di attenzione e di empatia; e da parte degli stessi professionisti sanitari, che esprimono l’esigenza di un ambiente di lavoro sereno, stimolante che permetta una valorizzazione e un accrescimento delle competenze.

Il sesto e ultimo concetto guida è quello per una salute responsabile, che ancora una volta vede il cittadino al centro dell’attenzione e che si propone di ridurre le necessità di cura attraverso programmi di prevenzione. Un obiettivo, questo, che viene perseguito attraverso interventi di sostegno alla popolazione lungo l’intero arco della vita per mezzo di diversi strumenti: il Piano della prevenzione, che considera la salute uno sviluppo armonico fra uomo, natura e ambiente; il nuovo Piano per la salute mentale, che prevede “patti cura” con la partecipazione attiva di utenti e familiari e una attenzione particolare al disagio degli adolescenti; per finire con la promozione di modelli semplificati in un’ottica di slow medicine, nella consapevolezza che far di più non significa fare meglio ma che occorre erogare cure adeguate alla persona e alle circostanze.

(al.to)


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