
Geoinference nasce nel 2019 a Rovereto dalla grande passione sia per la campagna che per la tecnologia dei soci fondatori Eugenio Maffione e Stefano Martini. Quest’ultimo spiega: «L’idea di montare sul trattore una videocamera dotata di un particolare sistema di rilevazione capace di costruire delle mappe che indichino come andrà la produzione, mi è venuta pensando ai meleti, visto che siamo in Trentino».
Per un agricoltore, infatti, calcolare in modo preciso quante mele - ma lo stesso vale anche per i grappoli d’uva - ci sono nel suo campo è fondamentale per capire ad esempio quante persone contrattualizzare per la raccolta e come organizzarla, nonché per analizzare la gestione nei vari anni, oppure per conoscere l’impatto delle grandinate. Analoghi ragionamenti valgono per le cooperative agricole, che devono affittare i capannoni dove stoccare la frutta e organizzare la logistica.
«Spesso gli agricoltori fanno queste valutazioni a stima con una modalità che, negli anni, rischia di far perdere lo storico che invece può essere agevolmente conservato in un database». Di qui l’invenzione, brevettata sia a livello italiano che europeo, di un nuovo sistema di rilevazione da installare sul trattore. L’intelligenza artificiale viene addestrata a riconoscere, conteggiare e calibrare i frutti presenti in campo.
«Il passo successivo, per cui stiamo collaborando con la Fondazione Edmund Mach, consiste nell’addestrare l’intelligenza artificiale a riconoscere non già il frutto, ma addirittura il fiore. O meglio, a stimare, sulla base dei fiori, quante mele verranno prodotte. In questo modo l’agricoltore avrà il prima possibile le stime, già in primavera, e potrà dunque organizzarsi di conseguenza».
Il sistema, attualmente al vaglio in diversi campi del Trentino, è commercializzato sul mercato in partnership con aziende a livello nazionale. Le grandi estensioni agricole sono il terreno naturale dove utilizzare e implementare questa tecnologia.
La tecnologia di Geoinference si rivela utile anche in altri settori, grazie alla sua modularità e agilità di riconfigurazione. Per esempio, ne è stata realizzata una versione per i depositi industriali e i poli logistici, dove i robot sono incaricati del “bin picking”, cioè dell’identificazione e raccolta di oggetti alla rinfusa per alimentare la catena di produzione.
Un’ulteriore interessante applicazione è nata dalla collaborazione con la startup Mint, insediata nell’hub green di Trentino Sviluppo Progetto Manifattura, ed è volta a rilevare la presenza di patogeni come il fungo Dollar Spot sul green dei campi da golf.
La tecnologia di Geoinference può quindi giocare un ruolo chiave nell’accelerare i processi di trasformazione digitale delle imprese. (m.d.c.)
Immagini ed interviste a cura dell’Ufficio stampa
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