Il progetto del nuovo cuore artificiale è stato presentato in anteprima assoluta ieri, domenica 11 febbraio, dal suo ideatore, il cardiochirurgo Gino Gerosa, oggi direttore dell’Unità Operativa Complessa di Cardiochirurgia dell’Azienda Ospedale-Università di Padova e del Centro Gallucci di Padova. Nato a Rovereto, Gerosa è famoso nel mondo per i suoi trapianti di cuore “estremi” pienamente riusciti, con i quali ha talvolta sfidato limiti e divieti normativi pur di salvare vite umane.
“Ogni anno in Italia – ha ricordato lo specialista – sono in media 700 i pazienti cardiopatici iscritti alle liste d’attesa per un trapianto. Di loro meno del 30 per cento riceve un cuore nuovo a causa dell'insufficiente numero di organi provenienti da donatori”.
Instancabile ricercatore di soluzioni scientifiche che possano ovviare alla scarsa disponibilità di cuori umani rispetto al gran numero di persone in attesa di un trapianto, nell'ultimo decennio Gino Gerosa ha messo a punto il progetto di un cuore artificiale innovativo.
"Il nuovo progetto di ricerca, che sta per prendere avvio grazie a un’importante fonte di finanziamento (grazie ai vari finanziatori pubblici e privati che hanno scelto l'anonimato è stato raggiunto l'obiettivo dei 50 milioni di euro di risorse necessarie), riguarda la creazione di un prototipo di cuore artificiale che sia più piccolo e meno rumoroso di quelli già attualmente esistenti e che, al momento, vengono utilizzati come una sorta di "organo ponte", prima dell'impianto di un nuovo cuore naturale”, spiega Gerosa.
Una volta realizzato e reso disponibile, il nuovo cuore artificiale potrebbe salvare solo in Italia fino a 300 pazienti in più all'anno. E avrebbe un enorme impatto sui trapianti in campo internazionale.
La serata si è aperta con i saluti istituzionali da parte dei presidenti di MUSE e Mart Stefano Zecchi e Vittorio Sgarbi (in video-collegamento).
A seguire, ha preso parola l’assessore provinciale alla salute Mario Tonina: "Attraverso l’importante partecipazione della cittadinanza a questo momento, si riconosce l’importanza del lavoro svolto - con grandi risultati - dal professor Gerosa e dalla sua équipe. Professionalità e passione guidano la loro opera in favore delle persone colpite da malattie cardiache", ha evidenziato nel suo intervento l’assessore Tonina. “Ringrazio dunque - ha aggiunto - anche a nome della Giunta, quanti hanno promosso questa iniziativa in occasione della Giornata mondiale del malato: in testa MUSE, Mart e Aido del Trentino. L’istituzione della Facoltà di medicina a Trento punta proprio a far crescere la nostra terra di Autonomia, guardando in primis al bene del paziente; la realizzazione del Polo ospedaliero e universitario del Trentino favorirà un ulteriore sviluppo della ricerca e la formazione di nuovi professionisti attraverso un percorso che potrà garantire importanti risultati".
Il professor Olivier Jousson, direttore del CISMED (Centro Interdipartimentale di Scienze Mediche dell’Università di Trento) ha sottolineato “come l’avvio della scuola di medicina a Trento abbia offerto la possibilità integrare sistemi diversi, tra specializzazioni e tecnologie mediche, oggi strategie indispensabili per un’offerta formativa nuova e più ampia di quella standard e che tiene conto delle nuove tendenze, come biotecnologie, bioingegneria e robotica, per un futuro professionale di successo. La creazione di un cuore artificiale è un esempio di evoluzione e di innovazione nella direzione che vogliamo dare a livello formativo- ha aggiunto - e, in questo contesto, la chirurgia cardiaca è centrale”.
Il cardiologo Roberto Bonmassari, direttore Unità operativa di cardiologia dell'ospedale Santa Chiara di Trento e responsabile della Struttura semplice di riabilitazione cardiologica, ha parlato delle iniziative avviate dall’azienda sanitaria che seguono la strategia di una fusione con la nuova facoltà di medicina di Trento. “Per l’ambito cardiologico l’opportunità di avere confronti con le frontiere delle tecnologie mediche e con le innovazioni della bioingegneria è molto importante”. “Abbiamo assistito a una riduzione negli ultimi anni delle morti dovute a malattie cardiovascolari, grazie a tecniche innovative e grazie anche alle misure di prevenzione che hanno contribuito al risultato per il 40%”.
Moderati dal giornalista Antonio Girardi, c’è stato spazio anche alle testimonianze di Pietro Zorzetto e Mauro Marcantoni, sottoposti rispettivamente a trapianto di cuore artificiale e cuore umano.
A spiegare, invece, il senso della mostra sono stati l'autrice Biancarosa Volpe, che ha diretto l'Unità operativa complessa di psicologia dell'azienda ospedaliera universitaria di Padova affiancando i pazienti di Gerosa, Giancarlo Signoretto, maestro vetraio di Murano, e la sua allieva Agnese Tegon.
Il talk, ricco di testimonianze, ha chiuso la mostra “Cercando il cuore”, allestita con il supporto di MUSE, Mart e del gruppo Vallagarina “Alessandro Ricchi” di Aido. Per l’occasione uno dei pazienti del professor Gerosa, Pietro Zorzetto, il primo trapiantato in Italia nel 2007, ha donato al MUSE il cuore artificiale che lo ha tenuto in vita fino al 2011 quando ha ricevuto il trapianto di un cuore umano.
Riprese a cura dell'Ufficio stampa
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Rassegna stampa ad uso interno: Articolo da L'Adige - 12.02.2024