Per la prima volta nella storia della Formula SAE, la competizione automobilistica studentesca ideata dalla Society of Automotive Engineers nel 1981, l’Università di Trento scende in pista e lo fa con un team composto da 60 studenti di Ingegneria ed Economia, coordinati dal professor Paolo Bosetti del Dipartimento di Ingegneria Industriale. La scuderia, denominata E-Agle Trento Racing Team in onore all’aquila simbolo del Trentino, ha presentato oggi la propria monoposto elettrica presso la sede di Trentino Sviluppo, main partner dell’iniziativa. “Quest’auto - ha sottolineato Paolo Pretti, della Direzione Operativa di Trentino Sviluppo - è un prodotto meccatronico realizzato in gran parte nei laboratori di prototipazione rapida del Polo che anche in questa occasione hanno dimostrato di essere un vero anello di congiunzione tra le tre anime del nostro hub hi-tech, mettendo in connessione studenti, ricercatori e le imprese che a questo progetto hanno collaborato”.
“È sempre una grande soddisfazione – ha sottolineato Flavio Deflorian, prorettore vicario dell’Università degli Studi di Trento – quando si toccano con mano i frutti di un progetto nato in Università. Tra gli ingredienti che lo hanno reso possibile ci sono certo le strumentazioni e le competenze presenti nei laboratori di Meccatronica e nelle aziende della filiera ma la vera benzina che alimenta questa monoposto è l’entusiasmo di studentesse e studenti che hanno unito competenze di tipo economico ed ingegneristico per realizzare un sogno comune”.
Leva dell’entusiasmo ripresa anche dal coordinatore del progetto, Paolo Bosetti, docente del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università degli Studi di Trento. “Fin dall’inizio ho colto negli occhi dei ragazzi un fuoco sacro che non avevo mai visto prima nei miei studenti. Poi è iniziato il lavoro e tra grande impegno, notti passate in officina e tanti problemi e difficoltà da risolvere li ho visti crescere giorno dopo giorno: alla fine da studenti sono diventati dei professionisti, in grado di lavorare con i sofisticati macchinari presenti nei laboratori della ProM Facility, di discutere alla pari con me e i miei colleghi su problemi di dinamica del veicolo, ho visto gli studenti di economia indossare guanti, tirare bulloni, alimentando un notevole spirito di squadra”.
La vettura, che coniuga in sé design industriale, tecnologie d’eccellenza e bassi livelli d’impatto ambientale, è stata infatti assemblata a Rovereto, utilizzando le sofisticate apparecchiature dei laboratori di prototipazione rapida ProM Facility. Ben 28 sono inoltre le imprese private del territorio che hanno creduto nel progetto, mettendo a disposizione degli universitari know-how, materiali, pezzi di ricambio e macchinari ad alto valore aggiunto.
La scuderia, che opera secondo una logica trasversale e integrata, si è costituita nel giugno 2016 ed è organizzata in sei diversi gruppi di lavoro: design, dinamica e modellazione, elettronica, economia e management, materiali e fabbricazione e corsa. Tante sono le prove sia statiche che dinamiche che la monoposto dovrà affrontare dal 18 al 23 luglio all’autodromo di Varano di Parma. La Formula SAE non è infatti solo una gara di corsa, ma anche una competizione che spinge gli studenti ad interrogarsi sul futuro del trasporto su ruota, rafforzando il loro spirito imprenditoriale e la capacità di ricercare e progettare modalità di trasporto su ruota sempre più innovative, accattivanti ed eco-sostenibili.
“L'elettrico sarà il futuro dell’auto anche nel mondo dello sport”, ha confermato Gabriella Pedroni, la pilota e campionessa trentina che ha fatto da “madrina” a questa particolare vettura, aiutando i ragazzi con tanti consigli utili per migliorare la monoposto. “Ma questo risultato – ha concluso Pedroni – è un bell’esempio per tutti i giovani e sta a testimoniare che se ai ragazzi si dà fiducia si ottengono grandi risultati. Per questo, comunque andrà la gara, per me questi studenti hanno già vinto la loro sfida”.
Nella cinque giorni sul circuito di Varano, da mercoledì 19 a domenica 23 luglio, accanto alle tradizionali sfide di resistenza e velocità, la scuderia dovrà affrontare competizioni di pitching e business planning, ovvero motivare davanti a una giuria composta da personalità di spicco del mondo dei motori e dell’automazione industriale le proprie scelte in materia validità, sicurezza e qualità del prototipo presentato.
Una vettura che da regolamento deve essere a ruote scoperte, con una potenza massima di 80 kW, ovvero circa 109 cavalli, e un peso tra i 250-300 kg (corrispondente a quello di una city car) e che si prepara a competere per scalzare l’attuale record mondiale di accelerazione 0-100 km/h di 1,5 secondi, che al contrario di quanto si potrebbe pensare, non è detenuto da una monoposto della Formula 1, ma proprio da un’auto elettrica del circuito Formula SAE. (m.d.c.)
Immagini ed interviste a cura dell’Ufficio stampa