
Nella suggestiva cornice di Ostana, l’insediamento di lingua occitanica situato nella valle Po dirimpetto al Monviso, si è rinnovata durante l’ultimo fine settimana del mese di giugno una manifestazione incentrata sulla diversità linguistica che riunisce scrittrici e scrittori contraddistinti dall’utilizzo di lingue indigene e provenienti dai cinque continenti. Nella sua storia il Premio ha valorizzato fino ad oggi 88 autori con riferimento a 47 lingue che vengono definite minoritarie, ma che riescono determinanti all’interno di una serie di originalissime esperienze culturali.
L’iniziativa, avviata nel 2008, rientra a pieno titolo nel Decennio Internazionale per le lingue indigene promosso dall’UNESCO per il 2022-2023 ed ha permesso di consolidare nel corso degli anni una fitta rete internazionale di autori e sostenitori della diversità linguistica, offrendo così sguardi e prospettive diverse sul mondo.
La conoscenza reciproca costituisce un formidabile antidoto nei confronti di preconcetti culturali dai quali discendono non di rado atteggiamenti di intolleranza destinati talvolta a degenerare in contrapposizioni armate, come quelle alle quali stiamo purtroppo assistendo. La medaglia di rappresentanza del Presidente della Repubblica, conferita alla manifestazione, è un primo, significativo riconoscimento al quale è auspicabile ne possano seguire altri.
Otto le sezioni premiate dal 28 al 30 giugno in questa edizione, cominciando dal premio speciale assegnato alla scrittrice del Burkina Faso Karama Koumarami, autrice di testi teatrali in lingua dioula nei quali concilia i valori della cultura tradizionale con la presa di coscienza sui temi dell’emancipazione femminile e del terrorismo presente nel proprio Paese. Data la contingenza politica nella quale questo si trova, i promotori hanno incontrato non poche difficoltà a contattare l’interessata e a concordare con la stessa le modalità della premiazione che è intervenuta poi in modo audio-video, ma in ogni caso molto gioioso, in linea con i noti tratti della cultura africana.
Il premio internazionale è stato invece conferito a Firat Ceweri, proveniente dal Kurdistan turco, per l’assidua determinazione manifestata nel promuovere la propria lingua, tuttora osteggiata, con opere tradotte in turco, svedese, persiano, arabo e italiano.
Il premio giovani è andato a Daniel Petrila, di lingua rom, il premio traduzione a Jayde Will con riferimento alla lingua letgalla, una variante del lituano, mentre il premio per la lingua occitana è stato appannaggio dell’appassionata insegnante Michèle Stenta. Il frisone Arnold De Boer “Zea” ha ottenuto il primo posto per la composizione musicale e il gallese Roger Williams ha vinto il premio per la sezione cinema.
Per quanto riguarda poi la sezione Minoranze linguistiche storiche presenti in Italia il premio è stato assegnato a Stefen Dell’Antonio Monech, presentato da Sabrina Rasom direttrice dell’Istituto Culturale Ladino Majon di Fascegn.
La motivazione della Giuria fa riferimento all’impegno genuino e profondo messo in luce dal Dell’Antonio nella promozione e divulgazione della lingua ladina attraverso la musica, la letteratura e il teatro. Il Premio vuole essere inoltre un riconoscimento per le numerose Mascherèdes con le quali l’interprete dell’anima ladina ha dato continuità alla tradizione popolare che annovera il Carnevale di Fassa tra i più caratteristici dell’intero arco alpino.
Stefen è persona poliedrica che fa della vita quotidiana una testimonianza attiva della sua identità, legandola all’ambiente di montagna e alla sua cura e traducendola in arte letteraria. Nel corso della intensa tre giorni, e in particolare in occasione dell’apposito spazio a lui riservato, l’autore ha avuto l’opportunità di confermare in modo brillante quanto scritto dalla Giuria con la lettura dei propri testi, con delle riflessioni spontanee e con la musica con la quale ha concluso un intervento molto apprezzato. Ostana possiede tutti i requisiti storico-paesaggistici per appartenere al Club dei Borghi più Belli d'Italia.
Oltre a questo, e a dispetto delle sue attuali dimensioni demografiche, comunque in ripresa, si conferma come un sorprendente riferimento culturale a presidio delle lingue minacciate, lingue che hanno un fuoco ancora acceso, un fuoco rosso sotto la brace, come recita il motto dell’edizione di quest’anno, richiamato da Ines Cavalcanti, Direttrice Artistica del Premio.