Lunedì, 24 Novembre 2014 - 02:00 Comunicato 3008

Erogati i primi 90 assegni del reddito di attivazione
OLIVI: "SOSTENERE IL LAVORO VUOL DIRE QUALIFICARE L'AUTONOMIA"

La Provincia di Trento, unico esempio in Italia, ha introdotto in favore dei lavoratori trentini il reddito di attivazione: si tratta di una misura di sostegno al reddito dei disoccupati che estende le tutele rispetto a quanto oggi vigente a livello nazionale. In questi giorni l'Inps sta procedendo a liquidare le prime indennità del reddito in questione: a beneficiarne una novantina di lavoratori, perlopiù giovani rimasti senza lavoro, in precedenza occupati con contratti a tempo determinato, ma anche lavoratori in età avanzata. "Abbiamo deciso di concentrare le risorse, 28 milioni di euro da qui al 2016 - sottolinea il vicepresidente e assessore allo sviluppo economico e lavoro, Alessandro Olivi, che stamani ha consegnato simbolicamente la lettera che comunica l'avvio del reddito di attivazione a due beneficiarie - soprattutto sui lavoratori più giovani, in genere precari, e su quelli più anziani. Questo è uno strumento unico in Italia che il Trentino ha fortemente voluto rivendicando maggiore autonomia sul fronte delle politiche del lavoro e assumendosi la responsabilità di investire anche proprie risorse per garantire maggiore protezione sociale ai lavoratori. Ciò che in Italia si prefigura con il Jobs Act, avendo come obiettivo l'ampliamento e il rafforzamento degli ammortizzatori sociali, in Trentino già accade. E' questo un segno della nostra concretezza e anche della nostra capacità di costruire soluzioni condivise con le parti sociali".
Il percepimento dell'assegno - reso possibile dalla delega sugli ammortizzatori sociali ottenuta dal Trentino con il Patto di Milano siglato nel 2009 - rimane condizionato al percorso di formazione e riqualificazione professionale che chi ha perso il lavoro deve seguire: per questo si parla appunto di reddito "di attivazione", poiché mette la persona nella condizione di superare la fase di inattività fino ad entrare nuovamente nel circuito lavorativo.
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La Provincia di Trento, unico esempio in Italia, ha introdotto in favore dei lavoratori trentini il reddito di attivazione: si tratta di una misura di sostegno al reddito dei disoccupati che estende le tutele rispetto a quanto oggi vigente a livello nazionale. In questi giorni l'Inps sta procedendo a liquidare le prime indennità del reddito in questione: a beneficiarne una novantina di lavoratori, perlopiù giovani rimasti senza lavoro, in precedenza occupati con contratti a tempo determinato, ma anche lavoratori in età avanzata. "Abbiamo deciso di concentrare le risorse, 28 milioni di euro da qui al 2016 - sottolinea il vicepresidente e assessore allo sviluppo economico e lavoro, Alessandro Olivi, che stamani ha consegnato simbolicamente la lettera che comunica l'avvio del reddito di attivazione a due beneficiarie - soprattutto sui lavoratori più giovani, in genere precari, e su quelli più anziani. Questo è uno strumento unico in Italia che il Trentino ha fortemente voluto rivendicando maggiore autonomia sul fronte delle politiche del lavoro e assumendosi la responsabilità di investire anche proprie risorse per garantire maggiore protezione sociale ai lavoratori. Ciò che in Italia si prefigura con il Jobs Act, avendo come obiettivo l'ampliamento e il rafforzamento degli ammortizzatori sociali, in Trentino già accade. E' questo un segno della nostra concretezza e anche della nostra capacità di costruire soluzioni condivise con le parti sociali".
Il percepimento dell'assegno - reso possibile dalla delega sugli ammortizzatori sociali ottenuta dal Trentino con il Patto di Milano siglato nel 2009 - rimane condizionato al percorso di formazione e riqualificazione professionale che chi ha perso il lavoro deve seguire: per questo si parla appunto di reddito "di attivazione", poiché mette la persona nella condizione di superare la fase di inattività fino ad entrare nuovamente nel circuito lavorativo.
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