Sabato, 25 Maggio 2019 - 08:40 Comunicato 1131

L’impresa, nata a Rovereto in Progetto Manifattura, è uscita dall’incubatore di Trentino Sviluppo per crescere in una sede più ampia, di 700 metri quadrati. Ieri il taglio del nastro
Ri-legno si fa grande e inaugura a Trento il nuovo centro di trasformazione del legno

Ri-legno diventa “maggiorenne” e si trasforma in un bel paradigma del sistema Trentino a servizio delle nuove imprese. A cinque anni dalla nascita, la startup per il recupero del patrimonio ligneo ha concluso infatti con successo il proprio percorso di incubazione in Progetto Manifattura, l’hub della green economy di Trentino Sviluppo a Rovereto, ed è oggi un’azienda ben strutturata, con 10 dipendenti assunti a tempo indeterminato e un fatturato che nel 2019 sfiorerà i 3 milioni di euro. La crescita delle commesse e la costruzione di solide relazioni con la filiera locale dell’edilizia sostenibile e con il mondo universitario hanno reso però necessario il trasferimento fuori dall’incubatore, in una sede più grande in grado di ospitare, accanto agli uffici tecnici e amministrativi, anche un vero e proprio centro di trasformazione del legno. I nuovi spazi produttivi di 700 metri quadrati si trovano in via della Cooperazione a Trento e sono stati inaugurati ieri, venerdì 24 maggio, alla presenza del sindaco di Trento e delle autorità cittadine di Rovereto, assieme a Sergio Anzelini, presidente di Trentino Sviluppo.

La startup Ri-Legno – oggi azienda a tutti gli effetti, con 10 dipendenti assunti a tempo indeterminato e importanti commesse in Italia e all’estero – si prepara a lasciare Progetto Manifattura a Rovereto e a spiccare il volo in una nuova sede tutta per sé a Trento, con una superficie di ben 700 metri quadrati.

Nata nel 2014 da un’idea degli ingegneri Lavinia Sartori e Giulio Franceschini grazie ai contributi provinciali a sostegno dell’imprenditoria giovanile e femminile, l’impresa è cresciuta nel vivaio di Trentino Sviluppo e si è rapidamente consolidata nel settore dell’edilizia sostenibile, specializzandosi nell’ispezione e nel risanamento delle strutture lignee già esistenti. “Un core business – spiega Giulio Franceschini – che permette di risparmiare suoli e materiali, valorizzando le costruzioni già esistenti e contribuendo ad abbellire l’ambiente che ci circonda”. Tra i primi interventi dei “dottori del legno” vi sono infatti quelli di recupero degli spazi abitati, come le aree gioco per bambini e i ponti sui corsi d’acqua nei parchi cittadini.
La presenza, all’interno di Progetto Manifattura, di altre realtà del green building, ha poi aiutato Ri-Legno a costruire solide relazioni di filiera e ad acquisire specifiche competenze per la partecipazione agli appalti pubblici per il recupero del patrimonio ligneo in Italia e in Europa, nonché a qualificarsi come primo Junior Partner del consorzio Habitech e ad entrare a far parte del tavolo trentino dell’economia solidale per il settore bioedilizia e risparmio energetico. Sostenibilità, economia circolare e valorizzazione del paesaggio sono infatti i principi cardine dell’impresa, che nei suoi primi anni di attività ha anche approfondito i propri rapporti con la ricerca universitaria, collaborando con il Politecnico di Milano alla costruzione ed installazione ad Arte Sella un’opera lignea disegnata dall’archistar giapponese Kengo Kuma.
Un business variegato che ha portato il fatturato a triplicare rapidamente, passando dai 90 mila euro del 2014 agli 1,5 milioni di euro del 2017, fino ai 3 milioni di euro attesi nel 2019. Alla crescita delle commesse si è accompagnata però la necessità di abbandonare gli spazi ad uso ufficio in Progetto Manifattura, in favore di una sede più grande, abbastanza capiente da ospitare – oltre alle scrivanie e ai tavoli da disegno di tecnici e amministrativi – anche un centro di trasformazione vero e proprio, dove i carpentieri potranno trattare il legno recuperato con macchinari all’avanguardia, senza buttare via niente. Gli scarti di lavorazione prodotti nei nuovi spazi di via delle Cooperazione inaugurati ieri verranno infatti riciclati per dar vita a una collezione di mobili unici.
Soddisfatto il presidente di Trentino Sviluppo Sergio Anzelini che in occasione del taglio del nastro ha ribadito: “Sono sempre belle giornate quelle in cui le aziende ospitate nei nostri poli diventano abbastanza robuste da camminare da sole e contribuire alla crescita della filiera sul territorio. Come Trentino Sviluppo abbiamo seguito Ri-Legno fin dall’inizio, quando i soci erano solo due. Mi fa quindi particolarmente piacere vedere che a soli cinque anni di distanza da quel giorno a loro si siano aggiunti ben dieci dipendenti e che l’impresa si sia affermata in un settore strategico come quello dell’economia circolare, ottenendo importanti commesse sul mercato italiano ed internazionale”.

Immagini e interviste a cura dell’Ufficio stampa

(dm)


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