
Quattro figli, traduttrice, una laurea in Giurisprudenza e studi in welfare aziendale, Loredana Fantauzzi è la fondatrice, assieme al fratello Fabio, di Care It. La startup è insediata in Progetto Manifattura con la formula del “TS-Host”, pensata proprio per permettere ai professionisti con un’idea innovativa di entrare agevolmente in contatto e creare nuove sinergie con le aziende del territorio.
«L’idea di fondare una startup dedicata ai temi del welfare aziendale – spiega Loredana Fantauzzi– nasce dalla mia esperienza personale. Per lavoro, infatti, ho vissuto in diverse città, stati e addirittura continenti. Sono stata a Trieste, Oxford, Newcastle Upon-Tyne, Manchester, Liverpool, Asti, Glasgow, Boston e ora, da nove anni, abito a Rovereto. Spostarsi con la famiglia non è stato facile. In Inghilterra, per esempio, ho scoperto il wives’ club, un punto d’incontro per le mogli dei ricercatori impegnati all’Università di Oxford. All’arrivo in Scozia, invece, abbiamo ricevuto un pacchetto cosiddetto di “relocation” per aiutarci nel trasloco. Riflettendo, mi sono resa conto che in Italia questo tipo di approccio culturale non è molto diffuso».
Di qui l’idea di trasformare questo pacchetto di servizi per l’accoglienza e il supporto dei lavoratori provenienti da altri territori in una vera e propria attività d’impresa. Successivamente, grazie alle competenze, esperienza e formazione di Fabio Fantauzzi, l’idea si è arricchita di un approccio attento a tutte le dimensioni della persona, un’azione strutturata su più livelli, un accompagnamento permeato di ricchezza di significati.
«Da un lato – spiega – la realtà d’impresa assorbita in dinamiche e processi assai complessi, non sempre riesce dare un’adeguata rilevanza alla priorità strategica del welfare aziendale. Dall’altro, il lavoratore non è sempre in grado di cogliere le opportunità che il territorio e il contesto socioculturale offrono per vivere il proprio “essere persona” mentre “sono al lavoro”. Da qui il pacchetto di servizi personalizzati rivolti alla valorizzazione delle risorse umane, delle competenze, delle professionalità e della figura femminile nel mondo del lavoro, e in generale del benessere individuale e familiare, e del welfare aziendale, sociale e territoriale. Siamo convinti che tali servizi siano di fondamentale importanza per via delle sfide sempre più impegnative che le imprese si trovano a dover affrontare nel reperire, trasferire e/o fidelizzare la forza lavoro necessaria per portare avanti la propria attività, come ben documentato dai più recenti studi e analisi del mercato del lavoro».
«Non si tratta – continuano i due fratelli – di well-washing, ma di un nuovo modo di concepire il welfare aziendale in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU, fatti propri a livello locale dalla strategia provinciale SproSS».
Il progetto pilota verrà presentato nel prossimo gennaio 2023, in occasione di un evento organizzato in collaborazione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche e l’Istituto Internazionale delle Scienze Umane ed Organizzative, sotto il patrocinio di Trentino Sviluppo. (m.d.c.)