Sabato, 25 Maggio 2024 - 11:56 Comunicato 1316

Trento capitale delle buone pratiche: al Festival dell’Economia si scatta la fotografia sul mondo del volontariato

Le istituzioni non profit attive in Italia sono 363.499 e impiegano complessivamente 870.183 dipendenti con, negli anni, una crescita costante e a un ritmo abbastanza regolare. Gli ambiti si concentrano nei settori delle attività culturali e artistiche; sportive; ricreative e di socializzazione. I volontari sono per il 57,5% uomini (2,69 milioni) e nel 42,5% donne (1,92 milioni). Ma le donne si dimostrano più attive. Non solo. Il volontariato può contribuire a sviluppare competenze e life skills, sempre più richieste e impiegate nel mondo del lavoro. Al Festival dell’Economia si parla di Terzo Settore e mondo del Volontariato con gli incontri a cura di Trento Capitale Europea del Volontariato, promossi dal Comune di Trento in collaborazione con l'organizzazione del Festival. Ad aprire gli approfondimenti, all’Itas Forum, il panel “Trento capitale delle buone pratiche: il volontariato come modello di crescita e sostenibilità”.
Festival dell'Economia COLORE Nella foto: quartetto d'archi [ Federica Galeazzo - Archivio Ufficio Stampa PAT]

A scattare la fotografia del mondo del volontariato in Italia è stata Chiara Tommasini, presidente CSVnet, l’associazione nazionale dei Centri di servizio per il volontariato: “Gli ultimi dati del censimento Istat   paradossalmente fotografano un calo della partecipazione dei volontari nelle realtà organizzate di oltre 15 %, in realtà l’indagine fa riferimento al 2021 ovvero all’anno in cui eravamo praticamente ancora in pandemia e quindi è andata a fotografare un momento di crisi forte. Oggi noi stiamo vedendo, in reazione a questi a questi dati, una forte crescita del volontariato soprattutto non organizzato, quello più spontaneo, di chi non ha tempo per impegnarsi in maniera continuativa all’interno di un’organizzazione. Un movimento, soprattutto giovanile, che si impegna, che aiuta e che si forma soprattutto in casi di bisogno emergenziale come la crisi in Ucraina o le emergenze climatiche negli ultimi anni. Pensiamo su tutti alla mobilitazione c’è stata per aiutare l’Emilia Romagna lo scorso anno. Oggi il volontariato sta cambiando pelle, si sta aggiornando per rispondere in maniera più incisiva ai bisogni sociali e sta assumendo nuove forme che noi, come addetti ai lavori, stiamo osservando e stiamo cercando di capire come sostenere”.
A portare i suoi saluti il vice presidente vicario ITAS Mutua, che ha spiegato come Itas non potesse mancare nel percorso di Trento capitale europea del volontariato; i volontari danno densità sociale, costruiscono un’identità collettiva ed Itas è parte di questa storia da 200 anni, ha concluso. Ad intervenire anche il sindaco di Trento che ha commentato come questi incontri e approfondimenti ci portano a riflettere e a darci consapevolezza su cosa vuol dire dare valore a un’azione, creare comunità e spendersi per essa.
Spazio quindi agli approfondimenti con Lejla Šehić Relić, presidente Centre for European Volunteering (in collegamento da remoto) che si è soffermata sul merito e sul ruolo di Trento capitale europea del volontariato.  Šehić Relić ha poi evidenziato il potere trasformativo del volontariato, come va a  incentivare democrazia e sviluppo del territorio e come può promuovere e stimolare anche nuove competenze, sempre più richieste dal mondo del lavoro.
Di consapevolezza e certificazione delle competenze, di prezzo e valore ha parlato Ericka Costa dell’Università di Trento, che ha anticipato gli esiti di una ricerca in corso da parte di UNITN -dipartimento di economia e management, dipartimento di psicologia - CSV Trentino e Comune di Trento sull’impatto economico, sociale e culturale del volontariato. “Fino a oggi il volontariato è sempre stato misurato soprattutto per la parte di ricaduta economica. La nostra ricerca ci fa capire quanto il volontariato può contribuire a sviluppare nelle persone le life skills sempre più richieste e impiegate nel mondo del lavoro.  Il volontariato crea delle reti e delle relazioni di solidarietà, ha un aspetto fortemente sociale e psicologico. Dalla ricerca sta emergendo che il volontariato permette lo sviluppo delle competenze trasversali, quelle che oggi le aziende chiedono: problem solving, capacità di gestire i picchi di lavoro, lo stress, il burnout”.
Infine, ancora Tommasinisul riconoscimento di Trento a capitale italiana ed europea del Volontariato: “E’ stato il frutto di un grande lavoro che ha coinvolto non solo il CSV di Trento ma tutto il sistema dei centri di servizio per il volontariato. Un percorso in cui il volontariato si è dimostrato capace di ricucire e far fronte a quelli che sono i bisogni del Paese. Il titolo di capitale italiana europea del volontariato valorizza la promozione del sostegno alle esperienze di solidarietà da parte dei cittadini in Italia, un modello che ci è fortemente riconosciuto anche all’estero”.
A moderare Alessia Tripodi, giornalista Redazione web - Il Sole 24 Ore.

I dati
Le istituzioni non profit attive in Italia sono 363.499 e impiegano complessivamente 870.183 dipendenti. Tra il 2019 e il 2020 le INP crescono dello 0,2% (nel 2019 erano 362.634), meno di quanto rilevato tra il 2018 e il 2019 (+0,9%). Considerando il censimento del 2001, quando erano poco più di 235 mila, si evidenzia negli anni una crescita costante e ad un ritmo abbastanza regolare. Rispetto al 2015 cresce infatti l’incidenza delle INP di piccolissime dimensioni, con uno o due volontari (che nel 2015 erano pari al 7,9% del totale) e diminuisce la quota di INP di medie-grandi (con volontari fra 20 e 49) e grandi dimensioni (con 50 volontari e più).  Nel 2021 le INP che si avvalgono dell’attività gratuita dei volontari e i volontari stessi si concentrano nei settori delle Attività culturali e artistiche; Sportive; Ricreative e di socializzazione, che insieme aggregano il 65,2% delle istituzioni con volontari e il 54,5% dei volontari. Seguono i settori dell’Assistenza sociale e protezione civile (con il 10% di istituzioni e il 14,7% di volontari), della Sanità (con il 4,4% di istituzioni e il 9,8% dei volontari) e della Religione, (con il 3,9% di istituzioni che si avvalgono del 6,5% dei volontari attivi nel settore). 

Volontari - Genere
I volontari sono per il 57,5% uomini (2,69milioni) e nel 42,5% donne (1,92mln). Rispetto al genere, il calo del volontariato organizzato è evidente per entrambe le categorie ma le donne si dimostrano più attive, (-13,0% di donne volontarie rispetto al - 17,6% di volontari). 

Focus Regionale
Benché a partire dal 2018 siano cresciute di più nel Mezzogiorno, le Inp presentano una distribuzione territoriale piuttosto concentrata: oltre il 50% è attivo al Nord, il 22,2% al Centro, il 18,2% e il 9,4% rispettivamente al Sud e nelle Isole.   A livello regionale, spicca il primato lombardo, con 811mila volontari. La regione doppia Veneto (424mila), Toscana (418mila dove il Csv Toscana segnala la perdita di 60mila unità), Emilia (413) e Piemonte (410). Fanalino di coda il Molise, con 23.706, dato che però, opportunamente rapportato a quello dei 305mila abitanti, mostra come la regione possa contare su una persona impegnata ogni 12,89, valore leggermente superiore a quello lombardo (12,33). 

(lp)


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