“La Provincia ha guardato alle sue più brillanti realizzazioni già un paio di anni fa – ha proseguito Spinelli in occasione del 60° dell’Istituto Trentino di Cultura, oggi FBK e dell’Università di Trento, le sue due grandi realizzazioni con delle basi che ancora oggi danno il carburante a un Trentino competitivo che guarda con interessi forti a un economia che sta andando a grandissima velocità. Come sempre quando ci sono dei giganti, le persone che capiscono la loro grandezza guardano a loro cercando di intuire il futuro. Bruno Kessler è stato il nostro gigante”.
Oltre al primo cittadino di Peio Pretti, in sala erano presenti il sindaco di Vermiglio Michele Bertolini, il presidente della comunità della Val di Sole Lorenzo Cicolini, il senatore Pietro Patton e gli l’ex presidenti della Provincia Lorenzo Dellai e Ugo Rossi, i consiglieri provinciali Carlo Daldoss, Michele Malfer e Francesco Valduga. In collegamento il politologo Paolo Pombeni che ha illustrato le fasi salienti della vita di Kessler, ripercorrendone i passi fondamentali caratterizzati: le origini umili, gli studi a Padova e la laurea in Giurisprudenza, quindi il passaggio in politica caratterizzato dal grande legame con la comunità, la prerogativa di attirare su di sé il consenso grazie alle capacità e alle sue azioni concrete e la capacità di pensare il territorio nel futuro. Nel 1956 fece il suo ingresso in Consiglio provinciale e dal 1960 venne eletto alla presidenza della Giunta provinciale, e lì vi rimase fino al 1974. A lui si deve l’invenzione dell’università di Trento, pensata in modo che potesse attirare in Trentino gli studenti da ogni parte d’Italia, in un momento in cui la Provincia non aveva la possibilità legislativa di fondare un ateneo.
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Rassegna stampa ad uso interno: Articoli da L'Adige, IL T, Corriere del Trentino - 18.02.2024