Lunedì, 06 Marzo 2023 - 16:35 Comunicato 608

Nel corso della cerimonia il professore è stato ricordato, oltre che per l’attività di medico, per l’impegno nel volontariato e il contributo nell’organizzazione della sanità provinciale
Ospedale Santa Chiara, l’auditorium intitolato a Renato Miori

Oggi, alla presenza delle autorità cittadine, del mondo sanitario e dei familiari, è stata scoperta la targa di intitolazione dell’auditorium dell’ospedale Santa Chiara di Trento alla memoria del professor Renato Miori. Nel corso della toccante cerimonia si sono susseguiti vari interventi che hanno ricordato la figura del professor Miori nei suoi ambiti professionali e di vita. Il fratello Ennio Miori, già professore di violoncello dell'Orchestra del Teatro alla Scala di Milano, ha eseguito un brano di Johann-Sebastian Bach molto caro al professore, Sarabanda in re minore dalla Seconda Suite per violoncello solo.
L’auditorium dell’ospedale Santa Chiara di Trento intitolato a Renato Miori: scoperta la targa in memoria alla presenza delle autorità cittadine (da sinistra: Valerio Costa, Claudio Ramponi, Franco Ianeselli, Stefania Segnana con la presenza di Francesca e Claudia Miori, secondo da destra Antonio Ferro) [ Archivio APSS]

«Renato Miori – ha commentato l’assessore alla salute Stefania Segnana nello scoprire la targa di intitolazione – non fu soltanto un insigne professionista e un importante medico, ma è stato anche portatore di una visione più ampia e innovativa della medicina e dell’assistenza alle persone, che ha saputo guardare al di là delle mura dell’ospedale. Ricordo soprattutto il suo contributo alla costruzione del sistema sanitario trentino, mettendo a disposizione, negli anni in cui la sanità era entrata a far parte delle competenze esclusive della Provincia autonoma, la sua lunga esperienza di medico e la sua profonda conoscenza del funzionamento degli ospedali. In definitiva, si può tranquillamente affermare che l’opera e gli insegnamenti del professor Renato Miori, che ricordiamo con profonda gratitudine, hanno posto le fondamenta per la sanità di oggi».

Dopo i saluti delle autorità presenti, Antonio Ferro, direttore generale dell’Apss, ha evidenziato: «Penso che l’intitolazione dell’auditorium del Santa Chiara, l’ospedale dove per molti anni il professor Renato Miori ha esercitato la sua attività di primario di medicina, sia un atto doveroso che testimonia il sentimento di gratitudine, non solo nostro ma dell’intera popolazione trentina, nei confronti di questo grande medico che ha dedicato la propria vita al prossimo. La figura del paziente fu sempre al centro dell’interesse del professor Miori. Portò per primo negli ospedali trentini il metodo dell’evidenza clinica nella quale gli interventi diagnostici e terapeutici andavano scelti in base alla loro efficacia provata scientificamente. Ne è un esempio la trasformazione, negli ultimi anni, dell’attività medica per intensità di cure, trasformazione che ha permesso tra l’altro di affrontare negli ospedali trentini in maniera appropriata l’emergenza Covid19».

Nel suo intervento Claudio Ramponi, direttore dell’Unità operativa medicina d’urgenza e pronto soccorso dell’ospedale Santa Chiara e uno dei suoi allievi, ha ricordato l’approccio clinico metodologico e ha portato una testimonianza del rapporto con il suo mentore: «Il professor Miori ha saputo introdurre nella formulazione della diagnosi un approccio innovativo, frutto di una lunga esperienza clinica e di una grande attenzione al malato. Portò per primo negli ospedali trentini il metodo dell’evidenza clinica in cui interventi diagnostici e terapeutici andavano scelti in base alla loro efficacia provata scientificamente. Questo metodo oggi è universalmente accettato, ma allora era rivoluzionario, perché si contrapponeva a una medicina variabile e basata principalmente sull’esperienza soggettiva. Un metodo e un esempio che sono stati un faro per i suoi numerosi allievi che hanno continuato sulla strada dei suoi insegnamenti l’opera di riforma e modernizzazione della medicina trentina».

Valerio Costa, già dirigente del Servizio per le tossicodipendenze e direttore del Centro antidroga di Trento ha ricordato l’impegno di Renato Miori nel mondo del volontariato: «Il professor Miori era innamorato della sua professione di medico. E, proprio per questo, nell’impegno di costante aggiornamento e ricerca che la medicina esige, ha saputo allargare il proprio sguardo e interesse al contesto sociale con tutte le sue manifestazioni di dolore e disagio. La sua umanità, che è indispensabile ascolto e partecipazione alla sofferenza umana, l’ha visto presidente, a titolo totalmente gratuito, per oltre trent’anni del Centro antidroga di Trento, nato nel 1974 per aiutare, curare e, se possibile, superare ogni forma di dipendenza patologica».

A nome dei familiari sono intervenute le figlie Claudia e Francesca che, nel ringraziare, a nome della madre, del fratello e di tutti parenti, la sanità trentina per l’importante riconoscimento alla memoria del padre, hanno evidenziato: «Ringraziamo medici, infermieri, personale sanitario e tutti coloro che hanno supportato con entusiasmo questa iniziativa che fa rivivere la figura, il nome e la passione di papà per la medicina, la ricerca scientifica e la cura dei malati e rende vivo ed attuale l’insegnamento che ci ha lasciato di impegnarci e di mettere passione in quello che facciamo per gli altri. La sua è stata una vita dedicata alla sanità pubblica, sorretta da un autentico spirito di servizio, innanzitutto a favore del paziente trattato sempre con grande umanità, un valore inestimabile per le generazioni presenti e future. Il suo impegno nel volontariato sociale, per il recupero dalle dipendenze, ne è stata una conseguenza assolutamente naturale».

Difficile condensare in poche righe una personalità poliedrica e dai vasti interessi come quella del professor Renato Miori, che diede un contributo fondamentale non solo allo sviluppo della medicina Interna, ma anche all’organizzazione degli ospedali e della sanità trentina in generale.

Nato il 15 settembre 1927 a Padergnone in Valle dei Laghi, dopo essersi laureato in medicina e chirurgia all’Università di Padova, si specializzò in cardiologia, in medicina interna e in geriatria e gerontologia. Libero docente nel 1967 all’Università di Padova, abbandonò la carriera universitaria per dedicarsi all’attività in ospedale a beneficio della collettività e dei pazienti. Fu dapprima primario di medicina all'ospedale di Tione, poi di Rovereto e nel 1978 vinse il concorso di primario di medicina interna dell'ospedale Santa Chiara, incarico che mantenne fino al momento della pensione nel 1992. Ma Miori è stato anche molto attivo nel sociale. Dal 1974 e per più di trent’anni ha prestato la sua opera come presidente del consiglio di amministrazione dell’Associazione centro antidroga del Trentino che, fino al 1985, ha svolto la funzione pubblica di Centro medico e di assistenza sociale, divenuto poi Servizio tossicodipendenze.

 la funzione pubblica di Centro medico e di assistenza sociale, divenuto poi Servizio tossicodipendenze.

Intervista assessore Stefania Segnana

Antonio Ferro direttore generale Apss

Claudio Ramponi direttore dell’Unità operativa medicina d’urgenza e pronto soccorso dell’Ospedale Santa Chiara

Valerio Costa

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(al.to)

(rc)


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