Giovedì, 02 Dicembre 2021 - 18:21 Comunicato 3475

Incontro a Trento alla Fondazione Franco Demarchi
Progetti e buone prassi per la cura della famiglia

In occasione della decima edizione Festival della famiglia alla Fondazione Franco Demarchi si è parlato di come le progettualità territoriali a sostegno della qualità della vita, soprattutto a seguito della pandemia, assumono un ruolo fondamentale nelle politiche pubbliche. In merito sono state presentate le esperienze di Spazio Argento, per il settore welfare anziani, del percorso CuraInsieme, rivolto ai care giver familiari, e del progetto Ti tengo compagnia, realizzato nell'ambito delle politiche giovanili durante il lockdown.
In apertura sono intervenute Francesca Gennai, vice-presidente della Fondazione Franco Demarchi e Federica Sartori, dirigente Servizio politiche sociali della Provincia la quale ha sottolineato l’importanza degli argomenti trattati inerenti i processi di accudimento e delle politiche attuate finalizzate ad orientare e a dare risposte efficaci agli anziani, ai familiari, oltre a impiegare il capitale umano presente sul territorio, che vede i giovani attivarsi anche in uno scambio intergenerazionale.
Incontro Festival della famiglia (da sinistra Daniela Drago, formatrice Fondazione Franco Demarchi, Angela Pederzolli, assistente sociale Servizio politiche sanitarie e per la non autosufficienza della Provincia) [ Fondazione Franco Demarchi]

Sul nostro territorio ci sono molteplici servizi e azioni finalizzati al benessere, al sostegno e alla valorizzazione del ruolo delle famiglie, in cui la famiglia diventa essa stessa protagonista oltre che destinataria delle misure attivate, che garantiscono una sostenibilità sociale ed economica, soprattutto in questo periodo di pandemia.
Angela Pederzolli, assistente sociale Servizio politiche sanitarie e per la non autosufficienza della Provincia ha presentato le fasi e lo sviluppo del percorso CuraInsieme rivolto ai caregiver familiari, coloro che assistono un proprio familiare, che da due anni attiva azioni di sensibilizzazione, percorsi di formazione e promozione di gruppi di auto mutuo aiuto per i familiari che si prendono cura di anziani in tutto il territorio provinciale. Il progetto viene costantemente monitorato da un Tavolo di lavoro tecnico composto da rappresentati della Provincia, dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari, delle Comunità di Valle, del Comune di Trento e Rovereto, di Upipa, della Consulta provinciale per la Salute, di Consolida. Daniela Drago, formatrice Fondazione Demarchi, ha poi spiegato come le proposte formative e di sensibilizzazione siano state calibrate sulle necessità contingenti non solo in base alle limitazioni imposte dalla pandemia, ma anche agli elementi valutativi raccolti dai caregiver, dai relatori coinvolti e dagli organizzatori: “Gli obiettivi del progetto e i risultati attesi sono stati identificati non solo come risposta ai caregiver ma anche come nuova modalità di collaborazione tra i diversi attori della rete del territorio, rete nella quale il caregiver familiare ricopre una parte integrante. La pandemia ha comportato una sostanziale modifica delle proposte, ma l’obiettivo è rimasto quello di mantenere un collegamento con i caregiver per arginare il senso di isolamento ed il carico assistenziale aggravati dall’emergenza. La condivisione dei vissuti tra i familiari ed il supporto fornito loro dai professionisti delle cure si sono infatti confermati i principali punti di forza del percorso. I dati raccolti - dal 2019 al 2021 si sono tenute sul territorio provinciale 39 edizioni di sensibilizzazione con il coinvolgimento di 813 persone, mentre i corsi di formazione attivati dal 2020 sono stati 5 nei territori di  Trento, Rovereto, Cimbri, Giudicarie, Sole - e le testimonianze dei corsisti che hanno partecipato alle iniziative di CuraInsieme hanno permesso di conoscere meglio chi è il caregiver che oggi si occupa dei propri in maggioranza sono donne (93%) e la maggior parte di esse sono figlie della persona di cui si prendono cura. L’età media è di 56 anni e per la maggior parte non convivono con gli l’assistito/a. Sono in possesso di titolo di istruzione superiore e sono in età lavorativa. Inoltre il caregiver principale, nella maggior parte dei casi, ha il supporto di altri familiari nell’assistenza e conta su servizi pubblici o privati di cura.”
Sull’esperienza di Spazio Argento Emma Rotolo, la ricercatrice junior della Fondazione Demarchi ha spiegato come in questo primo anno di sperimentazione di Spazio Argento le analisi dei bisogni della popolazione anziana, dei loro caregiver e l’approfondimento del punto di vista degli utenti dei servizi sono emersi come un importante punto di partenza per lo sviluppo degli interventi e delle politiche a favore degli anziani. Rotolo ha presentato gli esiti delle indagini condotte attraverso una lettura trasversale dei bisogni/aspetti emersi nei tre territori coinvolti nella sperimentazione - le Comunità di Primiero e delle Giudicarie e il Territorio Val d’Adige - che si sono attivati nelle indagini per ascoltare gli utenti e gli stakeholder locali e, a partire dagli esiti, implementare servizi già esistenti e sviluppare risposte innovative ai bisogni che ancora non trovano o trovano parziale risposta. In merito a questo Michela Tomas, referente Spazio Argento e area anziani - Comunità di Primiero, ha presentato quanto emerso rispetto ai bisogni emersi e alle principali soluzioni messe in campo nel Primiero dove, ad esempio, sulla necessità di informazioni a livello trasversale l’azione proposta è stata l’apertura di uno sportello, anche itinerante e la realizzazione di tre guide informative, rispetto al supporto all’uso delle tecnologie sono stati proposti due corsi formativi, rispetto al potenziamento dei servizi socio-sanitari è stata istituita una cabina di regia che vede la partecipazione attiva dei soggetti coinvolti.
Isabel C. Neira G., manager territoriale e rto Piano giovani Valli del Leno e Alessandro Rigatti, manager territoriale e rto Piano giovani Bassa Val di Sole e Piano giovani Novella – Val di Non (Carez) hanno presentato “Ti tengo compagnia - telefonate contro la solitudine”, una progettualità nata durante il lockdown lo scorso anno, con l’idea e la volontà di tenere compagnia agli anziani o, in generale, alle persone che vivono sole e che avrebbero avuto piacere di parlare con qualcuno. “Il progetto è nato sul territorio del Piano Giovani Valli del Le no - è intervenuto Neira - con l’intento di mettere in comunicazione e unire la realtà dei giovani che erano a casa dalla scuola oppure dall’università e che non potevano fare grandi spostamenti e movimenti fuori dalla propria abitazione e gli anziani bloccati in casa, spesso lontani dai propri affetti. Si tratta per lo più di anziani e persone sole, con reti familiari e sociali deboli, e che nella loro quotidianità erano abituati a parlare e confrontarsi con amici e conoscenti, ma che durante il lockdown si sono ritrovati chiusi in casa senza poter interagire con nessuno.” Questa stessa progettualità è stata riproposta su altri territoriali trentini e attuata dal Piani Giovani di Novella “Carez”, Alta e Bassa Val di Sole e Alta Vallagarina. Rigatti ha sottolineato che il progetto ha visto la collaborazione dei gruppi pensionati ed anziani dei diversi territori. I due Manager territoriali hanno illustrato come inizialmente sono stati individuati i destinatari tra le persone sole e anziane che, contattate, hanno aderito volontariamente: "Raccolte le adesioni dei ragazzi e delle ragazze che hanno risposto in maniera eccezionale, con una grande sensibilità e volontà di mettersi in gioco per alleviare la solitudine in un momento storico così delicato. Successivamente, abbiamo assegnato ad ogni giovane 2 - 3 anziani di cui prendersi cura via telefono. Ogni partecipante ha condiviso con la persona “adottata” le modalità e le tempistiche della chiamata in base alle esigenze ed al carattere delle persone. È stato un progetto molto importante per i giovani coinvolti, dalla cui testimonianza emerge chiaramente la forte soddisfazione dei ragazzi e delle ragazze di aver avuto la possibilità di dare una mano nel difficile periodo del lockdown. Il progetto si è basato sull’ascolto e la compagnia, ha saputo creare relazioni piacevoli, di cura e di sostegno anche reciproco." Debora Pezzato, giovane volontaria del progetto ha portato in conclusione la sua testimonianza parlando di momenti preziosi di rispetto e di arricchimento reciproco.

(ld)


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