Venerdì, 04 Novembre 2016 Comunicato 2334

Assegnata la massima valutazione accanto alle migliori istituzioni pediatriche italiane
Rovereto, il centro provinciale fibrosi cistica è accreditato

Il Centro di supporto provinciale per la cura della fibrosi cistica è accreditato secondo le linee guida previste dalla Società Italiana Fibrosi Cistica e dalla Lega Italiana Fibrosi Cistica e ha conseguito una valutazione in classe 3 accanto alle migliori istituzioni pediatriche italiane.

Nato nel 2007, il Centro di supporto provinciale per la cura della fibrosi cistica ha sede nell’Unità operativa di pediatria dell’ospedale Santa Maria del Carmine di Rovereto e rappresenta il punto di riferimento per tutti i pazienti trentini.

Nello scorso settembre sono state effettuate le visite della commissione di audit che ha valutato il Centro secondo le linee guida previste dalla Società Italiana Fibrosi Cistica (SIFC) e dalla Lega Italiana Fibrosi Cistica (LIFC).

In apertura dell’incontro Ermanno Baldo, direttore dell’Unità operativa di pediatria, ha evidenziato: «È con grande soddisfazione che, congiuntamente alla Lega Italiana Fibrosi Cistica - Trentino, presentiamo l’importante riconoscimento conseguito dal Centro di Rovereto. I valutatori che ci hanno visitato hanno assegnato al nostro Centro la classe 3, il massimo punteggio per questo tipo di accreditamento. Un risultato raggiunto anche grazie all’innovativo sistema di collaborazione fra gli specialisti, metodologia di lavoro che è stata segnalata dalla commissione di valutatori. L’obiettivo raggiunto va a costituire un traguardo prestigioso e una solida base per il futuro e vede il Centro di Rovereto tra le eccellenze delle strutture dedicate alla cura della fibrosi cistica. Il lavoro con gli specialisti dell’ospedale, coinvolti nel corso degli anni nella cura della fibrosi cistica, nel formare équipe definite sui bisogni del singolo paziente come l’attività del Picc-team in collaborazione con l’Unità operativa di medicina generale per il posizionamento ai pazienti di un catetere venoso centrale a inserzione periferica, costituiscono ambiziose progettualità nelle quali abbiamo creduto e che si sono consolidate nel tempo. Con la certificazione di accreditamento queste procedure sono diventate anche modelli operativi possibili per altre strutture e sono testimonianza dell’impegno e della professionalità che abbiamo il piacere di condividere con tutti gli altri professionisti dell’Ospedale di Rovereto e dell’Apss. Importante, nel raggiungimento di questo risultato, è stata la partecipazione attiva della Lega Italiana Fibrosi Cistica - Trentino la cui collaborazione ha portato alla costruzione di questo percorso e al suo esito positivo».

Nel corso della conferenza stampa, il direttore generale Paolo Bordon ha espresso gratitudine al personale e ai volontari delle associazioni che operano all’interno delle strutture dell’Apss e ha sottolineato la soddisfazione per questo importante riconoscimento assegnato al Centro di Rovereto «un Centro che da anni si occupa della cura della fibrosi cistica e che ora vede riconosciuto l’impegno e lo sforzo metodologico secondo i criteri di eccellenza dell’accreditamento. Questa struttura di riferimento per l’intera provincia di Trento opera in rete e in stretta sinergia con il Centro di Verona permettendo ai pazienti di essere curati in Trentino riducendo così gli spostamenti per accedere alle strutture extra provinciali. Il nostro impegno sarà quello di mantenere nel tempo i requisiti organizzativi che hanno permesso il raggiungimento dell’accreditamento».

Alla presentazione oltre ai professionisti del Centro provinciale per la cura della fibrosi cistica, erano presenti Angela Trenti e Luca Tomasi rispettivamente presidente e segretario della Lega Italiana Fibrosi Cistica - Trentino che hanno sottolineato il clima di collaborazione e sinergia tra tutte le figure coinvolte. «La richiesta di accreditamento – hanno evidenziato Trenti e Tomasi – è nata dai pazienti e ha coinvolto i pazienti. Questa certificazione si colloca nell'ambito dell'accreditamento professionale e consiste in una fase di autovalutazione e una successiva di confronto tra professionisti. Fondamentale per la prima fase è stato il ruolo dei pazienti e loro familiari coinvolti dall’associazione che ha portato ad individuare le esigenze maggiormente sentite. I pazienti e le famiglie sono stati protagonisti con pari dignità nella costruzione di una procedura di definizione degli standard che li riguardano direttamente e il loro coinvolgimento ha portato a scoperte reciproche, a una migliore comprensione dei problemi in campo e a una vera e propria alleanza per il raggiungimento degli obiettivi comuni, pur su fronti diversi e con ruoli distinti».

(rc)


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