Giovedì, 01 Dicembre 2022 - 15:38 Comunicato 3767

La sfida? Progettare una culla hi-tech… in sei ore. L’iniziativa è stata organizzata da Trentino Sviluppo e Fondazione HIT nell’ambito del progetto europeo iProduce
Progetto Manifattura, 30 studenti protagonisti dell’hackathon “Co-creation”

Trenta studenti universitari, tre aziende trentine e due fablab coinvolti: sono i protagonisti dell’hackathon “Co-creation” organizzato da Trentino Sviluppo e Fondazione HIT – Hub Innovazione Trentino nell’ambito del progetto europeo iProduce. L’iniziativa si è svolta ieri, martedì 29 novembre, negli spazi “Be Factory” di Progetto Manifattura a Rovereto, con il supporto dei tecnologi del laboratorio ProM Facility e ricercatori in qualità di tutor.
Hackathon Team vincitore, organizzatori e giuria [ Archivio Trentino Sviluppo S.p.A. ]

La sfida creativa proposta ai giovani coinvolti, divisi in cinque squadre, consisteva nel progettare, in appena sei ore, una culla hi-tech secondo i principi della co-progettazione, del co-sviluppo e dell’open innovation, con una particolare attenzione al design generativo e ai nuovi strumenti digitali, quali marketplace e matchmaking.
«iProduce – spiega Paolo Gregori, direttore dell’Area ProM Facility di Trentino Sviluppo – è un progetto europeo che ci vede coinvolti assieme ad una ventina di partner provenienti da nove Paesi diversi. L’obiettivo è quello di sviluppare una piattaforma che faccia incontrare domanda e offerta, ovvero che permetta di intrecciare in modo efficace il momento dell’invenzione, della realizzazione e della richiesta delle aziende. Che è un po’ lo stesso principio dell’hackathon proposto oggi, cioè una gara in cui gli studenti, divisi in squadre, devono sfidarsi per realizzare il prototipo di un prodotto. Questo tipo di competizione è parte integrante delle attività previste dal progetto e, dopo questa in Italia, se ne svolgerà una in ognuno dei Paesi partner, tra cui Francia, Germania, Grecia e Spagna».
Dal dondolio automatico al riscaldamento, passando per ventilazione, riconoscimento biometrico e sensori in grado di percepire il pianto del bambino, tante sono state le idee proposte alla giuria dai trenta studenti universitari coinvolti, provenienti dall’Italia e dall’estero e perlopiù impegnati nell’ambito dell’ingegneria, del design e dell’interazione uomo-macchina. E proprio quest’ultima è la disciplina studiata da Luca Santoro, portavoce del team vincitore, composto appunto da lui, dal compagno di corso Miraxh Tereziv, dallo studente di Intelligenza artificiale a Povo Davide Modolo e da Ramona Plogmann, che studia l’interazione tra uomo e macchina in Germania. Premiati dalla giuria per la maturità e la dettagliata articolazione della proposta presentata, si sono aggiudicati quattro kit per “maker”, composti da strumenti per la programmazione e la costruzione.
«Ci piace partecipare agli hackathon – ha commentato Luca Santoro – perché sono divertenti e ci aiutano a crescere, sia come persone che dal punto di vista professionale».
Analogo il parere del giurato Michele Corrà, titolare dell’azienda Tretec di Trento, secondo cui: «Qui si vede la novità che i ragazzi possono esprimere dato un problema. Possono scatenare la fantasia e provare a trovare soluzioni concrete a problemi reali, che un domani potrebbero trovarsi sulla scrivania al lavoro». (m.d.c.)

Video - A Progetto Manifattura 30 studenti per l'hackathon Co-creation  

(dm)


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