“Nell’immaginario collettivo occidentale la parola Vietnam rievoca ancora l’omonima guerra, ma da quel terribile evento storico è trascorso più di mezzo secolo e il Paese si è risollevato, trasformandosi oggi in una porta strategica verso il sud-est asiatico, sia per gli esportatori di beni strumentali che di consumo”. Il direttore generale della Camera di Commercio italiana in Vietnam Pham Haong Hai presenta così i punti di forza del proprio Paese, caratterizzato da un’economia giovane e dinamica, che da trent’anni cresce interrottamente con tassi che si assestano su un 5-6% annuo.
“Con un’età media di 31,5 anni, un tasso di disoccupazione inferiore al 2% e il 94% delle imprese caratterizzate da una dimensione familiare, il Vietnam ricorda l’Italia degli anni Sessanta. Un Paese non ancora prospero, ma con tanta voglia di mettersi in gioco, di innovare e di crescere”, spiega ancora P.H. Hai, che sottolinea come nel solo 2016 siano state aperte oltre 110 mila imprese, tra cui molte startup attive nell’ambito del food & beverage. Sempre nello stesso anno le imprese straniere hanno scelto di aprire nuovi siti produttivi in Vietnam per un investimento complessivo di 25 miliardi di dollari.
“Il mercato vietnamita offre una doppia opportunità – sottolinea il dirigente del Servizio attività internazionali della Provincia di Trento Raffaele Farella – perché offre sia sbocchi commerciali per i beni di consumo nei poli di sviluppo urbani, dove tra i nuovi ricchi i prodotti “made in Italy” sono molto apprezzati, sia possibilità di investimenti industriali e opportunità di dar vita a nuovi progetti di ricerca legati alla produzione e alla fornitura di know how, tecnologie e beni strumentali la cui domanda è in crescita esponenziale. Inoltre, i canali di ingresso per le imprese trentine possono essere facilitati grazie ai consolidati legami costruiti in loco, agli importanti progetti di cooperazione promossi verso quel Paese, alla presenza di alcune imprese trentine che hanno svolto un ruolo di avamposto nell’area e alla presenza presso l’Ambasciata Italiana ad Hanoi di un Attachè scientifico proveniente dalla Fondazione Bruno Kessler”.
“Nel corso del 2016 sono state 15 le imprese trentine che hanno scelto questa via e hanno richiesto il certificato di origine necessario per avviare le esportazioni verso il Paese asiatico”, spiega Mauro Casotto, della Direzione Operativa di Trentino Sviluppo, il quale evidenzia come la stabilità politica e sociale del Vietnam e la presenza di tecnici giovani e sempre più formati, rappresentino ottime credenziali per gli imprenditori stranieri interessati a investire nell’area.
“Il rapporto tra le importazioni e le esportazioni nel nostro Paese è paritario – evidenzia Hai – le nostre produzioni locali si concentrano in distretti specializzati e riguardano prodotti come computer, tessili, calzature e apparecchiature da trasmissione. I distretti offrono competitività, buone infrastrutture e investimenti immobiliari vantaggiosi”.
Il perfezionamento dell’Accordo di Libero Scambio tra Unione europea e Vietnam, fortemente sostenuto dall’Italia e la cui entrata in vigore è prevista per l’inizio del 2018, fungerà da driver sulle reciproche relazioni commerciali tra gli Stati membri e il Paese del riso, perché porterà alla progressiva e totale abolizione di tutti i dazi doganali. Un ulteriore effetto leva è garantito dal fatto che il Vietnam, che da solo vanta una popolazione di 95 milioni di abitanti, fa parte dell’ASEAN, l’associazione per la libera circolazione delle merci nel Sudest asiatico, a cui aderiscono 11 stati, tra cui Filippine, Indonesia, Singapore, Thailandia, Vietnam, Birmania, Laos, Timor est. Creare una rete di import/export con il Vietnam per un’azienda trentina significa dunque accedere a un mercato transnazionale con oltre 600 milioni di nuovi potenziali consumatori.
Ma quali caratteristiche deve avere un’impresa per poter competere con gli investitori stranieri tradizionali e già radicati sul territorio come la Cina, il Giappone e gli USA?
“Il Vietnam è un Paese attento alla tecnologia e alle evoluzioni del digitale, dove anche il risciò si prenota attraverso una app – spiega P.H. Hai – perciò per i nostri imprenditori è fondamentale trattare con partner commerciali veloci, precisi ed efficienti, che offrano prodotti unici e di grande qualità”. Attenzione, anche nel settore all’agro-alimentare, alle diverse abitudini dei consumatori “perché – spiega ancora Hai – il formaggio ad esempio è stato importato dai francesi e per i vietnamiti non è un alimento quotidiano, ma un prodotto da consumare in occasioni speciali: dunque sono più gradite le confezioni monodose”.
Tra i settori trainanti bene la meccanica e grande attenzione all’hotelerie, all’arredamento e al design di interni: la Camera di commercio italiana in Vietnam organizza ogni anno il più importante evento di settore di tutto il Sudest asiatico.
Ulteriore occasione d’incontro e di dialogo sulle possibilità di crescita e investimento in questa zona geografica, sarà la visita in Trentino dell’ambasciatore del Vietnam in Italia e del governatore della provincia di Thui Son, famosa per la produzione di marmi. (m.d.c.)
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