Venerdì, 27 Marzo 2020 - 10:34 Comunicato 639

Una linea produttiva realizzata per un’azienda del nord Italia sforna a pieno regime garze sanitarie per gli ospedali, “assistita” in remoto dal Polo Meccatronica di Rovereto
L’automazione della trentina RK Macchine in soccorso del settore medicale

La sicurezza negli ambienti di lavoro è fondamentale anche in queste settimane di limitazioni alla produzione. Le aziende autorizzate a non chiudere i battenti producono anche presidi essenziali per la salute, come nel settore medicale, ma devono ugualmente garantire il giusto distanziamento tra operatori. L’automazione industriale viene in soccorso. La roveretana RK Macchine, azienda di Polo Meccatronica, ha realizzato una potente linea produttiva per un’azienda del nord Italia che produce garze sanitarie, molto richieste in questo periodo dagli ospedali in emergenza, soprattutto in Lombardia. L’alta automazione del sistema sta permettendo in questi giorni di incrementare e rendere flessibile la produzione e al tempo stesso garantire la possibilità di interventi da remoto e in smart working da parte degli operatori e dei manutentori, attraverso un sofisticato software.

«La forte automazione dei nostri macchinari – spiega Andrea Rao, fondatore e amministratore di RK Macchine – sta permettendo a una delle nostre aziende clienti del settore medicale di spingere “a tutta” i processi produttivi in questo momento di emergenza».

RK è nata nel 2012 a Rovereto, come studio di progettazione e di produzione di piccoli gruppi meccanici. Oggi ha 15 dipendenti e competenze che le permettono di realizzare impianti industriali complessi (nel settore confezionamento, taglio, assemblaggio, logistica, collaudo), di grandi dimensioni e capaci di autonomia e automazione che in questo momento, con le misure di sicurezza e distanziamento degli operatori necessarie negli stabilimenti industriali, permette di mantenere i più elevati standard di sicurezza lungo le linee produttive.
Andrea Rao, 39 anni, di Martignano, è ingegnere meccatronico con dottorato di ricerca e titolare di RK: «Nel 2019 – racconta Rao – abbiamo realizzato per una delle più importanti aziende produttrici di prodotti medicali in Italia una macchina per la realizzazione e il taglio delle garze sanitarie. Grazie agli elevati livelli di automazione, questo macchinario, a forma di “C” e lungo una trentina di metri, ha permesso di dimezzare la presenza di operatori lungo la linea, permettendo di destinarli a compiti meno ripetitivi, e contemporaneamente raddoppiare la produttività».
In questi giorni l’azienda cliente di RK sta facendo lavorare a pieno ritmo i macchinari che producono garze sanitarie: 24 ore su 24, 7 giorni su 7. La richiesta da parte degli ospedali spesso al limite e al collasso è elevatissima. L’impianto progettato da RK può produrre fino a 6 tonnellate di garze al giorno. L’ingombro del prodotto finito è notevole, se si pensa che un chilogrammo di garza occupa 5-6 litri di spazio.
«Avevamo previsto che il macchinario lavorasse per picchi molto elevati, con alti standard di efficienza. Ora il caso si è concretizzato con l’emergenza coronavirus», precisa Rao.
Uno dei destinatari delle garze prodotte con i macchinari “made in Rovereto” è l’ospedale San Raffaele di Milano, uno dei più attivi al centro delle zone più colpite dall’emergenza sanitaria Covid-19. La macchina industriale installata l’anno scorso da RK in questa azienda del nord Italia può contare sulla potenza di 34 motori elettrici e altrettanti sistemi cinematici. Il cotone subisce parziali processi di tessitura, poi viene portato su una grande bobina e trasformato in «materassini» faldati, ovvero strati di tessuto sovrapposti di circa due metri per due: i sistemi meccanici ad alta automazione della produttrice roveretana RK, anche teleguidati da remoto o smart working, attraverso un software tagliano nelle misure desiderate i pacchetti di garza: dal formato 10x10 cm fino al 20x50.
RK Macchine ha sede in Polo Meccatronica a Rovereto, in uno spazio di oltre 1.100 metri quadrati. «Si sta dimostrando vitale – conclude Rao – che gli impianti e i macchinari industriali possano lavorare senza costringere alla presenza fisica gli operatori, anche per la loro sicurezza. Anche questa è industria 4.0». (d.b.)

Interviste e immagini a cura dell’Ufficio stampa

(dm)


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