Mercoledì, 02 Dicembre 2020 - 16:12 Comunicato 2851

Al Festival della Famiglia l’appuntamento a cura della Fondazione Demarchi e dell’Agenzia per la Famiglia
Co-Living: e se andassimo a vivere in montagna?

Trovare strategie per fermare il progressivo spopolamento dei piccoli paesi montani e valorizzare il patrimonio abitativo pubblico non utilizzato: al Festival della Famiglia sono stati questi i temi approfonditi oggi nell’appuntamento online dal titolo “Co-Living: e se andassimo a vivere in montagna?”, a cura della Fondazione Demarchi e dell’Agenzia per la Famiglia. A Luserna, nella prima sperimentazione del progetto, iniziato nel 2017 ed oggi concretizzato, quattro appartamenti di ITEA S.p.A. sono stati messi a disposizione, in comodato d’uso gratuito per quattro anni, a nuovi nuclei familiari, provenienti da diverse città italiane e selezionati tramite un bando.
Stefania Segnana, assessore provinciale alla salute, politiche sociali, disabilità e famiglia, ha sottolineato quanto la Giunta creda in questo progetto che, valorizzando il patrimonio pubblico, che se inutilizzato rappresenta comunque un costo in termini di manutenzione, contribuisce a mantenere la popolazione presso comunità a rischio di spopolamento a causa della distanza dai centri maggiori. “ E’ un progetto sperimentale – ha detto - che ha visto un’alta adesione ed ha suscitato l’interesse di altri Comuni. Mette inoltre al centro il tema della qualità della vita e della bellezza del nostro territorio. Itea sta lavorando per individuare altri alloggi disponibili per allargare l’adesione al progetto ad altri Comuni. Sono certa intanto che la comunità di Luserna saprà accogliere e far sentire a casa le famiglie che hanno aderito a questa possibilità”.

Luciano Malfer, dirigente generale dell’Agenzia per la famiglia, la natalità e le politiche giovanili, ha ricordato la normativa che sta a supporto del progetto. “Le competenze dell’autonomia – ha sottolineato – consentono di creare progetti innovativi conferendo valore al tema del bene comune. Il territorio diventa attrattivo anche grazie a queste politiche”.

Laura Ravanelli, coordinatrice generale della Fondazione Demarchi, ha parlato di un progetto importante e innovativo che affronta il problema dello spopolamento della montagna e del progressivo elevarsi dell’età media di alcune comunità. La spinta per le famiglie che vi hanno aderito, ha aggiunto, è stata anche la possibilità di vivere una dimensione di comunità.

Nicoletta Carbonari, commissaria della Magnifica Comunità degli Altipiani Cimbri, ha ricordato come la Comunità abbia sempre sostenuto le politiche per la famiglia. Ha evidenziato la collaborazione che è stata messa in campo per arrivare a questo risultato, che vuol dire guardare al futuro e mantenere i servizi sul territorio. Ha aggiunto che si tratta di un’esperienza che si può applicare ad altre realtà trentine, visto che altri Comuni si sono mostrati interessati e che per il progetto si è avuta grande eco.

Ha portato il saluto dell’amministrazione locale Gianni Nicolussi Zaiga, sindaco del Comune di Luserna. Ha detto di non prevedere alcuna difficoltà di inserimento per le nuove famiglie, in una comunità aperta e ospitale, in cui si troveranno a proprio agio. Ha parlato inoltre di ricadute positive soprattutto per i bambini che vivranno a contatto con la natura, con la possibilità di giocare in strada, in un ambiente sicuro. Per evitare lo spopolamento, ha concluso, è importante creare servizi e collegamenti con il fondovalle.

Salvatore Ghirardini, presidente di Itea, ha ribadito che il progetto è il risultato di un lavoro di squadra. Si tratta, ha detto, di un’iniziativa coerente con le esigenze della società e rappresenta anche un investimento per il futuro nei confronti di famiglie che potranno anche decidere di occupare gli alloggi negli anni a venire.

Antonella Rovri, dirigente del Servizio Politiche della casa della Provincia, ha parlato delle politiche abitative per il ripopolamento montano, a partire dalle previsioni di “Agenda 2030” e dai processi di cambiamento in atto. Ha posto l’accento sulla necessità di dare risposte adeguate alle esigenze del territorio, lavorando sui fattori di svantaggio e sul riequilibrio tra centro e periferie. Serve, ha aggiunto, un approccio integrale in cui un peso importante sia esercitato anche dalle politiche abitative.

Valentina Chizzola, ricercatrice della Fondazione Franco Demarchi e Tania Giovannini, sociologa, hanno moderato l’incontro e approfondito il tema dell’attivare comunità abitative. Nei loro interventi si è parlato del progetto “Co–Living” come di un’esperienza innovativa sia per l’ambiente montano in cui si svolge sia perché agisce su contesti abitativi classici. Mettersi in gioco nella comunità e per la comunità, è emerso, era tra gli obiettivi del progetto, così come creare una solida comunità residenziale tra i nuovi arrivati, in grado di inserirsi positivamente nella comunità di Luserna.

“Vieni a vivere a Luserna” era il titolo dell’intervento di Andrea Nicolussi Golo, referente tecnico organizzativo del Distretto Famiglia degli Altipiani Cimbri. L’intervento ha preso la forma della condivisione dell’esperienza personale, raccontata con commozione, del legame col paese di origine, dell’allontanamento mentre questo si svuotava e sembrava non ci fosse futuro, della riscoperta e del segno di cambiamento rappresentato dal progetto “Co-Living”. Per concretizzarlo – ha detto - serviva gente di puntiglio, in grado di dare una mano a tutti, e che non ha paura a venire quassù. Se si ritorna ad abitare le terre alte, ha concluso, torneranno anche i servizi.

Bortolo Rattin, sindaco del Comune di Canal San Bovo, ha parlato di spopolamento, abbandono del patrimonio pubblico e possibile messa in discussione dei servizi sul territorio. Il progetto – ha detto – può innescare nuova vitalità anche nel suo territorio e generare un’economia collaborativa, basata sulla condivisione di beni e materiali, rimettere in circolo il patrimonio immobiliare inutilizzato, rivitalizzare le frazioni, avviare un’inversione di tendenza, dare una prospettiva ai giovani.

L’incontro si è concluso con la testimonianza di una componente di una delle nuove famiglie che vivranno a Luserna. 

(lr)


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