Lunedì, 20 Giugno 2016 - 16:39 Comunicato 1363

Premiato un innovativo modello assistenziale differenziato in base alla gravità clinica
Apss: la medicina interna del Santa Chiara prima in Italia al concorso "E' ora di premiare la qualità"

La medicina interna dell’ospedale Santa Chiara di Trento ha vinto il concorso nazionale «È ora di premiare la qualità» organizzato da Joint Commission International (JCI), l’organismo internazionale che si occupa di accreditamento di strutture sanitarie. Il progetto dell’ospedale di Trento è stato scelto tra 65 progetti presentati da oltre 60 ospedali italiani.

Il concorso «È ora di premiare la qualità» è promosso per dare modo alle organizzazioni sanitarie di mettere in evidenza esperienze e progetti significativi per migliorare la qualità e la sicurezza dei servizi offerti e accrescere la soddisfazione dei pazienti e la motivazione degli operatori sanitari. I tre ospedali finalisti di quest’anno sono stati l’ospedale Santa Chiara di Trento, l’Istituto Europeo Oncologico di Milano e l’ospedale Oglio Po di Cremona. La commissione valutatrice – formata da esperti nei temi di organizzazione e qualità delle cure tra cui Marina Davoli, direttore scientifico del Programma Nazionale Esiti (PNE) dell’Agenzia nazionale per i servizi regionali (Agenas), Nino Cartabellotta presidente Gruppo italiano per la medicina basata sulle evidenze (GIMBE), Antonio Bonaldi presidente di Slow medicine e Paul Chang vicepresidente della JCI – al termine dei lavori di presentazione dei tre progetti ha proclamato vincitrice dell’edizione 2016 l’Unità operativa di medicina interna dell’ospedale Santa Chiara di Trento per il valore, la consistenza e la trasferibilità in altri contesti ospedalieri del lavoro svolto.

Il progetto realizzato all’Ospedale di Trento dall’Unità operativa di medicina interna e operativo dal 2014 ha riguardato la riorganizzazione dell’assistenza ospedaliera di una grande sezione di degenza dove sono state create aree di ricovero in grado di dare risposte differenziate e personalizzate in base alla gravità clinica dei pazienti. Sono state previste: l’alta intensità di cura (rossa) per i pazienti più gravi con necessità di cure da effettuarsi in breve tempo, la media intensità di cura (gialla) per i pazienti con problemi urgenti, ma in condizioni non gravi e la bassa intensità di cura (verde) per pazienti in fase di miglioramento o post acuti per i quali organizzare una dimissione protetta a domicilio in termini di assistenza infermieristica o sociale o in attesa di lungodegenza.

Nell’articolato percorso di riorganizzazione per rendere operative le nuove modalità assistenziali è stato introdotto l’approccio multidisciplinare centrato sul paziente con l’interazione da un lato con i professionisti dell’Unità operativa pronto soccorso e medicina d’urgenza e dall’altro con i professionisti delle altre attività specialistiche dell’ospedale. È inoltre stato introdotto uno strumento volto a supportare il personale nella valutazione della gravità clinica dei pazienti e a orientare gli interventi di terapia necessari. Lo strumento è il News, National early warning score, derivato dall’esperienza degli ospedali inglesi e testato a Trento per la prima volta in Italia.

I risultati di oltre due anni di attività hanno documentato che la nuova organizzazione ha permesso di migliorare la qualità e la sicurezza delle cure riducendo in modo sostanziale l’incidenza degli aggravamenti inaspettati dei pazienti ricoverati e migliorando nel complesso le cure erogate sia ai pazienti più gravi sia a quelli in fase post acuta in attesa di dimissione.

L’intero processo di riorganizzazione ha richiesto il coinvolgimento di tutto il personale sanitario, medici, infermieri, operatori sanitari e segretarie, che hanno avuto il merito di cimentarsi con un profondo cambiamento organizzativo realizzandolo con un intenso e non facile lavoro di cambiamento.

(rc)


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