In piazza S.Maria Maggiore, Malavenda ha poi evidenziato una disuguaglianza sul cibo legata alla povertà: “Produciamo troppo cibo. Negli Stati Uniti vengono prodotti 63 milioni di tallonate di cibo e il 40% delle produzione giornaliera viene buttata. Questo si contrappone a dove il cibo non c’è. Bisogna intervenire su politiche agricole, economiche e sociali.” Sempre Malavenda si è poi espresso sulla differenze di cibo che incidono sulla qualità di vita: “Nel 2020 è emerso che una persona su tre non ha accesso ad una dieta equilibrata e questo porta le persone a dei rischi fisici e mentali. Bisogna quindi agire su occupazione, reddito, istruzione, cultura ecc…per ridurre le disuguaglianze legate alle diverse dimensioni del cibo".
Paolo Costa, “filosofo della montagna”, è intervenuto parlando del racconto scritto da Karen Blixen ha “Il pranzo di Babette”, per porre l’accento sulla dimensione sociale e comunitaria del cibo, che può portare ad una felicità reale, dove gli “aspetti di relazione con il cibo, la sua inerzia e la sua capacità trasformativa diventa generativa”.
Per parlare di azioni comunitarie generative legate al cibo è intervenuto Simone Benetti che ha presentato il progetto di welfare a km zero (WFKM0) Ortinbosco: “Nato a Rovereto il progetto offre occasioni di ripartenza a persone che rischiano di essere lasciate ai margini. Il nostro obiettivo è seminare nuove opportunità, far crescere le persone assieme al frutto del loro lavoro, raccogliere materie prime sane che si prendano cura della comunità. Abbiamo voluto quindi creare un’opportunità per entrare in contatto con le persone. Attraverso il cibo siamo riusciti a costruire dei ponti e dei legami per un ritorno all’essenziale e per un futuro sostenibile che possa ridurre le disuguaglianze.” Il secondo progetto di welfare generativo è stato presentato da Giulia Pizzini: “Orto San Marco – Setàp è uno spazio agricolo urbano biologico che nasce e cresce nella città di Rovereto. È un progetto sociale, educativo che si sviluppa in uno spazio pubblico, che genera cibo e spazio che tornano alla città. Attorno al cibo e alla terra si è creata una rete di soggetti e l’iniziativa che stiamo portando avanti punta a far convivere innovazione e ricerca, ma anche momenti di socialità e occasioni di incontro, grazie al cibo.”