"Trentino 2020: Trilinguismo, poli di specializzazione e giovani": questo il nome dell'evento con cui oggi pomeriggio è stata presentata la programmazione riguardante l'uso dei fondi europei da qui al 2020, per un valore complessivo di circa 220 milioni di euro.
Le linee strategiche sono state elaborate in sinergia tra loro per fare il miglior uso delle risorse, hanno superato un lungo percorso di programmazione e di processi negoziali sia a livello nazionale che comunitario, e infine sono state approvate dalla Commissione europea gli scorsi 17 dicembre 2014 per quanto riguarda il Fse e 12 febbraio 2015 per il Fesr.
La crescita delineata dalle azioni del programma dovrà essere intelligente, inclusiva e sostenibile. "Meno obiettivi per numero di interventi, a uso intensivo di quelle leve che presentano maggiori potenzialità e che costituiscono al tempo stesso dei nodi ancora da sciogliere per lo sviluppo del Trentino, in particolare sul versante della competitività e della crescita": potremmo sintetizzare così gli orientamenti generali della programmazione provinciale, che pone particolare attenzione ai cosiddetti "investimenti immateriali", cioè la ricerca, ma anche la formazione del capitale umano, la scuola, l'obiettivo strategico del Trentino trilingue. Ed ancora: risorse saranno investite in settori strategici, dove il tessuto imprenditoriale può crescere e consolidarsi, dalla meccatronica all'agrifood, dalla qualità della vita fino alle energie green.
Di necessità di concentrare le risorse ed evitare le dispersioni ha parlato Daria Gismondi, rappresentante della Commissione Europea. Il Trentino ha raccolto l'invito: il 96% delle risorse del Fesr si concentra su 3 obiettivi: rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l'innovazione; promuovere la nascita, lo sviluppo e la competitività delle piccole e medie imprese del territorio, favorendo iniziative di nuova imprenditorialità tra cui anche quella giovanile, al fine di innalzare il grado di innovazione del sistema produttivo locale; sostenere la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio con azioni di promozione dell'efficenza energetica.
Anche il programma del Fse ha seguito il principio della concentrazione, dedicando le risorse al finanziamento delle politiche attive del lavoro, a Garanzia giovani, all'inclusione sociale. E' stato confermato inoltre il finanziamento delle politiche di conciliazione fra lavoro e famiglia.
Nell'ambito dell'asse istruzione e formazione verrà supportato il progetto trilinguismo e gli interventi di sostegno per studenti in situazione di disagio. Sul programma Fse la Commissione europea ha sottolineato come sia stato previsto uno stanziamento pari al 12% delle risorse per favorire l'uguaglianza fra donne e uomini in tutti i settori.
Uno dei temi-chiave intorno ai quali la Provincia ha fatto convergere il Fesr e il Fse è quello delle politiche per la ricerca, sviluppo e innovazione, che coniuga gli incentivi alle imprese con la formazione di capitale umano di "eccellenza" realizzata nelle università, anche in una logica di networking. In questa logica sono stati pensati i sostegni alle infrastrutture della ricerca considerate critiche/cruciali per il nostro sistema provinciale.
La strategia punta alla realizzazione di un unico spazio fisico capace di integrare strutture votate alla formazione specialistica e di livello universitario, centri di R&S, aree di insediamento produttivo nonché strutture di supporto e accompagnamento imprenditoriale, nella prospettiva di creare una circolarità di esperienze e buone pratiche a vantaggio dell'intero territorio di competenza.
Fra gli altri interventi, quelli di supporto alla nascita di nuove imprese sia attraverso incentivi diretti sia attraverso l'offerta di servizi. Si tratta, a partire dalla positiva esperienza maturata nella programmazione 2007-2013, di promuovere la diffusione di iniziative imprenditoriali nei settori innovativi o ad alta tecnologia, con priorità per quella giovanile e femminile e ai settori individuati dalla strategia di specializzazione intelligente, attraverso finanziamenti erogati a parziale copertura dei costi necessari all'avvio o al sostegno dell'attività imprenditoriale, oppure in termini di servizi (predisposizione di business plan, assistenza tecnica, marketing).
All.: slides
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Fra gli interventi previsti quelli per la ricerca, le nuove imprese, il trilinguismo, i giovani
FONDI EUROPEI: 220 MILIONI PER LO SVILUPPO DEL TRENTINO
Da sempre fra le prime regioni in Italia ad utilizzare i Fondi europei, il Trentino ha approvato recentemente le linee strategiche per i Programmi operativi 2014-2020 del Fondo sociale europeo-Fse e del Fondo europeo di sviluppo regionale-Fesr, che valgono rispettivamente 110 e 108 milioni di euro, provenienti dalle risorse Ue della politica di coesione (50%), dallo Stato italiano (35%) e dalla stessa Provincia autonoma (15%). I contenuti del programma settennale di interventi sono stati presentati oggi con un evento al Palazzo della Provincia, a cui hanno preso parte anche il vicepresidente e assessore allo sviluppo economico e lavoro e l'assessore provinciale alla coesione territoriale, assieme ai rappresentanti della Dg-Direzione generale Politiche regionali e Dg Occupazione della Commissione europea e dell'Agenzia della coesione territoriale. Rispetto al passato, la programmazione 2020 concentra le risorse su un numero minore di obiettivi strategici. Al centro delle azioni programmate i temi dello sviluppo e della coesione sociale, declinati attraverso interventi riguardanti ad esempio la ricerca e sviluppo (voci che da sole assorbono quasi il 50% delle risorse a disposizione del Trentino), il sostegno alla nascita di nuova imprenditorialità, ma anche il trilinguismo e i giovani.
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