Proprio l’assessore Achille Spinelli, nell’aprire l’incontro, ha raccolto l’invito a “riflettere”, come suggerisce il titolo della rassegna «su argomenti di economia, finanza e geopolitica con un ospite che ha vissuto il grande periodo del sistema finanziario italiano e l’ha costruito. Certo quelli proposti sono temi impegnativi, ma è giusto dibatterne e confrontarsi. La Provincia, infatti, vuole giocare le proprie carte e lavorare nell’ambito dell’autonomia, dell’innovazione e della digitalizzazione per essere pronta ad affrontare le sfide del futuro».
Futuro che, ricorda l’economista Arrigo Sadun, già executive director presso il Consiglio Direttivo del Fondo Monetario Internazionale, sarà caratterizzato da «un ordine internazionale in continuo mutamento, dove le crisi, più che risolversi punteranno ad auto-riequilibrarsi». Ciò, soprattutto in questo 2024 caratterizzato da numerose elezioni in tutto il mondo, prime fra tutti le presidenziali americane, ma anche le europee.
E proprio all’Europa guarda Alessandro Profumo, che sottolinea come «con due conflitti rispettivamente in casa, ovvero l’Ucraina, e sulla porta di casa, in Medio Oriente, non è possibile che il nostro continente rimanga a guardare e venga considerato un interlocutore irrilevante con cui interfacciarsi per risolvere queste crisi». Un invito alla politica, ma anche alle imprese italiane, affinché «traggano vantaggio dalle caratteristiche proprie del nostro tessuto produttivo, per esempio la flessibilità e la dimensione di nicchia». Sempre con lo sguardo teso in avanti, per garantire la sostenibilità a lungo termine, diversificando le fonti di approvvigionamento e i mercati di sbocco. «In questo contesto – continua l’ex ad di Leonardo – bisogna imparare a navigare l’incertezza, continuando a puntare sulla qualità dei prodotti, sulla capacità di internazionalizzarsi e sulla valorizzazione delle risorse umane, anche con degli stipendi in grado di trattenere i giovani talenti in Italia». «Ingredienti – conclude – che in un territorio come il Trentino, caratterizzato da un buon sistema formativo e da un’ottima università, non mancano».
Analogo il pensiero del professor Michele Andreaus dell’Università di Trento, coordinatore assieme ad Arrigo Sadun della rassegna “Riflessioni”, che spiega: «Il Trentino è piccolo e autonomo, ma profondamente legato a ciò che succede a livello europeo sia dal punto di vista manifatturiero che dei flussi turistici. La sfida per le imprese del territorio è dunque quella di fare il salto di qualità e abbandonare il pensiero locale per uno sguardo più globale».
L’incontro è stato moderato dalla giornalista Margherita Montanari. (m.d.c.)
Immagini e interviste a cura dell’Ufficio stampa
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