Domenica, 05 Giugno 2022 - 15:00 Comunicato 1716

I progetti di Fondazione Franco Demarchi
Le comunità educanti: l’educazione tra locale e digitale

FESTIVAL ECONOMIA TRENTO – Oggi alla Fondazione Caritro sono stati presentati il progetto di ricerca “Verso una comunità educante” e la piattaforma digitale “LoSo”, due iniziate della Fondazione Franco Demarchi finalizzate a fornire strumenti operativi per far emergere le competenze dei giovani e definire gli indicatori di riferimento della comunità educante.
La giornalista de Il Sole 24 Ore Monica D’Ascenzo ha moderato il confronto che in apertura ha visto Federico Samaden, presidente della Franco Demarchi, sottolineare come sia “necessario rimettere al centro la vita, liberare i territori attraverso processi educativi e un pensiero sinergico operativo in grado di fornire strumenti.”
Festival economia 2022: alla Fondazione Caritro “Le comunità educanti” (Monica D’Ascenzo giornalista de Il Sole 24 Ore, Federico Samaden, presidente della Fondazione Franco Demarchi, Elisa Bortolamedi, educatrice e collaboratrice Fondazione Franco Demarchi, Chris Richmond founder e CEO di Mygrants – Bologn, Noelia Garcia economista)

Per rendere concreto questo Samaden aggiunge: “Come Fondazione Demarchi stiamo lavorando per individuare degli indicatori e degli strumenti da mettere a terra, definendo un modello operativo concreto. Inoltre, come dei minatori, cercheremo di fare emergere il patrimonio di conoscenze nascosto nelle comunità con uno strumento operativo costruito sul modello della piattaforma Mygrant, presentando per la prima volta al pubblico la piattaforma digitale LoSo, che nasce per far fronte alla povertà educativa e mira a mettere in luce le competenze informali degli utenti.”
In merito alle comunità educanti Elisa Bortolamedi, educatrice e collaboratrice Fondazione Franco Demarchi, ha riportato gli esiti di un’indagine del progetto di ricerca “Verso una comunità educante” prendendo come caso-studio il Comune di Pergine Valsugana, terzo in Trentino per numero di abitanti: “Dall’indagine è emerso che il 65% degli intervistati - ragazzi, genitori, docenti e realtà del territorio - non ha mai sentito parlare di comunità educante. Questo ci pone davanti all’interrogativo se la comunità educante esiste, se è ad appannaggio degli addetti ai lavori oppure se è effettivamente un tema riconosciuto dalla comunità. Siamo partiti da questo dato per elaborare indicatori comprensibili, concreti ed esportabili. Abbiamo poi chiesto chi dovrebbe promuovere la comunità educante e l’85% ha risposto la scuola e il 68% i genitori. Ciò ci conferma che la scuola è al centro della questione, ma sappiano che non può lavorare da sola.”

Uno strumento operativo che aiuta a far emergere i saperi lo ha presentato Chris Richmond, founder e CEO di Mygrants (Bologna), che ha spiegato come Mygrants sia nata per far in modo che l’immigrazione diventi un’opportunità per chi migra e per chi ospita: “Per far fronte alla gestione dei flussi migratori, triplicati negli ultimi 50 anni, e per creare opportunità di inserimento per i migranti, ho pensato di realizzare una piattaforma che mappasse le loro competenze e offrisse poi dei percorsi formativi in linea con il fabbisogno delle aziende. Ad oggi abbiamo 85 mila utenti attivi.”
Sulla situazione delle scuole, Samaden ha spiegato come sia necessario che si aprano per rendere i territori educanti: “Le scuole nel concreto lavorano poco sulle competenze, su quello che i ragazzi sanno veramente fare. La teoria è importante, ma l’operatività deve essere messa al centro e deve essere riconosciuta.” Per supportare i giovani in questo processo di riconoscimento, Richmond ha realizzato la piattaforma “LoSo”, partendo dal modello di Mygrants, ma lavorando sul target dei giovani: “Per mappare le competenze formali e non formali del territorio della comunità educanti la piattaforma digitale LoSo lavora sull’empowerment dei giovani attraverso la definizione di curriculum dinamici, che si aggiornano in tempo reale in relazione al tempo di utilizzo della piattaforma stessa. Da questo emerge ciò che realmente una persona sa e sa fare in termini di competenze, rispondendo alle esigenze di un mercato del lavoro che continua a cambiare e chiede sempre più soft e hard skills.”

La necessità di aiutare i giovani ad orientarsi in una realtà troppo frammentata è emersa anche nella ricerca illustrata da Elisa Bortolamedi: “Abbiamo trovato alcuni indicatori come le relazioni tra i soggetti, i progetti contro la dispersione scolastica, le attività culturali e sportive, l’abitare, la mobilità sostenibile, il volontariato. Dall’analisi dei dati vorremmo declinare delle azioni migliorative per aumentare l’indice delle comunità educanti, attraverso una rete in cui tutti sono partecipi e contribuiscono alla definizione sessa di comunità educante.”
In conclusione la giornalista spagnola Noelia Garcia, direttrice Branded Content e Speciali e responsabile Educazione e Formazione della rivista ElEconomista.es, ha spiegato in sintesi come nella scuola sia necessario un investimento pubblico e un’interazione continua con il territorio, per essere pronti a rispondere in modo concreto, in una realtà in continuo cambiamento.” 

(ld)


Immagini