Venerdì, 11 Maggio 2018 Comunicato 997

La struttura, interna all’ospedale di Arco, è stata ampliata e ristrutturata. Soddisfatti operatori e amministratori locali.
Inaugurato ad Arco il Centro provinciale per la procreazione medicalmente assistita

Fecondazione eterologa, diagnosi pre-impianto, crioconservazione dei gameti. Il centro per la procreazione medicalmente assistita di Arco amplia i propri ambiti di attività, grazie ad una ristrutturazione e riqualificazione che gli consentirà di garantire mille cicli di Pma all’anno. Il nuovo Centro, rinnovato negli spazi e nella strumentazione, è stato inaugurato oggi alla presenza del direttore generale di Apss Paolo Bordon, l’Assessore alla salute e politiche sociali Luca Zeni e alle autorità locali.

«Sono particolarmente lieto di inaugurare oggi – ha detto il direttore generale dell’Apss Paolo Bordon in apertura di cerimonia – questo rinnovato servizio in locali adeguati a standard moderni tenendo conto del tipo di utenza e della delicatezza, anche di approccio psicologico, delle tematiche della procreazione medicalmente assistita. Questo servizio nasce a seguito di un accordo stipulato con gli amministratori dell’Alto Garda nel 2016, che prevedeva un forte investimento, di circa un milione e centomila euro, da parte del sistema provinciale, per potenziare il servizio di procreazione medicalmente assistita. Questo è avvenuto in tempi veloci, con risultati buoni, consentendo al team multiprofessionale coordinato dal dottor Arne Luehwink di gestire con un approccio a 360 gradi la procreazione medicalmente assistita, arricchita anche dalla possibilità dell’eterologa. In questo contesto organizzativo e di comfort di accoglienza riteniamo si darà una risposta non solo alle donne trentine ma anche alle molte altre donne che verranno dalle regioni confinanti».

Il Centro provinciale per la procreazione medicalmente assistita è attivo dal 2006 nel presidio ospedaliero di Arco, come centro unico di valenza provinciale. Il suo ampliamento e potenziamento è stato deciso in seguito all’accreditamento del Centro di Arco come Banca dei tessuti da parte del Centro nazionale trapianti nel 2016. Le necessarie modifiche strutturali sono state inserite in un progetto di ampliamento qualitativo e quantitativo con l’introduzione di nuove attività uniche a livello nazionale.

L’assessore provinciale alla salute e politiche sociali Luca Zeni ha espresso grande soddisfazione per il risultato raggiunto: «Siamo qui oggi ad inaugurare le nuove strutture di un centro all’avanguardia nel panorama italiano della procreazione medicalmente assistita, che ha ripreso l’attività a pieno regime a tempo di record. Grazie alla ristrutturazione il Centro potrà confermare i propri livelli di eccellenza incrementando l’attività nel campo della diagnostica pre impianto e avviando l’accesso alla fecondazione eterologa. Gli oltre mille cicli di trattamento all’anno garantiti dal Centro di Arco significano anche liste d’attesa ridotte e una maggiore attrazione di pazienti da fuori provincia».

Alessandro Betta, sindaco di Arco, ha manifestato il compiacimento dell’amministrazione comunale e ha riscontrato che un ulteriore punto dell’accordo sottoscritto con la Provincia autonoma di Trento è stato completato nei tempi previsti e con soddisfazione da parte dei cittadini e operatori.

Il direttore del Centro Arne Luehwink ha voluto ringraziare quanti in questi mesi si sono spesi per realizzare il nuovo Centro. «A luglio partiranno le prime terapie per la diagnosi pre-impianto, – ha detto Luehwink – attraverso cui sarà possibile individuare malattie genetiche trasmissibili come fibrosi cistica, talassemia, distrofia muscolare e tante altre. Il Trentino ad oggi è l’unica realtà italiana che offre la diagnosi pre-impianto come servizio pubblico e dispone di un proprio centro per eseguirla. Le apparecchiature necessarie per queste attività sono state istallate nel laboratorio di Pma e le prime coppie a rischio di trasmettere malattie genetiche gravi ai loro figli hanno già eseguito gli esami preparatori del Dna e sono pronte per le prime terapie».

«Sempre a luglio – ha proseguito il direttore del Centro – comincerà l’attività di procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo, che consentirà di diventare genitori anche alle coppie in cui uno dei partner non dispone di ovociti o spermatozoi propri attraverso l’utilizzo di gameti donati. Nuovi orizzonti si aprono anche per la crioconservazione dei gameti finalizzata a progetti procreativi. La preservazione della fertilità, cioè la crioconservazione di ovociti e spermatozoi in donne e uomini che rischiano di perdere la propria fertilità a causa di chemioterapie, radioterapie o interventi chirurgici viene già eseguita ad Arco. Le procedure di preservazione della fertilità verranno quindi ampliate con la crioconservazione di tessuto ovarico».

Il Centro di Arco oggi ristrutturato e pienamente funzionante sarà in grado di offrire oltre mille cicli di procedure di Pma alle coppie non fertili. Grande attenzione verrà data in questo senso anche alle attività di informazione e sensibilizzazione sulla prevenzione dell’infertilità, con un focus particolare sul “social freezing”, la crioconservazione degli ovociti a scopo precauzionale.

I lavori per l’ampliamento del Centro sono stati progettati a partire dall’agosto 2016, approvati dalla direzione dell’Apss e dall’assessorato provinciale in dicembre 2016 e pianificati all’inizio del 2017. Le attività cliniche di Pma sono state sospese solo da settembre 2017 al gennaio 2018. Non si sono mai interrotte invece le attività cliniche in ginecologia e l’accettazione delle coppie con problemi di infertilità e le loro indagini diagnostiche. Il centro ha ripreso l’attività nel febbraio 2018.

(rc)


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